La persecuzione di uno studioso tedesco




GERMAR RUDOLFLA PERSECUZIONE DI UNO STUDIOSO TEDESCO[1]

Immaginate un esperto in analisi del DNA. Gli viene chiesto di verificare se un imputato è il padre di un bambino. Egli ubbidisce e conferma la paternità dell’imputato. Con la sua perizia, tuttavia, l’esperto contraddice le affermazioni di molti testimoni che sostengono il contrario. Immaginate che il giudice decida di non ammettere la perizia perché costringe il pubblico a ritenere che i testimoni abbiano mentito con motivazioni riprovevoli. Il giudice arriva persino a mettere sotto accusa il perito per aver istigato all’odio contro i testimoni e lo condanna a 14 mesi di prigione. Pensate che non possa succedere? Invece succede: in Germania.

Lo studioso tedesco Germar Rudolf ha scritto, curato e pubblicato numerosi articoli accademici, brochure, libri e riviste – in lingua tedesca e inglese – sia nel suo paese natale che all’estero. Fino alla sua improvvisa deportazione dagli Stati Uniti nel Novembre del 2005, egli è stato il proprietario di una casa editrice di livello universitario che si è concentrata su studi scientifici e archivistici riguardanti argomenti storici ben precisi. Egli è stato lodato come un accademico di alto livello da molti professori sparsi per il mondo. Tuttavia le autorità tedesche lo hanno imprigionato a causa del suo successo di studioso, per i suoi scritti accademici rivoluzionari.

Il crimine di Rudolf? Non avere obbedito ad una legge penale tedesca che costringe chiunque ad avallare la versione ufficiale di un dettaglio della storia tedesca. Vi potreste chiedere quale sia questo dettaglio ma sicuramente non importa perché un governo che fissa per legge la storiografia – con una legge penale – sta ordinando ai suoi cittadini quello che devono pensare, e questa è l’esatta definizione di una dittatura. Punto.

Riassumiamo le “colpe” di Germar

Un accademico trattato come criminale del pensiero

Era stato chiesto a Germar Rudolf da vari team legali di testimoniare come esperto di chimica in alcuni processi (in Germania). Tuttavia i giudici rifiutarono di ascoltare la sua testimonianza, e questo in aperta violazione della legge tedesca, che non permette il rifiuto di periti già presenti nell’aula del tribunale.

La perizia di Rudolf rifiutata dai giudici venne allora pubblicata da un imputato che l'aveva richiesta per la propria difesa. Questo imputato considerava d’importanza vitale attrarre l’attenzione su questa soppressione illegale di prove, attenzione che egli cercò di attrarre aggiungendo un’introduzione e un’appendice perfettamente legittime, sebbene di tono polemico, al rapporto di Rudolf. A causa della pubblicazione di questa perizia[2] Rudolf venne condannato a 14 mesi di prigione. La corte argomentò che le scoperte di Rudolf, insieme ai commenti dell’imputato, potevano suscitare emozioni ostili contro i testimoni, le cui testimonianze erano in contrasto con le scoperte di Rudolf.

Un anno più tardi Rudolf pubblicò un voluminoso libro scientifico su argomenti analoghi, pubblicazione che gli provocò un’altra incriminazione.[3] Sebbene degli storici abbiano testimoniato nel corso di quest’ultimo processo che l’opera di Rudolf è di livello scientifico e pertanto è [o almeno dovrebbe essere] protetta dalla Costituzione tedesca, il libro venne nondimeno confiscato e bruciato per ordine del tribunale.[4] In conseguenza di questo fatto Rudolf fuggì in Inghilterra, dove fondò una piccola casa editrice,[5] finalizzata alla pubblicazione di testi analoghi a quelli per i quali era stato condannato in Germania. Il risultato fu che la Germania chiese la sua estradizione. Perciò Rudolf volò in America e chiese lì asilo politico.

Rudolf ha continuato le sue attività editoriali nella “Terra della Libertà”, lodato da studiosi sparsi per il mondo, ma odiato dalle autorità tedesche. Rudolf ha sfidato e delegittimato la censura tedesca, considerata una delle più dure a livello internazionale. Perciò, nel corso degli anni, si sono accumulati nei suoi confronti più di 30 procedimenti penali,[6] per i suoi pacifici “reati d’opinione”, ognuno dei quali perfettamente legali in America ma punibili fino a 5 anni di prigione in Germania. Le autorità tedesche sono arrivate persino a ordinare la confisca dei beni di Rudolf, con la motivazione che sono stati acquisiti grazie alle sue attività “illegali”.

Gli Stati Uniti sono ancora un rifugio sicuro per i perseguitati?

Nel 2004, il Servizio Immigrazione e Naturalizzazione degli Stati Uniti (INS, ora diventato ICE, Immigration and Customs Enforcement) rifiutò la richiesta di asilo politico fatta da Rudolf.[7] I suoi funzionari ordinarono che egli venisse deportato in manette, bandito a vita dagli Stati Uniti, senza possibilità di rimedio. Nemmeno il suo matrimonio con una cittadina statunitense, in attesa di un suo figlio, venne preso in considerazione.

Le ragioni fornite dall’INS-ICE sono state le seguenti:

La Germania è una democrazia, uno stato di diritto. Perciò Rudolf non sta fuggendo da una persecuzione ma da un legittimo processo.
Considerando il passato nazista della Germania, è giusto censurare i suoi cittadini per impedire che il nazismo ritorni di nuovo.
Rifiutare le prove è OK, perché anche gli Stati Uniti hanno regole che permettono di rifiutare le prove. Vale a dire che se un esperto ha già provato un punto in discussione, il testimone che contraddice questo esperto può essere rifiutato.
La richiesta di Rudolf [di asilo politico] venne definita “frivolous” (ingannevole), catalogata quindi come la più grave violazione delle leggi sull’immigrazione, e provocando perciò la più severa delle punizioni.

Questa decisione dell’INS-ICE fu vergognosa, perché[8]:

Autodefinirsi una “democrazia” non rende di per sé democratico il paese in questione. Quasi tutte le dittature si autodefiniscono “democrazie” e “stati di diritto”. La prova [di come stanno davvero le cose] si trova nella documentazione [della violazione] dei diritti civili in Germania, non nei libri di legge.
Giustificare la censura tedesca è come dire: “Poiché la Germania ha perseguitato delle minoranze, imprigionato i dissidenti, e bruciato libri in passato, allora adesso ha l’obbligo di perseguitare delle minoranze, imprigionare i dissidenti, e bruciare libri”!
L’INS ha rivoltato la frittata: la Germania non solo rifiuta, ma incarcera gli esperti le cui ricerche si trovino in contraddizione con le dichiarazioni di certi testimoni.
Rudolf è venuto a conoscenza dell’accusa di aver fatto una richiesta “ingannevole” solo al momento del verdetto, verdetto che non ha fornito alcuna prova di ciò. E’ come se qualcuno fosse processato per furto, e poi condannato per omicidio, senza prove!

Abortito il giusto processo

A parte i suoi rapporti con l’INS-ICE, Rudolf ha intentato delle cause legali nei tribunali federali statunitensi che, a differenza dei suddetti precedenti, sono andate avanti e continuano ad andare avanti in modo generalmente favorevole. Nell’Ottobre del 2005 l’ICE ha interferito con il corso di queste cause e dopo una breve incarcerazione ha deportato Rudolf in catene[9] in Germania, dove egli è stato immediatamente recluso in una prigione di massima sicurezza vicino Stoccarda.[10] Nel periodo tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007 egli è stato processato a Mannheim, dove gli è stata comminata una condanna a 2 anni e 6 mesi, da scontarsi dopo aver scontato la precedente condanna a 14 mesi.

Una sentenza favorevole del Marzo del 2006 ha confermato il diritto di Rudolf a tornare negli Stati Uniti in base al suo matrimonio con una cittadina americana. Contro questa decisione ha presentato ricorso l’ICE, secondo cui il suo nuovo regolamento può essere applicato a Rudolf in modo retroattivo. Questa tesi è stata sfidata in tribunale da Rudolf nel Settembre del 2007 ma finora il tribunale non si è pronunciato. A parte gli argomenti legali, il fatto è che l’ICE sta facendo tutto il possibile per negare a Rudolf la residenza negli Stati Uniti. L’autorità di quest’agenzia puramente amministrativa è però grande in questo campo, poiché i soggetti coinvolti non hanno ancora i diritti di chi possiede la cittadinanza. Tuttavia il tribunale ha ancora l’ultima parola, ammesso che il richiedente possa sostenere la lunga durata prevista dalla causa.

Il più importante dissidente del mondo in materia di storia

La ragione di tutto questo? Germar Rudolf è stato il più importante editore del mondo di studi indipendenti sull’Olocausto, e quando si dice indipendenti si intende non dipendenti da enti governativi. Egli ha pubblicato ricerche di livello universitario che hanno riesaminato criticamente e corretto le opinioni generalmente date per certe sull’Olocausto, ricerche che hanno nello stesso tempo confermato le ingiuste sofferenze inflitte agli ebrei durante la seconda guerra mondiale.

[…]

Ma dubitare della versione ufficiale dell’Olocausto, anche confermando l’ingiustizia commessa contro gli ebrei, offende i poteri forti degli Stati Uniti. In Germania è un crimine così grave che le autorità tedesche non solo imprigionano i dissidenti, bruciano i loro libri, e bloccano i loro siti internet, ma mettono anche fuori legge quelle petizioni rivolte a introdurre le prove contrarie [a quelle "ufficiali"] nei tribunali, e mettono sotto processo quegli avvocati difensori che osano presentarle.[11]

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.germarrudolf.com/
[2] http://www.germarrudolf.com/persecute/docs/ListPos17_e.pdf
[3] http://vho.org/GB/Books/dth/fndintro.html
[4] http://www.germarrudolf.com/persecute/burn.html
[5] http://vho.org/
[6] http://www.germarrudolf.com/persecute/MoreCrimes.html
[7] http://www.germarrudolf.com/persecute/docs/RulingINS2003.pdf
[8] http://www.germarrudolf.com/persecute/docs/Appeal.pdf
[9] http://www.germarrudolf.com/persecute/MoreCrimes.html
[10] Nota del traduttore: nel frattempo le condizioni carcerarie di Rudolf sono fortunatamente migliorate; vedi: http://andreacarancini.blogspot.com/2008/03/la-germania-incarcera-gli-scienziati.html
[11] http://germarrudolf.com/civil/