Dopo 70 anni, Caroline Sturdy Colls cerca le prove dell'Olocausto

Caroline Sturdy Colls

DOPO 70 ANNI, GLI ARCHEOLOGI INIZIANO A CERCARE LE PROVE DELL’OLOCAUSTO[1]

Di Santiago Alvarez, 21 gennaio 2012

Le fosse comuni del campo della morte nazista di Treblinka provano che i negazionisti hanno torto”.

Questo era il titolo di un articolo dell’edizione inglese di The Huffington Post[2] del 16 gennaio 2012. Esso riferiva delle ricerche forensi condotte sul terreno dell’ex campo tedesco di Treblinka (Polonia) sotto la supervisione di Caroline Sturdy Colls[3], archeologa forense dell’Università di Birmingham, in Inghilterra.

Due anni fa, Sturdy Colls aveva pubblicamente annunciato che avrebbe cercato di trovare le prove delle fosse comuni di Treblinka, dove si ritiene siano stati seppelliti i corpi di almeno 700.000 ebrei uccisi nella seconda metà del 1942. Sturdy Colls aveva detto:

È difficile credere che non vi siano state ricerche sistematiche dei sei milioni di vittime che perirono nell’Olocausto. 800.000 persone vennero uccise qui, a Treblinka, e i loro corpi non sono mai stati trovati. Era ora che iniziassimo a cercare”.

I revisionisti naturalmente concordano con l’ultima affermazione, sebbene abbiano qualche dubbio riguardo al resto, come ha fatto notare[4] lo studioso revisionista Thomas Kues. Già alla fine del 1999, l’ingegnere australiano Richard Krege aveva condotto delle ricerche forensi utilizzando un georadar[5], nel tentativo di localizzare le presunte fosse comuni. La sua relazione preliminare è stata pubblicata soltanto in tedesco[6] e in francese[7] ma, per quanto ne sappiamo, Krege non ha mai pubblicato un rapporto conclusivo, più approfondito, delle sue scoperte (un video clip[8] del suo lavoro è disponibile su Youtube, sebbene non mostri un gran che). Egli presentò alcuni risultati delle sue ricerche in un convegno revisionista tenuto a Teheran[9] alla fine del 2006, ma , parimenti, la relazione di Krege non fu pubblicata dopo tale evento (vedi anche la seguente intervista radiofonica, (parte 2): http://www.youtube.com/watch?v=BtdJPtX1LFs).

Sorprendentemente, Krege sostiene di non aver trovato alcun sommovimento di terreno in tutta l’area dell’ex campo di Treblinka, sebbene siano state ivi scavate alcune fosse durante un’indagine forense condotta dalle autorità polacche poco dopo la fine della guerra. Così, se il metodo di Krege fosse stato corretto, egli avrebbe dovuto trovare almeno qualcuno di questi sommovimenti. Inoltre, i predetti inquirenti polacchi trovarono davvero tracce di fosse comuni, anche se le dimensioni dei loro ritrovamenti non quadravano con le enormità espresse su Treblinka.

Che tali enormità fossero tecnicamente impossibili e non sostenute dalle prove fisiche disponibili, è stato dimostrato in modo conclusivo da Carlo Mattogno e Jürgen Graf nel loro libro, frutto di indagini approfondite, su Treblinka[10]. Questo libro contiene anche una traduzione parziale del rapporto compilato dai suddetti inquirenti polacchi sui loro scavi del 1945 (pp. 83-89).


Tutto considerato, non c’è da sorprendersi che la ricerca di Krege con il georadar non sia stata così penetrante, e sia per questo stata attaccata dall’ortodossia[11].

Per quanto Sturdy Colls non si sia riferita espressamente all’indagine di Krege, si può presumere che questa abbia attratto la curiosità di Sturdy Colls e forse persino i suoi fulmini. Sturdy Colls ha presentato alcuni dei propri risultati in una relazione intitolata “Archaelogical Approaches to Holocaust Landscapes” [Approcci archeologici agli scenari dell’Olocausto] durante un convegno del 2011 in Germania di cui al momento è disponibile solo un anonimo sommario[12].

Esaminiamo ora i pochi frammenti di informazione che la signora Sturdy Colls ha fornito nell’intervista concessa a The Huffington Post:

1.       Riguardo alle fosse comuni che Sturdy Colls ritiene di avere trovato, ella ha asserito: “Hanno dimensioni considerevoli, e sono molto profonde, una in particolare è di metri 26x17”. Tutto ciò probabilmente denota l’area di superficie di un’area particolarmente grande di suolo sommosso. Naturalmente, tutto ciò che lei può dire in base ai suoi dati ottenuti con il georadar  è che si tratta di un’area che è stata sommossa. Se sia una fossa, o il risultato di escavazioni post-belliche, avrebbe dovuto essere scoperto dagli scavi.

2.       Se assumiamo che il sommovimento del suolo scoperto da Sturdy Colls era davvero, nella sua interezza, una fossa comune e aveva una profondità di 6 metri (come asserito per esempio dal testimone E. Rosenberg), tutto ciò avrebbe implicato un volume di circa 2.600 metri cubi. Ma se ci basiamo sulla versione ortodossa, solo nel detto campo vennero sepolti, fino alla fine del 1942, almeno 700.000 ebrei. Se assumiamo una densità realistica di circa sei cadaveri per metro cubo, tutto ciò implicherebbe la necessità di un volume cumulativo di circa 117.000 metri cubi.

3.       Quindi Sturdy Colls avrebbe dovuto trovare non un sommovimento del terreno particolarmente grande, di circa 2.600 metri cubi (e probabilmente molti sommovimenti molto più piccoli) ma almeno 45 di tali grandi sommovimenti. Dopo tutto, i revisionisti non contestano il fatto che nell’area di questo campo esistano fosse comuni. Essi semplicemente contestano il colossale – e tecnicamente impossibile – ordine di grandezza asserito dall’ortodossia.

Una critica più approfondita di ciò che Sturdy Colls ha scoperto e, soprattutto, di come tutto ciò venga da lei interpretato, dovrà aspettare fino alla pubblicazione dei risultati delle sue ricerche. Noi tutti possiamo essere certi che i nostri esperti revisionisti leggeranno e analizzeranno con vivo interesse la sua prossima relazione.

Così, restate con noi!

Santiago Alvarez


[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://barnesreview.org/wp/archives/243