Un tapiro per Don Curzio

Qualcuno forse si ricorderà delle contestazioni che mossi l’anno scorso a Don Curzio Nitoglia a proposito dei rapporti tra la Chiesa cattolica e il Terzo Reich. Don Curzio, il 3 luglio 2010, aveva scritto un articolo intitolato KASPER, LASHOAH’ E LA VERACATASTROFECONCILIARE[1], cui, il giorno dopo, avevo opposto il post DON CURZIO NITOGLIA È DIVENTATO NAZISTA?[2].
Nei giorni successivi intregrai il detto post con ulteriori contributi (il lettore interessato potrà rintracciarli nel relativo archivio di luglio 2010[3]).

Nel frattempo, sulla medesima questione, ho trovato due interessanti ragguagli, meritevoli di riesumazione. Ricordiamo innanzitutto cosa aveva scritto Don Curzio:

“I primi rapporti tra Chiesa cattolica e nazionalsocialismo furono buoni. Si guastarono dopo il 1935 e soprattutto nel 1937 quando fu promulgata l’enciclica Mit brennender Sorge di Pio XI, la quale però va letta alla luce della nota del cardinal Eugenio Pacelli, come abbiamo scritto su questo stesso sito, che distingueva tra elementi estremisti e neopagani del partito (Rosenberg e Goebbelse l’ala più equilibrata, che aveva in Hitler il suo moderatore. Dopo la Repubblica di Weimar, il cattolicesimo tedesco, come la Chiesa romana, vedeva il nemico numero uno nella «modernità di stampo illuminista e liberale, della secolarizzazione, del kulturkampf e della rivoluzione d’Ottobre”[4].

Otto Strasser
Sui rapporti tra Hitler e Rosenberg, il primo (ulteriore) ragguaglio che vorrei offrire ai lettori è la testimonianza, davvero storica, di Otto Strasser. Si trova nel volumetto, pubblicato qualche mese fa dalle EDIZIONI GLADIO E MARTELLO, intitolato HITLER SEGRETOLe rivelazioni del capo del Fronte Nero (p. 62):

“Nella primavera dell'anno 1928 mi trovavo un mattino nel mio studio, una camera di nove metri di lunghezza dove Gregor ed io avevamo l'abitudine di sedere a due tavoli che stavano dirimpetto. Io ero solo ed occupato ad esaminare le bozze del nostro periodico quando Hitler entrò bruscamente senza farsi annunciare. Ignoravo che egli fosse a Berlino.
Egli non mi disse buongiorno, si diresse rapidamente verso il tavolo di Gregor, sedette e dichiarò a bruciapelo: "Così non può continuare".
"Di che si tratta, signor Hitler?".
"Delle vostre incessanti contese con gli uomini che mi circondano. Un anno fa era Streicher che non aveva la fortuna di piacervi, in seguito fu Rosenberg, ora è Goebbels; ne ho abbastanza.
"L'uno non ha niente a vedere con l'altro, signor Hitler. Julius Streicher è un individuo poco pulito. Al Congresso di Norimberga, l'anno scorso, scriveva di delitti sessuali di ebrei giudicandoli "un
delicato aperitivo". Io gli risposi che il suo giornale mi disgustava, che amavo la letteratura e non la pornografia. Avemmo, in effetti, una disputa assai vivace, che, dato il soggetto, non può né dispiacervi né sorprendervi".
"E a Rosenberg, -- fece Hitler, cui la parola pornografia metteva imbarazzo - che cosa rimproverate?"
"Il suo paganesimo - signor Hitler".
Adolf si alzò e prese a camminare nella stanza. "L'ideologia di Rosenberg è una parte integrante del nazionalsocialismo – gridò scandendo le parole".
"Credevo che aveste fatto la pace con Roma!"
Hitler si fermò - mi guardò: "Il cristianesimo è per il momento uno dei punti del nostro programma, tale quale io l'ho elaborato. Ma bisogna saper guardare. Rosenberg è un precursore, un profeta, le sue teorie sono l'espressione dell'anima tedesca. Un vero tedesco non può condannarle".
Io mi astenni dal rispondere, sostenendo il suo sguardo di fiera, sinceramente stupefatto della sua doppiezza. Fece un gesto come per cancellare ciò che aveva detto”.

Padre Meinvielle
Questa testimonianza è confermata da un giudizio del Padre Julio Meinvielle[5], uno dei più illustri cattolici integristi del xx secolo, che sembra scritto apposta per i nostalgici come Don Curzio (o come Vincent Reynouard). Si tratta del paragrafo intitolato appunto HITLER Y ROSENBERG che fa parte dell’opuscolo ENTRE LA IGLESIA Y EL REICH [Tra la Chiesa e il Reich], pubblicato nel 1937, lo stesso anno della Enciclica Mit Brennender Sorge[6].

Ecco cosa scrive Padre Meinvielle:

A nadie puede sorprender tampoco que siendo ésta la substancia filosófica del Nacional-socialismo, y no puramente teórica sino con una irresistible fuerza de expansión como cosa adentrada en el alma germánica, haya sido el Partido de Hitler condenado en diversas ocasiones por el episcopado alemán.
Sin embargo muchos católicos, y entre ellos el Canciller Von Papen, que sentían grandes simpa-tías por el Partido, no precisamente por este contenido filosófico, sino por su oposición al demolibera-lismo, han querido disminuir esta peligrosidad atribuyéndola no al Partido mismo, encarnado en Hitler, sino a un grupo de teóricos exaltados, que habrían de ir cediendo ante las fuerzas de las circunstancias. Esto era como aguardar una ruptura entre Hitler y Rosenberg. Podía dar pie a esta esperanza el hecho de que Hitler no parecía solidarizarse con este grupo y que a las protestas de los católicos respondía que los escritos de Rosenberg no eran "producciones oficiales del Partido”. Pero el hecho real que echa por tierra todas estas esperanzas es que el Canciller Hitler ha nombrado a Rosenberg Director general del movimiento cultural de Alemania, promotor poderoso de esta Concepción del mundo, infalible, indivi-sible, ineluctable; que en Nurenberg ha proclamado que nadie como Rosenberg la ha comprendido tan profundamente; y que en todos los campamentos, el Mito de Rosenberg ocupa un lugar junto a Mi Lu-cha de Hitler, como libros sagrados, que no se pueden discutir.
Arturo Dinter, uno de los grandes dirigentes del Nacional-Socialismo de la primera hora, escri-bía en 1931, en el fascículo 38 de su Espíritu del Cristianismo: "Aquel que cree en una ruptura posible entre Hitler y Rosenberg no conoce hasta qué punto ha ligado el diablo, uno al otro, de suerte que no podría uno vivir sin el otro. Rosenberg es el espíritu y Hitler el cuerpo de un misino individuo".
Por otra parte, el hecho real es que muchos sacerdotes han sido arrestados y deportados a los campos de concentración por el mero hecho de criticar la obra de Rosenberg, como era su obligación pastoral. Así el P. Alberto, Fritsch, de 73 años de edad, cura de Hellefeld, el P. Kenter, de Dresde, el P. Guillermo Dammer, de Gustorf, etc. (Ver Documentation Catholique, 36, col. 1057)”.

Traduzione:

“Nessuno può stupirsi che essendo questa la sostanza filosofica del Nazionalsocialismo, e non puramente teorica bensì, con una irresistibile forza di espansione, come cosa penetrata nell’anima germanica, il Partito di Hitler sia stato condannato in diverse occasioni dall’episcopato tedesco. Malgrado ciò, molti cattolici, e tra costoro il Cancelliere Von Papen, che sentivano grandi simpatie per il Partito, non esattamente per il suo contenuto filosofico, ma per la sua opposizione al demoliberalismo, hanno voluto sminuire questa pericolosità attribuendola non al Partito stesso, incarnato da Hitler, ma ad un gruppo di teorici esaltati, che dovrebbero scomparire cedendo davanti alla forza delle circostanze. Tutto ciò era come aspettarsi una rottura tra Hitler e Rosenberg. Poteva dare fondamento a questa speranza il fatto che Hitler non sembrava solidarizzare con questo gruppo e che alle proteste dei cattolici rispondeva che gli scritti di Rosenberg non erano “documenti ufficiali del Partito”. Ma il fatto reale che getta a terra tutte queste speranze è che il Cancelliere Hitler ha nominato Rosenberg Direttore generale del movimento culturale della Germania, potente promotore di questa Concezione del mondo, infallibile, indivisibile, ineluttabile; che a Norimberga ha proclamato che nessuno come Rosenberg l’ha compresa in modo tanto profondo; e che in tutti i raduni, il Mito[7] di Rosenberg occupa, insieme al Mein Kampf di Hitler, il posto riservato ai libri sacri, che non si possono discutere.
Arturo Dinter, uno dei grandi dirigenti del Nazionalsocialismo della prima ora, scriveva nel 1931, nella dispensa n°38 del suo Spirito del Cristianesimo: “Colui che crede in una possibile rottura tra Hitler e Rosenberg non conosce fino a che punto il diavolo ha legato l’uno all’altro, in modo tale che l’uno non potrebbe vivere senza l’altro. Rosenberg è lo spirito e Hitler il corpo di uno stesso individuo”.
D’altra parte, il fatto reale è che molti sacerdoti sono stati arrestati e deportati nei campi di concentramento per il semplice fatto di aver criticato l’opera di Rosenberg, come era loro obbligo pastorale. Così il Padre Alberto Fritsch, di 73 anni, parroco di Hellefeld, il Padre Kenter, di Dresda, il Padre Guglielmo Dammer, di Gustorf (vedi Documentation Catholique, 36, col. 1057).

Un tapiro per Don Curzio


[4] Vedi nota 1.