Erdogan: un altro "Morobondo"?

Ho pensato di aprire su questo blog un osservatorio sulla Turchia. Grazie all’apparizione di un leader come Erdogan, infatti, questa nazione è ora l’unica pedina della Nato non allineata all’ortodossia sionista. Quando ho letto delle coraggiose, schiette, prese di posizione di Erdogan in favore dei palestinesi e di una pace equa in Medio Oriente, quando ho visto la sua mancanza di sudditanza nei confronti degli americani e degli israeliani, ho pensato che rischiava grosso: i precedenti non mancano[1]. E infatti, puntuale – la notizia è di qualche settimana fa - è giunto l’avvertimento dell’”affare Ergenekon” (foto), il progetto cioè di colpo di stato della “Gladio del Bosforo”[2] per riportare la Turchia allo spartito suonato fino al 2003, anno in cui Erdogan è diventato primo ministro. Un avvertimento che mi ha fatto venire in mente il “tintinnar di sciabole” del Piano Solo[3], il progetto di colpo di stato fatto balenare nel 1964 per scoraggiare i primi, timidi, tentativi di disgelo di Moro e Nenni durante la Guerra Fredda. Erdogan, ripeto, è un soggetto a rischio: i capi dell’”Organizzazione” (così è chiamata la Nato in alto loco) non amano i politici indipendenti. Se ne accorse a suo tempo proprio Moro, la cui uccisione venne pronosticata con largo anticipo da Mino Pecorelli nel fatidico articolo “Moro…bondo”[4]. La reazione di Erdogan contro i golpisti è stata però alquanto diversa da quella dei politici italiani dell’epoca, il che è di buon auspicio: se qualcuno ti vuole morto, meglio vendere cara la pelle!
[1] Vedi gli attentati subìti a suo tempo da Charles De Gaulle, rievocati da Vincenzo Vinciguerra nel suo saggio L’Organizzazione: http://www.marilenagrill.org/Articoli_2008/L
[2] http://blog.panorama.it/mondo/tag/ergenekon/
[3] http://it.wikipedia.org/wiki/Piano_Solo
[4] http://www.rifondazione-cinecitta.org/moro22.html