I fascisti in loggia

Immagine d'epoca di Bruno Di Luia insieme con altri camerati


Dal sito La strage dell'Italicus – 4 agosto 1974:

https://4agosto1974.wordpress.com/2015/02/07/i-fascisti-in-loggia/


Tra i tanti passi falsi che durante il periodo del suo mandato [Lino] Salvini ebbe l’accortezza di fare, uno è senz’altro il più indicativo per la sua ricattabilità e per i suoi continui voltafaccia. Il fatto accadde a Roma, in un salone del Palazzo dei Congressi all’Eur, durante le celebrazioni per il centenario del XX settembre 1870, data storica per la massoneria e per i laici, che ricordava la breccia di Porta Pia e l’annessione dell'”odiato Stato pontificio”, con il relativo corollario di trasferire la capitale del regno savoiardo da Firenze a Roma.
In quell’occasione, infatti, alcuni fratelli di sinistra (primo fra tutti l’ex senatore socialista ed anziano Gran maestro onorario a vita, Eduardo Di Giovanni, nonno dell’omonimo avvocato romano) si accorsero, e lo fecero subito notare, della presenza al tavolo dei maggiorenti e in mezzo alla sala di un nugolo di neofascisti del gruppo ambiguo “Europa Civiltà” (sorta nel 1968 dalle ceneri del Movimento integralista, un’organizzazione di fascisti “evoliani”, di matrice esoterica-cattolico integralista, legati alla destra democristiana di Roma, quella che fa capo all’ex deputato Agostino Greggi e al cardinale Alfredo Ottaviani, intimo amico di Giulio Andreotti).
A capo di questa delegazione, introdotta dal nostalgico Elvio Sciubba, ispettore generale del ministero del Tesoro e presidente del periodico L’incontro delle genti (mensile di destra organo del Macem, associazione mutualistica “Ceto medio”, il cui animatore era l’ex generale Giuseppe Piéche), c’erano noti neonazisti implicati nelle trame nere:
Loris Facchinetti, fondatore di “Europa Civiltà”, il picchiatore Bruno Di Luia (fratello di Serafino e insieme implicati nell’assassinio dello studente socialista Paolo Rossi, all’università di Roma del 1966), Bruno Stefàno (poi ricercato quale indiziato per l’omicidio del commissario dell’ufficio politico di Milano, Luigi Calabresi), l’avanguardista Flavio Campo, coinvolto nel tentato golpe Borghese (arrestato nell’81 in una tipografia dove si stampavano dollari e marche da bollo false), Cesare Perri del direttorio di Avanguardia Nazionale, Stefano Serpieri (confidente del Sid, un passato di tutto rispetto per i fascisti, essendo stato in Ordine Nuovo, Movimento integralista, Avanguardia Nazionale, Circolo 22 marzo con Mario Merlino e Europa Civiltà, anche lui indiziato per il golpe Borghese). Il gotha del neofascismo e della strategia della provocazione riunito ufficialmente al cospetto dei timorati liberi e antifascisti muratori.
Come era potuto accadere un fatto del genere?  Il personaggio chiave era Sciubba, dignitario del Rito scozzese già al tempo del principe siciliano Alliata di Montereale, che dalle colonne del suo “Incontro delle genti” aveva lanciato l’appello ai giovani di “Europa Civiltà”, “Ehi Tu?” e “Test” (due periodici evoliani di estrema detra stampati a Roma e a Bologna, diretti rispettivamente da Ruggero V. Quintavalle e Flaminio Roncaglia) per unirsi alla sua idea criptofascista che voleva mettere insieme gli ideali della “massoneria nera” con i dettami dell’integralismo cattolico. Sciubba si faceva forte della sua operazione “entrista”, del prestigio che in certi ambienti militari e tra i servizi segreti in odore di deviazioni ancora godeva il generale Giuseppe Piéche. (…) Nel comitato di redazione de “L’incontro delle genti”, oltre a Sciubba, c’erano esponenti di rilievo del fascismo italiano: Ruggiero Ferrara, impiegato al ministero del tesoro (come Sciubba e Loris Facchinetti) ex missino, poi passato a Ordine Nuovo e massone del gruppo dell’ex generale fascista Ghinazzi; Italo Gentile, autodichiaratosi ufficiale della X Mas del principe Borghese, massone del gruppo Ghinazzi; Sergio Pace, proveniente da Ordine Nuovo, ed espulso dall’Ordine degli avvocati per “motivi morali” ed espulso dalla massoneria di Piazza del Gesù; Lelio Montanari, esponente di organizzazioni “carbonare” di estrema destra, massone sotto processo nel gruppo Ghinazzi.

Estratto dal libro “In nome della loggia”, Gianni Rossi – Francesco Lombrassa, 1981
FINE DEL TESTO “I FASCISTI IN LOGGIA”

Nota bene: nello stesso periodo in cui Loris Facchinetti celebrava con i "fratelli" il centenario della breccia di Porta Pia, figurava anche nell'organigramma del movimento Civiltà cristiana (1969-1974) , nato come filiazione (sezione italiana) del “Comitato internazionale per la difesa della civiltà cristiana” (e, in particolare, della liturgia latino-gregoriana):

L’“organigramma” italiano di Civiltà cristiana recava come segretario generale, Franco Maria Antico, come componenti del consiglio di presidenza: l’on. Agostino Greggi, deputato al Parlamento, del gruppo parlamentare democratico-cristiano e l’ex deputato monarchico all’Assemblea nazionale costituente, Luigi Filippo Benedettini; gli studenti Loris Facchinetti e Franco Pellegrino, già militanti dell’organizzazione giovanile “Movimento integralista” costituita, in maggior parte, da ex appartenenti al Movimento Sociale Italiano, come componenti del comitato direttivo.

http://www.cristinacampo.it/public/giuseppe%20brienza%20il%20movimento%20civilt%C3%A0%20cristiana%20e%20la%20rivista%20cattolica%20vigilia%20romana%20%201969%2074.pdf
 
Una recente immagine di Loris Facchinetti