Jean Beaufret, amico di Heidegger e sostenitore di Faurisson

Martin Heidegger e Jean Beaufret

Sul blog di Paul-Éric Blanrue – http://blanrue.blogspot.com – ho trovato due interessanti post su Jean Beaufret[1], amico e discepolo di Heidegger, pubblicati in data 27 febbraio[2] e 26 febbraio[3] 2012. Ho pensato di tradurli riunendoli in un unico post:

Jean Beaufret, amico e discepolo di Heidegger, a Robert Faurisson: “Credo di aver fatto da parte mia più o meno il vostro stesso percorso, e di essermi reso sospetto per aver espresso gli stessi dubbi…Coraggio…Può darsi che dei colleghi si sveglieranno dal loro letargo”.

Estratti da una lettera di Jean Beaufret a Robert Faurisson del 22 novembre 1978:

“Signore e caro collega,

Questa parola semplicemente per trasmettervi la testimonianza della mia indignazione di fronte all’accanimento contro di voi – pressoché unanime – della stampa. Assistiamo visibilmente alla “definizione” di un dogma storico, con tutta l’aggressività che il dogmatismo di solito dispiega. (…) Credo di aver fatto da parte mia più o meno il vostro stesso percorso, e di essermi reso sospetto per aver espresso gli stessi dubbi. Fortunatamente per me, tutto ciò è avvenuto oralmente. Ma nondimeno mi chiedo dove arriveranno certe persone in nome della probità scientifica! Avete scatenato la muta [dei cani]. Coraggio per i giorni a venire! Può darsi che dei colleghi si sveglieranno dal loro letargo. A meno che l’Università sia diventata – come pure credo – totalmente obbediente”.

Jean Beaufret (1907-1982)
  
BHL: “Stupore e tristezza, ogni volta che riapprendo […] che Jean Beaufret, il discepolo preferito dell’autore di Sein und Zeit, è stato ed è morto faurissoniano” (“Le Bloc-Notes de Bernard-Henri Lévy”, Le Point, 21 maggio 1999, p. 170).