Rincaso alle 2 di notte, qualche sera fa, e mi ritrovo nella Gmail un appello a favore di Gaza e la richiesta di firmarlo.
I contenuti dell’appello mi trovano d’accordo, il sito a cui l’email si riferisce appare “in costruzione”.
Un po’ perché erano le due di notte, un po’ per le novità provenienti da Gaza, non indago oltre e firmo.
Il giorno dopo mi accorgo che in quell’appello appaiono alcune firme che definire “poco raccomandabili” è un eufemismo.
Sospiro rassegnata: l’Italia è piccola e il mondo che gira attorno a certi argomenti è quello che è. Ma non è che si possa smettere di indignarsi per Gaza solo perché non ti piace la compagnia, rifletto.
In altri tempi, non ci avrei pensato più.
Solo che il ritorno in Italia mi ha reso diffidente, mettiamola così, e quindi appena ho avuto un po’ di tempo sono andata a vedere a chi era intestato ‘sto benedetto www.gazavive.com che, intanto, ha preso forma.
Appare registrato a nome di Alessia Monteverdi di Foligno, il sito.
Guardo su Google, e apprendo che trattasi di una signora che, assieme a Moreno Pasquinelli e ad altri, ha una web agency ma, soprattutto, fa capo al Campo Antimperialista e poteva pure dirlo direttamente, senza farmi cercare su Whois.
Le polemiche attorno al Campo Antimperialista sono antiche e io per prima ho commesso, a suo tempo, la leggerezza di sottovalutarle.
Poi le ho viste da vicino, certe cose: un po’ di commistioni con l’estrema destra qua, un po’ di loscaggini là, cose così.
Le cose di cui si parla in questo ponderoso dossier, per dire.
E, che vuoi che ti dica, ho inviato la seguente mail:
Buongiorno.
Dopo una più accurata visione dei nomi di alcuni firmatari e della registrazione del dominio gazavive.com, desidero ritirare la mia firma dal vs. appello.
Grazie
Fulvia De Feo
Fortemente ambigua, questa zona di confine tra antiglobalizzazione, islam e destra radicale la quale, non a caso, sta a sua volta diffondendo l’appello.
Qui, su certi connubi e i loro affaristici intrecci, abbiamo già dato e ne abbiamo abbastanza.
A Gaza va, ovviamente, tutta la mia solidarietà.
Esisteranno, dico io, ambienti un po’ più trasparenti attraverso cui esprimerla.
(Uhm, aggiornamento: è sparito dal forum della Destra Radicale di POL che avevo linkato qui sopra, l’appello. Dopo lo cerco meglio, ché adesso in cache vedo solo questo e non ho tempo di guardare oltre.)
12 Commenti
Secondo me, in ogni caso, hai fatto bene a de-iscrivertici. Non è la miglior cosa possibile, per Gaza. Aggiornaci, se trovassi qualcos’altro in rete a tal proposito.
Pace su di te.
oggi ero in vena di scherzi ed ho scherzato un po’ sul tuo conto qui.
Se la cosa ti pare sgradevole, la cancello subito.
Ciao. Ipo
Per fortuna, l’incubo l’hai fatto tu. :)
Il solo fatto che citi Hannah Arendt mi fa capire che non hai nemmeno seguito i link e che mi stai propinando un discorsetto volenteroso ed epidermico, ma su cui tu per primo non hai davvero riflettuto (ammesso che tu sia in buona fede, ché mi scoccio di sbattermi a guardare se sei un troll).
I palestinesi non trarranno nessun vantaggio da una simile mozione, i cui limiti politici sono stati ampiamente esposti da Abdel Nur qui e altrove.
Una cosa simile serve solo a legittimare, col nome di chi ci incappa, una microgalassia politica ambigua nei fini e nei metodi e che considero – e non da oggi, ché queste cose le sto scrivendo da quando sono tornata in Italia, con turbamento di qualcuno – abbondantemente corresponsabile del discredito di cui una causa sacrosanta (sacra, diceva Said) come è quella palestinese soffre in questo anomalissimo paese.
Ci sono paesi in cui sostenere la causa palestinese è perfettemante possibile rimanendo in ambiti trasparenti e presentabili.
Qui è certamente più difficile, purtroppo, e queste cose non aiutano.
Il tutto, senza neanche preoccuparsi di cambiare IP.
Ora, davvero: questo è un blog, non è il Cottolengo.
Quindi gli rispondo per l’ultima volta nel merito di ciò che chiede, ma poi basta.
Curatevi, ragazzi.
Allora: una firma sotto un appello simile ha al massimo valore di testimonianza. O tu credevi che potesse cambiare l’agenda di Prodi, scusa?
Nell’ambito di una testimonianza, quindi, più che di un gesto dall’effettiva efficacia politica, io non ho ritirato la mia firma perché non mi piacevano quelle di alcuni altri.
Leggi bene il mio post.
L’ho ritirata dopo avere appurato che l’appello ha come promotori i Campi Antimperialisti.
Ora: i miei presunti dissidi “personali” hanno un’unica motivazione, ed è il mio rifiuto di accettare pratiche politiche che non distinguono tra destra e sinistra e che considero strumentali, ambigue, scorrette e antietiche.
Appurato ciò in prima persona, e non da oggi, mi sono resa conto che molti dei punti sollevati, ad esempio, nel dossier che pubblico, corrispondono alla mia esperienza personale.
Motivo per cui ritengo opportuno testimoniare presso ambienti meno allarmanti la mia indignazione per ciò che avviene a Gaza.
Suppongo sia un mio sacrosanto diritto.
http://files.splinder.com/bf1791bbd3694017f39a41d0c388a212.pdf
Il suo autore è un blogger che mi pare decisamente insospettabili di fini reconditi:
http://www.salgalaluna.com/
E il lavoro è pubblicato sul sito Osservario Antifascista:
http://www.geocities.com/lollocas/neofa/neofa.htm
Queste cose, comunque, corrispondono alla mia esperienza personale.
Le ho viste e le ho sentite in presa diretta ed è da più di un anno che cerco, come posso, di esprimere il mio disagio nel modo – pensa te – meno distruttivo possibile.
A luglio dell’anno scorso, davanti all’invasione del Libano, io scrivevo:
“[…]E non si tratta di diventare “occidentali”, ma di mostrare le mille cose che esistono e che l’Occidente riconoscerebbe, se solo sapesse che esistono.
Io temo di saperlo, perché non succede.
Perché a chi si oppone a Israele, in Italia, le cose che dico io non piacciono.
La ragazza con la minigonna e le cavigliere da araba non piace a nessuno: agli uni non piacciono le cavigliere e agli altri non piace la minigonna.
E’ questo?
Vero che sì, vero che è questo?
Troppo incazzata, sono.
E quando si è troppo – troppo, troppo, troppo – incazzate, è meglio non scrivere.
E tuttavia comincio a volerlo sapere, cosa stiamo difendendo esattamente: il Medio Oriente reale, fatto di persone in carne e ossa, o un’idea, un progetto politico che, guarda caso, è la stessa idea, lo stesso progetto politico che altri dicono – dicono, dicono e basta – di volere distruggere?
Intanto, il Libano non c’è più.
E temo che presto non ci sarà più nemmeno l’odore della buona fede di nessuno, se qua non si rivede qualcosa.”
Non metto altri link perchè sennò l’antispam mi blocca il commento, ma basta andare a luglio 2006 per vedermi esprimere malessere per l’ambiguità e i non-detto della zona politica che, in teoria, sarebbe colei che difende il MO in Italia.
In questo magma di gente che viene da Terza Posizione, che dirige riviste come Orion, che oppone all’imperialismo americano un neo-tradizionalismo che guarda a UN CERTO TIPO di islam come alleato naturale, io trovo che manchi chiarezza.
Sono sempre stata assolutamente disponibile all’ascolto, sul piano intellettuale, e non nego che certi discorsi abbiano un loro senso e un loro interesse: le cose di Cardini le ho lette e le leggo come ispanista, oltre che come appassionata di mondo arabo. “Le radici perdute dell’Europa”, lo hai letto? Certo che è suggestivo, lo so. Ma da qui a farne una piattaforma politica, di certe visioni di mondi possibili, ce ne passa. E tanto, anche.
In termini di chiarezza, soprattutto.
Perché quello che mi provoca un disagio infinito è questo, innanzitutto: il fatto che il discorso pubblico che fa certa gente (non Cardini, parlo di questi attivisti che cercano di costruirsi una carriera politica attorno a ‘ste cose) non corrisponda al discorso reale.
Le menzogne.
La totale inesistenza di buona fede.
E’ tanto difficile da capire?
Che mi interessi leggere Cardini, interrogarmi sull’islam etc. non vuole dire che io intenda legare la mia attività politica, grande o piccolissima che sia, a cricche di attivisti di provenienza incerta e obiettivi mai chiaramente espressi, nonché totalmente privi di scrupoli e manipolatori anziché no.
Un certo modo di intendere l’islam politico è un terreno scivolosissimo naturalmente destinato ad attrarla, questa parte della destra: la tradizione, la spiritualità, un certo modo di intendere la differenza tra i sessi e così via sono da sempre territori della destra estrema.
E andare a infiltrarsi nel malcontento di una sinistra in crisi di identità è una antichissima specialità di costoro.
Mi pare che non abbiano mai avuto la strada spianata come adesso, e mi preoccupo.
A me il Medio Oriente piace davvero.
Ricco, plurale, tollerante come è sempre stato e come è capace di essere.
Io non ci vedo chiaro, negli obiettivi di questi suoi presunti sostenitori di qua.
O, per meglio dire: ci vedo fin troppo chiaro. Ho visto tutto il peggio che potevo vedere.
Il mio malessere è all’origine dei bordelli che ne sono seguiti, non ne è una conseguenza.