Berlusconi: un Salame anche in geopolitica

Non mi ero reso conto, fino a poco tempo fa, della dimensione squisitamente esoterica della politica. Non mi riferisco ai poteri occulti, che pure esistono, ma alle questioni energetiche. Scriveva a suo tempo Renzo Guolo che “la partita sull’energia è politica allo stato puro”[1]. Ma è proprio a questo livello che non solo le informazioni scarseggiano ma persino i giornalisti “esperti del settore” brancolano nel buio. A volte però, basta anche un indizio per capire che aria tira. Come una faccia, un’espressione. La faccia di Berlusconi di questi tempi, ad esempio, è più parlante di un articolo di geopolitica. Il colore terreo che ha da qualche mese la faccia del presidente del Consiglio non è dovuta al cerone su cui si è spesso ironizzato ma all’enorme pressione che sente su di sé da quando ha intrapreso una politica energetica giudicata lesiva degli interessi americani in Europa.

Qualcuno a suo tempo lo aveva previsto:

“L’America vuole costruire un “engagement” con la Russia, trovare soluzioni ai problemi delle condotte attraverso l’Ucraina; con la presidenza Obama è diventato possibile anche discutere dei missili in Polonia, della posizione della Georgia nel Caucaso. Ma certo questo engagement non può voler dire regalare a Mosca l’Europa e il Mediterraneo. D’altro canto alcuni a Washington pensano che South Stream è irrealistico, e che non partirà mai. Altri però pensano che semplicemente continuare a spingere su South Stream può essere sufficiente a far morire Nabucco e quindi occorre porvi un freno rapidamente. In questo c’è una scadenza temporale. A fine settembre [2009] ci sono le elezioni in Germania, se il partito di Schroeder (altro paladino di South Stream) come si prevede perde ed esce dal governo, l’entusiasmo tedesco per il progetto scema e l’Italia e Berlusconi restano “con il cerino in mano” nel sostegno di South Stream tra i paesi europei importanti. Allora l’oggettiva pressione sul capo del governo italiano potrebbe diventare enorme. Perché diventa interesse degli americani bloccare South Stream non in Russia, per non guastare i delicati rapporti con Mosca, ma in Italia, dove per mille motivi può essere più facile”[2].

In realtà, le cose non sono andate esattamente così: è vero che Schroeder è uscito dal governo ma non solo l’interesse dei tedeschi per il South Stream non è scemato ma il progetto interessa anche i francesi[3]. Però Berlusconi la pressione l’ha sentita, eccome se l’ha sentita. Per cavarsi d’impiccio, nonostante la delicatezza e il livello della partita, ha pensato bene qualche mese fa di mettere i piedi su due staffe, e mandare avanti Scaroni, l’amministratore delegato di Eni, a dire che bisogna unire Nabucco e South Stream[4] – due progetti che però sono alternativi non solo da un punto di vista industriale ma, soprattutto, geopolitico.

Un passo falso. E infatti, anche uno studioso non certo sospetto di simpatie per la Russia come Carlo Stagnaro ha scritto che la “proposta Scaroni” è dubbia sotto il profilo industriale e sa molto di “gioco politico”[5].

Un pessimo gioco: non metti i piedi su due staffe quando stai, come è il caso di Berlusconi, che ha toccato i fili – energetici – dell’alta tensione, sull’orlo del baratro[6]. Una furbata, e pure maldestra.

E Putin non ha gradito[7], come non ha evidentemente gradito la proposta successiva, sempre di Scaroni, di rifornire il Nabucco trasportando via nave il gas dal Turkmenistan[8], quel Turkmenistan in cui l’Eni, finora unica compagnia occidentale ad averne il privilegio, è entrata proprio grazie ai buoni uffici del medesimo Putin[9].

Sono cose che non si fanno. E infatti, nell’ultimo incontro del 12 Ottobre, Berlusconi si è infine reso conto pure lui che non può trattare Putin come tratta in Italia Bersani o D’Alema (e cioè come trattava le donnine che incontrava ai suoi bei dì sulle navi da crociera). È curioso come nessuno si sia accorto dell’espressione torva, da “Dead Man Walking”, che aveva Berlusconi nell’occasione. Espressione cui faceva da contrasto la tranquillità imperturbabile di Putin.

Ma non era stato Berlusconi a definire Putin, peraltro giustamente, anche dal suo punto di vista, “dono di Dio”? In effetti, quell’uscita era comprensibile: abituato a giostrare con i nani di casa nostra, Berlusconi aveva trovato in Putin il leader capace di dare finalmente un senso e uno scopo alla sua trista vita. Di farlo entrare nella storia, permettendogli di partecipare da protagonista alla costruzione del mondo multipolare, quello del 21° secolo. E nonostante ciò, Berlusconi ha provato a bidonare anche lui.

Pessima idea. A quel punto è stato inutile anche provare a rimediare offrendo quote Mediaset ad acquirenti russi[10]: ormai anche Putin ha imparato a conoscere Berlusconi. Il risultato è che non solo Scaroni si è dovuto rimangiare la furbata[11], ma Mr B non è stato invitato da Sarkozy ai colloqui sulla sicurezza con Germania e Russia[12], pur essendo l’Italia il secondo partner della Russia per l’energia.

Ha ragione Blondet: Berlusconi è proprio un Salame.

[1] http://ricerca.gelocal.it/corrierealpi/archivio/corrierealpi/2009/10/24/BA4PO_BA402.html
[2] http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=37957
[3] http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201010191118097961&chkAgenzie=TMFI&sez=news&testo=&titolo=No%20comment%20su%20profit%20warning,%20Eni%20apre%20ai%20tedeschi%20in%20South%20Stream . Qui, ulteriori notizie: http://estjournal.wordpress.com/2010/10/12/speciale-il-nabucco-non-va-su-ali-dorate-cosa-esce-dal-vertice-berlusconi-putin/
[4] http://www.aspeninstitute.it/aspenia-online/article/unire-nabucco-e-south-stream
[5] http://www.diariodelweb.it/Articolo/Opinioni/?d=20100313&id=132320
[6] http://andreacarancini.blogspot.com/2010/10/giulio-tremonti-e-il-cefis-di.html
[7] “La Russia respinge “con veemenza” l’idea lanciata dall’ad di Eni, Paolo Scaroni, di unire per un tratto i due gasdotti rivali”: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2010/03/visti-da-lontano-gasdotti-mosca-south-stream-nabucco.shtml?uuid=5a63c2b0-30f9-11df-b27c-5b7931933a22&DocRulesView=Libero
[8] http://www.aspeninstitute.it/aspenia-online/article/unire-nabucco-e-south-stream
[9] http://www.qualenergia.it/view.php?id=1622&contenuto=Articolo
[10] http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-19270.htm
[11] “Senza il gas russo la sua esistenza [del Nabucco] non sembra giustificata”: http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201010191118097961&chkAgenzie=TMFI&sez=news&testo=&titolo=No%20comment%20su%20profit%20warning,%20Eni%20apre%20ai%20tedeschi%20in%20South%20Stream
[12] http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Russia-Ue-vertice-informale-a-Deauville-per-Sarkozy-Merkel-e-Medvedev_311122567682.html