L'Italia e gli interventi umanitari: "a fructibus eorum cognoscetis eos"

In queste tragiche ore dell’ennesima aggressione imperialista, sostenuta dal linguaggio orwelliano del Quirinale (“LIBIA: NAPOLITANO, NON SIAMO IN GUERRA, NO ALLARMISMI[1]) e in cui è facile ricevere abbagli dalla propaganda bellica, direi di non dimenticare i “bombardamenti umanitari” di 12 anni fa contro la Serbia e i frutti che hanno prodotto (“a fructibus eorum cognoscetis eos”: Matteo 7, 15). Ripartiamo, ad esempio, da un post come questo, di perdurante attualità: Massimo D’Alema cameriere della NATO[2].

Da questo punto di vista ha perfettamente ragione Beppe Grillo: “PIDIELLE” E “PIDIMENOELLE” si equivalgono. La nostra classe politica è costituzionalmente composta da camerieri. E così, anche quel briciolo di autonomia nella politica estera di Berlusconi (di cui, l’anno scorso, avevo cominciato a parlare nel post Silvio Berlusconi: da Cesare a Piccolo Cesare?[3]) è puntualmente rientrato nello schema. Ma dicevamo della Serbia: un’aggressione proditoria che, all’epoca, non ebbe nemmeno la foglia di fico dell’ONU.

Cominciò, come l’aggressione in corso contro la Libia, con la notizia di un “genocidio” non propriamente genocida, quello di Srebrenica: http://www.stampalibera.com/?p=5407

…Ed è finita così, con un NARCO-STATO nel cuore dell’Europa:  http://www.narcomafie.it/2010/12/15/kosovo-accusato-dal-consiglio-deuropa-tachi-il-piu-pericoloso-padrino-delluck/

Attenzione quindi a coloro “qui veniunt ad vos in vestimenti ovium, intrinsecus autem sunt lupi rapaces[4]: (“Non siamo in guerra, siamo impegnati in un’azionenell’interesse della pace[5]    


[4] “I quali vengono a voi travestiti da pecore, mentre dentro son lupi rapaci” (Matteo 7, 15)..
[5] Vedi nota 1.