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"Un paese pericoloso", uno dei grandi libri di John Kleeves |
La – sospettissima – morte di John Kleeves: troppo facilmente dimenticata.
L’uccisione di John Kleeves, ovvero il duplice, fantomatico,
“delitto della balestra”: l’omicidio-suicidio attribuito all’ingegnere riminese
Stefano Anelli, autore – con lo pseudonimo, appunto, di John Kleeves – di
importanti saggi sugli Stati Uniti d’America, il quale avrebbe ucciso la nipote
– l’avvocato Monica Anelli – con una freccia lanciata da una balestra e si
sarebbe poi suicidato con la stessa modalità!
Le cose non sono andate esattamente così, neppure nella versione finale divulgata dai
media, ma questa è l’immagine che i media stessi hanno impresso
nell’”opinione pubblica”.
Il “delitto della balestra”, ovvero uno dei tanti casi di
sterminio dell’intelligenza dei creduloni operata, quasi senza colpo ferire,
dall’informazione mainstream.
Ecco cosa arrivarono a scrivere all’epoca:
“Nel frattempo Stefano Anelli scappa a bordo di una 'Fiat 600' bianco. Nel
tragitto che porta alla chiesa di Santa Cristina mille pensieri ruotano come un
tornado infernale nella sua testa. L'ingegnere inforca una balestra artigianale
appoggiandola al parabrezza e preme il grilletto. Il dardo gli si conficca
all'altezza del cuore uccidendolo immediatamente e, per il contraccolpo, l'arma
sfonda il parabrezza”.
Inforca una balestra?! In una 600
del 1999??!! Appoggia la balestra al parabrezza???!!! Per il contraccolpo
l’arma sfonda il parabrezza????!!!!
Il seguente filmato su Youtube riporta una versione ulteriore,
quella “definitiva” della questura: non si uccise con una balestra ma con un
fucile…
Confrontate allora la lunghezza
del fucile con la distanza del corpo dal parabrezza. In entrambi i casi
(balestra o fucile), giudicate voi dalle foto.
Senza contare la smagliatura tra la
versione della questura e quella divulgata in un primo tempo dall’ANSA:
“Agenti
della polizia al lavoro all'esterno della vettura con il corpo senza vita di
Stefano Anelli, lo zio dell'avvocato riminese Monica Anelli uccisa oggi 17
settembre 2010. Il cadavere dell'uomo era sulle colline riminesi, nell'auto con
la quale si era allontanato dalla citta'. La balestra con cui Anelli si e'
tolto la vita non e' la stessa con cui aveva ucciso la nipote ma un'altra arma
dello stesso tipo della sua collezione”. ANSA/PASQUALE BOVE
Tanto più che l’ANSA scrisse
addirittura del cadavere di Kleeves/Anelli ritrovato con una freccia conficcata nel torace:
da quale fonte l’ANSA ha desunto questo particolare?
All’epoca, Ugo Tassinari,
scrivendo dell’”omicidio-suicidio” di Anelli-Kleeves, lo definì come un “fatto,
che si può spiegare semplicemente con un temperamento paranoico”.
In realtà, il temperamento “paranoico”
poteva al massimo spiegare l’isolamento dello scrittore prima della sua morte,
non certo le asserite modalità dell’”omicidio-suicidio”. Come dicevano i latini?
Contra factum non datur argomentum.
Non meno sinistramente controverso
è stato poi l’omicidio della nipote di Kleeves, Monica Anelli.
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Il cadavere di Monica Anelli |
Cosa c’è di più eclatante di una
freccia conficcata sul collo?
Eppure, non fu questa la prima versione apparsa sulla stampa:
“I vigili del fuoco scoprono una donna deceduta in fondo al
pianerottolo di una palazzina di via XXIII Settembre. Sono
in corso le indagini per scoprire le cause del decesso e chi abbia provocato la
pericolosa fuoriuscita dall'appartamento
RIMINI - Cercando una fuga di gas, scoprono un
cadavere. Rimane avvolto nel mistero il rinvenimento del corpo di una donna
ormai senza vita ai piedi delle scale di una palazzina di via XXIII Settembre,
al civico 132/c. Stando a quanto trapelato finora, sono stati i vigili del
fuoco, usciti per verificare l'allarme per la fuoriuscita di gas all'interno
dell'edificio, a trovare la persona morta nel pianerottolo, non appena varcata
la soglia della struttura.
La chiamata è stata registrata dalla centrale
operativa del 115 pochi minuti prima delle 13. E' quindi partita la squadra dei
vigili del fuoco, attrezzata con gli appositi rilevatori. Salendo le scale
hanno visto la persona a terra, ormai deceduta. Stando alle prime
informazioni, la fuga di gas sarebbe stata individuata proprio
nell'appartamento al primo piano nel quale viveva la donna.
Restano tuttavia aperti gli interrogativi sulla causa del
decesso. Non è infatti chiaro se la morte sia sopraggiunta per
intossicazione, così come chi sia stato a provocare la rottura delle
tubature del gas”.
Dunque, a quanto pare i vigili (chiamati da chi?)
non videro tracce né di balestre, né di frecce, né di cesoie (lo strumento con
cui Kleeves avrebbe infierito sulla nipote).
Insomma, la fatidica balestra nella morte di Monica
Anelli compare in un secondo tempo.
Nella morte dello zio scompare in un secondo tempo.
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Venere (deità massonica): già gli aztechi la vedevano lanciatrice di frecce |
E la discussione sul forum "Luogocomune":
http://www.luogocomune.net/site/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=5929&viewmode=flat&order=ASC&start=0
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Il logo della Rosacroce Golden Dawn (Alba Dorata), la massoneria mai indagata |
Girandola che mise in ombra uno dei pochi punti fermi: l'assenza , per entrambi i delitti, di testimoni oculari ufficiali.
All’epoca, bisogna dire, non tutti si bevvero la
spiegazione mainstream. Oltre al detto forum vanno menzionati almeno Gianluca Freda e Rutilio Sermonti.
Ma la spiegazione maggioritaria fu naturalmente
quella dello pseudo argomento: la “deriva di tipo paranoide”. Chi si distinse
in ciò fu, sorprendentemente (data la sua fama di intellettuale “anticonformista”),
il primo editore di Kleeves, il riminese Adolfo Morganti. Fui proprio io a
divulgare in rete, sul mio blog, il testo di una sua intervista in merito (all’epoca,
mi interessava comunque divulgare un parere positivo sul Kleeves scrittore). Ecco
cosa disse Morganti che, ricordiamolo, oltre che editore è anche psicologo:
“Si è sempre più chiuso in un orizzonte mentale dove
l’assenza di un senso religioso e spirituale lo ha portato ad una deriva di
tipo paranoide. Si sentiva molto frustrato. Questo era un mondo in cui non si
trovava: non avendo nessuna alternativa, neanche a livello spirituale, a un
certo punto è imploso, e poi la violenza è esplosa”.
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Adolfo Morganti |
Parole tipiche di un certo modo di intendere la
psicologia ( e replicate da Morganti in occasione di un altro clamoroso “omicidio-suicidio”:
quello di Gianluca Casseri).
Un modo che, almeno a me, ricorda quello del Conte Zio
del Manzoni. Ricordate? Il capitolo 19 dei Promessi Sposi: “sopire, troncare, troncare, sopire”…