Piccola vittoria per Zündel


AGGIORNAMENTO SUL CASO ZǛNDEL

Di Ingrid Rimland Zündel[1]

Sono felice di riferire una piccola vittoria riguardante la battaglia legale di Ernst contro il sistema giudiziario, giudaizzato e criminale, della cosiddetta Repubblica Federale Tedesca, così come viene praticato a Mannheim.

Ieri, Ernst mi ha chiamato due volte e mi ha detto che un tribunale ha deciso in suo favore – e che la decisione di questa Corte di Appello è “categorica”.

Come avevo scritto a suo tempo, l’amministrazione del carcere di Mannheim, indubbiamente sotto la frusta dei propri padroni sionisti, aveva arbitrariamente sequestrato gran parte della posta di Ernst sin dall’epoca del suo arresto e della sua condanna per aver “diffamato la memoria dei morti” – in base al famigerato articolo 130, totalmente antidemocratico, che punisce ogni dubbio sulla versione ortodossa del cosiddetto “Olocausto”, con ammende e con il carcere fino a cinque anni!

La ragione ufficiale fornita per il sequestro della posta fu che gli amici e i sostenitori di Ernst da tutto il mondo – persino dalla Birmania! – lo ammirano e lo sostengono come un campione globale della Libertà di Parola e come un idolo della dissidenza politica e lo elogiano per la sua posizione tenace contro la richiesta dei sionisti di provare “rimorso” e di chiedere scusa.

Secondo i criteri aberranti della servizievole “Bundesrepublik”, tali lettere rafforzano Zündel nella sua “criminalità”.

Devo anche dire che molte, se non la maggior parte, di queste lettere non sono mai state aperte – è stato dedotto per “chiaroveggenza” che dovevano contenere elogi deprecabili, sabotando in tal modo e impedendo la “riabilitazione” di Ernst quale “criminale”!

C’è qualcosa di più assurdo?

Per quanto ne sappiamo, vi sono ancora circa 1.700 e più lettere, risalenti al 2005, e un gruppo più recente di 185 lettere, sequestrate dall’epoca della sua condanna dopo un processo-show di stampo staliniano. Ovviamente, Ernst si è opposto a questo sequestro illegale e immorale, e ora una Corte di Appello ha rinviato il caso ad un tribunale locale, ordinando alle autorità competenti di SPECIFICARE ESATTAMENTE, lettera per lettera, la ragione del sequestro.

Questo implica che ogni lettera dovrà essere aperta, letta e valutata PER ISCRITTO, quanto al danno che ne deriverebbe a Ernst grazie all’elogio tributatogli dai suoi amici e sostenitori per la sua scelta coraggiosa di dire la Verità al Potere. Quale potenziale tesoro per i futuri ricercatori!

In alternativa, essi potranno solo consegnargli le lettere.

La nostra supposizione è che il sistema giudiziario ideologicamente pervertito di Mannheim cercherà di guadagnare tempo – o, in alternativa, studierà un altro imbroglio. Per quanto ne so, questa è la prima volta che il trattamento previsto per i dissidenti politici di Sion viene documentato da un tribunale superiore. Se la cosa sembra strana e, come vittoria, alquanto piccola, pensiamo al fatto che nei processi tedeschi contro Zündel le trascrizioni stenografiche non sono mai state permesse, come invece è prassi nelle corti anglosassoni – e che persino per gli avvocati difensori c’è la possibilità di finire in galera se si azzardano a sottoporre prove forensi per dimostrare che il vantato “Olocausto” è solo una mistificazione.

Questi insetti moralmente degenerati dei corridoi del potere agiscono sempre nell’ombra, evitando le carte processuali. Ora è stato loro ordinato di fornirne una, da mettere agli atti – o altrimenti di ammettere la sconfitta.

Restate in ascolto.

Ingrid Rimland Zündel
[1] Traduzione di Andrea Carancini