Churchill e Roosevelt: due mostri del 20° secolo


Lo scrittore David Gordon ha fatto delle interessanti osservazioni su Human Smoke, il libro sulla seconda guerra mondiale di Nicholson Baker che ha suscitato l'ira degli ambienti neoconservatori (http://mises.org/story/2966# ). La colpa di Baker: quella di aver documentato l'attitudine guerrafondaia di Churchill e Roosevelt e il loro totale disprezzo per ogni remora umanitaria.

Anche se pochi oggi lo ricordano, Churchill si distinse per ferocia già nel corso della prima guerra mondiale. Come Capo dell'Ammiragliato, supervisionò il blocco navale contro la Germania, che provocò la morte di centinaia di migliaia di civili (su questo si veda: http://www.unive.it/media/allegato/dep/Ricerche/1-I_primi_campi_di_concentramento.pdf ).

Un blocco che non venne rimosso neppure dopo l'armistizio dell'11 Novembre 1918. Churchill lo mantenne fino a che la Germania non firmò il Trattato di Versailles nel 1919. Anche se Baker non lo dice, la generazione dei giovani tedeschi dell'epoca fu spinta a diventare nazista proprio a causa della ferocia inglese.

Non basta: nel libro The Aftermath, pubblicato nel 1929, Churchill disse che se la Germania nel 1918 non si fosse arresa sarebbe stata bombardata con i gas tossici. Quando, nel Settembre del 1939, la guerra scoppiò nuovamente venne ripristinato il blocco navale. Herbert Hoover protestò con forza: era davvero necessario far morire di fame donne e bambini innocenti? Churchill fu irremovibile.

Ma c'è di più: nel corso della seconda guerra mondiale riuscì persino a superare la reputazione di ferocia che si era conquistata nel 1915-1918. Nella prima guerra mondiale, infatti, i bombardieri non erano stati ancora utilizzati per terrorizzare i civili. Churchill fu un ardente sostenitore di questa soluzione, e quando diventò primo ministro, nel 1940, dispose immediatamente un piano di bombardamento delle popolazioni inermi. Fu proprio l'Inghilterra infatti, e non la Germania, a iniziare i bombardamenti delle città. L'averlo fatto notare costò all'epoca al vescovo George Bell la carica di Arcivescovo di Canterbury.

La tattica di bombardare i civili era del resto molto popolare presso l'opinione pubblica inglese. L'ispanista Gerald Brenan scrisse in proposito: "Ogni donna e ogni bambino tedesco che vengono uccisi sono un contributo alla sicurezza e alla felicità dell'Europa futura".

Franklin Roosevelt rivaleggiò con Churchill per il suo disprezzo delle regole, giuridiche e morali, della guerra. Molto prima dell'attacco giapponese contro Pearl Harbor, sperava che i cinesi bombardassero le più importanti città giapponesi. Grazie alla grande concentrazione di edifici di legno, intere città potevano essere facilmente incendiate. Naturalmente, i raid americani contro Tokyo mostrarono in seguito che Roosevelt aveva visto giusto nel prevedere le spaventose conseguenze di tali direttive.

L'immoralità di Churchill e Roosevelt non rimase confinata alla violazione delle leggi di guerra. Da quando Hitler era salito al potere, il 30 Gennaio del 1933, la situazione degli ebrei era diventata sempre più precaria. Hitler voleva cacciarli dalla Germania e quelli tra loro desiderosi di emigrare erano incoraggiati a farlo dal regime nazista. Roosevelt non fece nulla per aiutarli.

Si rifiutò di allentare le rigide quote d'immigrazione per permettere agli ebrei di rifugiarsi in America. Churchill non fu da meno.

Si domanda Gordon: "Date le sinistre circostanze [che gravavano sugli ebrei], non sarebbe stato un chiaro imperativo morale evitare lo scoppio della guerra e, se possibile, assicurare l'evacuazione degli ebrei da quelle zone dell'Europa suscettibili di cadere sotto il controllo tedesco? Inoltre, una volta che la guerra era scoppiata, non sarebbe stato doveroso fare il possibile per farla cessare?"

Churchill rifiutò ogni proposta di accordo. Continuò il blocco, una mossa che poteva solo esasperare la politica nazista più estrema. Ancora una volta, Herbert Hoover protestò, facendo notare che il blocco rischiava di far morire di fame i bambini di Varsavia, ma senza esito. "A Varsavia", disse Hoover, "il tasso di mortalità dei bambini è dieci volte maggiore del tasso di natalità e i cadaveri giacciono nelle strade...La causa degli Alleati ha fatto progressi grazie a questa moria di bambini?"

I difensori di Churchill sostengono che non aveva scelta: Hitler voleva impadronirsi dell'Europa, e se la guerra non fosse stata dichiarata nel 1939, o se l'offerta di pace di Hitler del 1940 fosse stata accettata, l'Inghilterra avrebbe dovuto combattere da una posizione di debolezza o, ancora peggio, avrebbe dovuto accettare la supremazia tedesca (quelli che non si accontentano di queste spiegazioni e che vogliono approfondire l'argomento possono leggere il classico di A. J. P. Taylor: Le origini della seconda guerra mondiale, stampato in Italia a suo tempo da Laterza).

Tuttavia, conclude Gordon, considerati gli spaventosi massacri e le distruzioni della guerra, sarebbe stato possibile fare delle scelte migliori di quelle compiute da Roosevelt e Churchill.