Antonio Caracciolo: Intervista al quotidiano Il Tempo




 

Dal sito del quotidiano Il tempo:

http://www.iltempo.it/politica/2016/02/18/accuse-olocausto-e-5-stelle-ecco-perche-mi-hanno-escluso-1.1510381?localLinksEnabled=false

Accuse, olocausto e 5 Stelle Ecco perché mi hanno escluso"

Caracciolo: "Su di me tante falsità senza riscontri Io ho sempre difeso la libertà di espressione"  


Non parlerebbe con un giornalista neanche morto. Ma la voglia di ricostruire una vicenda per cui è stato sbattuto su tutti i giornali è forte. Alla fine, Antonio Caracciolo, ricercatore alla prima università di Roma, è un fiume in piena. Lui che ha curato le principali edizioni italiane di Carl Schmitt e insegna alla «Sapienza» da più di vent’anni, era nella lista del MoVimento 5 Stelle alle prossime elezioni comunali di Roma ma i vertici del «non partito» l’hanno escluso vista la sua fama di «negazionista». È stato accusato anni fa di aver definito l’Olocausto una «leggenda», di aver messo in dubbio l’esistenza delle camere a gas. Tutto falso, replica, e si dilunga sulla sua storia e sull’impegno al fianco del MoVimento di Grillo. Anche se adesso, dice, riprendendo una frase di Forrest Gump usata spesso dal comico genovese, «sono un po’ stanchino».

Professor Caracciolo, è finito sui giornali ed è stato escluso dalla lista a 5 Stelle. È dispiaciuto?
«Mi hanno fatto uno scherzetto ma non la prendo come un’offesa personale. Sono anni che mi ostacolano in parecchi a causa della mia battaglia contro l’introduzione del reato di negazionismo».
È deluso per come l’ha trattata il MoVimento 5 Stelle?

«Non getterò fango sul MoVimento. Certo mi è arrivata la lettera che mi informa che "in seguito a segnalazioni..." hanno deciso di togliermi dalla lista dei candidati. Potevano sentirmi, ecco tutto, invece si sono fatti sviare dalla stampa e dalla regìa che c’è dietro. Si sono spaventati, non dovevano. Peraltro nei moduli che ho presentato per candidarmi avevo scritto del mio impegno per la libertà di espressione».
Bè, professore, hanno scritto che lei avrebbe negato l’olocausto...

«Non è vero. L’origine di questa storia è il 22 ottobre del 2009. Quel giorno è uscito un articolo su Repubblica che manipolava alcune mie riflessioni, sostenendo che io avrei fatto delle lezioni negazioniste. Tutta colpa del giornalista. Il titolo dell’articolo era "Shock all’università". Ovviamente la Sapienza si era allarmata, ho subìto un procedimento disciplinare che si è concluso con una piena assoluzione. Ho mandato lettere di rettifica a Repubblica ma non le hanno mai pubblicate, ne ho fatta mandare una anche dall’avvocato ma niente. Ho fatto due azioni civili, contro Repubblica e contro un giornale calabrese: la prima l’ho persa perché non avevo firmato anche io sotto la sigla del mio avvocato, la seconda l’ho vinta».
Scusi se insisto professore ma lei è negazionista o no?

«Respingo il termine negazionista. È soltanto un concetto polemico che vuole denigrare e intimidire le persone».

Riformulo: c’è stato l’olocausto?

«Ma allora non ha capito! Io quelle frasi lì non le ho mai dette, sono state manipolate. Tra l’altro non mi occupo di olocausto o nazismo ma di filosofia del diritto e di libertà di pensiero. E con questa domanda lei mi sta chiedendo una professione di fede. Pensi che io sono cattolico ma non recito mai il Credo perché è molto più vicino alla mia sensibilità il Padre nostro».
Quindi non risponde?

«Non le dico né sì né no. Ribadisco che ci sono persone che spendono la loro vita a studiare queste cose. Io sostengo che hanno il diritto a esercitare la piena libertà di pensiero e di insegnamento, poi il vero e il falso risulteranno dal confronto. Ma lei sa che dal 1994 in Germania sono stati aperti 200 mila procedimenti penali per reati di opinione che riguardano nazismo e olocausto?».

In questa vicenda ha qualche motivo di soddisfazione?

«Mi stanno arrivando tantissime richieste di amicizia su Facebook. C’è la gogna mediatica ma anche quest’elemento di conforto».
Torniamo alla politica. Cos’è per lei il MoVimento 5 Stelle?

«È una forma embrionale di democrazia diretta».

Ma non le sembra che la democrazia diretta sia sempre «diretta» da qualcuno?

«Questo è un aspetto controverso, su cui si può discutere ma spesso non ci si arriva nemmeno. Ad esempio, Massimo Cacciari ha detto che la democrazia diretta è un’idiozia. Semmai, dico io, un’utopia. Non lo capisco Cacciari, lo vedo in tv tutte le sere, dovrebbe fare l’attore».

Non sarà più candidato ma continuerà a impegnarsi per Roma?

«Vorrei contribuire alla maturazione politica del Paese. Per questo partecipo al MoVimento 5 Stelle».
Si aspettava la crescita esponenziale dei consensi del M5S?

«La sfiducia nei partiti tradizionali era tale che appena c’è stata un’alternativa gli italiani l’hanno colta».

Condivide le proposte del MoVimento?

«Sì, ma ho anche dei motivi di critica. Ad esempio io ho sempre sostenuto che le stelle non possono essere 5, come i temi principali che porta avanti il MoVimento, ma milioni di milioni, come diceva una pubblicità di un salame. Il MoVimento dovrebbe ampliare la sua politica».


Alberto Di Majo

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