Haramlik, Magdi Allam e i rossobruni 4 (il caso di Miguel "Gossip" Martinez)



Intrigo blog (II): il caso di Miguel “Gossip” Martinez

Di lia | Pubblicato: 1 luglio 2007


(Segue da:
1. Haramlik vs.Corriere: caccia alla “Talpa”
2. Intrigo blog (I): le sinergie più sorprendenti del mondo)

Parafrasando un vecchio detto:
You can take a man out of a sect but you can’t take the sect out of the man.
Ognuno è come è: mi sono resa conto, in questa storia, che il mondo è pieno di gente che si difende attaccando. Personalmente, tendo a difendermi cercando di capire cosa diamine succeda.
Lo spettacolo di Miguel Martinez che, in quei giorni, comincia a dichiarare che “conosce bene questa vicenda dall’inizio” (eppure io e lui, come ho sempre scritto, non ci eravamo mai sentiti, mentre si svolgeva), che “le cose non sono come sembrano” e che “non vorrebbe parlarne”, mentre ci fa una serie di post in successione, più vari commenti ammiccanti su blog altrui, mi riempie di assoluto stupore.
Quando leggo il post in cui sostiene la Valent attribuendomi però delle “attenuanti” – da un mio presunto “disagio psicologico” al bisogno di denaro – tutte le mie energie sono impegnate nello sforzo di razionalizzare gli eventi, onde evitare di essere travolta da una situazione che definire destabilizzante è poco.
Io non l’avevo mai vista in vita mia, gente di questo genere.
E’ stato tornare dall’Egitto e trovarmene un club intero, porca miseria: ma erano infiniti o cosa? Perché Miguel stava facendo insinuazioni di ogni tipo in un momento tanto delicato?
Dovevo capire, e non avrei trovato pace finché non avessi capito.
E, per capire, dovevo evitare di farmi risucchiare dalle parole e dovevo concentrarmi sui fatti.

Del chiedere – invano – a Martinez cosa diamine andasse insinuando

Se una non capisce, domanda. Che è esattamente quello che ho fatto:
Senti: se hai qualcosa da dirmi, è necessario che mi parli chiaro.
Altrimenti non capisco.
E sono anche stufa di tutto quello che è stato messo in piedi e che è falso come la peggiore patacca che io abbia mai visto in tutta la mia vita.
Ti ho chiesto mille volte di dirmi che cavolo di informazioni avessi che ti davano tante sicurezze. E non me lo dici. E non capisci che io non le ho.
Io non li capisco, i linguaggi trasversali.
Per cortesia, e te lo dico davvero, spiegami da cosa trai le tue certezze, i tuoi giudizi e le tue posizioni.
Per me è ostrogoto, non capisco.
Io so quello che ho vissuto io, che ero al centro di questa storia.
E che sto tacendo non per me ma per altri, mentre va in scena il peggio della falsità universale.

E ancora: “Continuo a non capire per quale motivo dici di sapere tutto di questa storia quando io e te non ci siamo mai sentiti per tutta la sua durata.
E’ una domanda vera, davvero non lo capisco
.”
Chiedo formalmente al Martinez il permesso di pubblicare tutto il nostro scambio di email di quei giorni, qualora volesse smentire anche solo una virgola di quello che dico.
Se non me lo darà, ovviamente non le pubblicherò.
Raccontare quale era la sua posizione autentica – posizione che io conosco attraverso quelle email, per forza – mi pare però doveroso, dopo essere stata da lui dipinta come una squilibrata a caccia di soldi.
Chiedendogli il permesso di pubblicare quelle email, offro a Martinez la possibilità di farsi sentire attraverso la sua voce, non attraverso il mio racconto.
Provo, intanto, a fare un riassunto puro, con il minor numero possibile di commenti da parte mia.
Alla mia prima richiesta di spiegazioni (“Hai intenzione di colpirmi da qualche parte pure tu?“) Martinez risponde ricordandomi (eh, sì…) una lite che io ebbi con Lisa Maccari, sua moglie, più di un anno prima.
La lite, peraltro assolutamente puerile, è questa: http://www.ilcircolo.net/lia/000925.php a cui seguì questo: http://paniscus.splinder.com/1131846125#6275936 e questo: http://paniscus.splinder.com/1132526931#6351357
E mi ricorda che, a un certo punto di quella sciocchissima lite, io gli avevo detto che “mettevo i miei sentimenti anche al di sopra dell’amicizia”, rivelandomi di avere basato i suoi rapporti con me, da quel momento in poi, sulla base di questa mia affermazione.
Non sto raccontando questo per divagare, ma perché è importante per capire la storia: credo ci passi il confine tra individualismo e settarismo, attraverso questo bizzarro problema tra me e Kelebek.
Perché io, quella mia frase, la ribadisco serenamente: ci passa anche il rispetto di sé, a mio parere, in quello che gli dissi.
Pare che ‘sta frase mi abbia causato dei guai a scoppio ritardato, però.

Reato di insubordinazione:

Lo scambio di email tra me e lui va avanti per un pezzo su discorsi assolutamente teorici: se anche io avessi avuto ragione nel merito della mia querelle con Piccardo, dice lui affermando che lo pensa persino, non avrei mai dovuto portare la questione sul mio blog. Nemmeno in forma anonima, come avevo fatto, perché siamo tutti “osservati” in una “guerra globale che non si gioca solo a Guantanamo”, e si capiva perfettamente di chi parlavo.
Quest’uomo mi sta punendo per il reato di insubordinazione”, penso io, mentre mi vengono alla memoria le scene della Guerra Civile spagnola e le epurazioni dei miliziani “incontrolados“. E’ persino buffo.
Non capisco perché non me lo abbia detto prima, però, che non era d’accordo con ciò che facevo.
E’ la prima volta che me ne informa, e pensa che momento ha scelto.
Allo stesso tempo, però, mi svela un lato laico di se stesso che, persa nel dichiarato filoislamismo che ci accomunava, io non avevo mai neanche sospettato.
E qui – che a Miguel piaccia o no – lo devo citare, in una considerazione che non è per nulla personale ma assolutamente politica:
L’Islam considera le donne come minori sotto tutela, che devono girare solo con il mahram e quant’altro, ma che proprio per questo devono essere *tutelate*.
La grintosa single autosufficiente a capelli scoperti, che la sera si beve il suo bicchiere di vino, non è prevista dal diritto islamico. E quindi è ovvio che il diritto islamico prevede forme di tutela che diventano semplicemente ridicole in questo caso.”

Oh, benissimo: apriamo una parentesi sull’islam che, tra l’altro, è l’unica cosa di cui io abbia veramente voluto parlare lungo tutta questa vicenda.
Lasciando perdere lo sciocco riferimento al vino, che in una “donna del Libro” è perfettamente lecito senza che, per questo, il Corano le consideri meritevoli di essere private dei propri diritti all’interno del matrimonio islamico, rimane la questione fondamentale: i principi di fondo del Corano sono ancora applicabili, oggi, qui e con donne capaci di farsi valere (che peraltro esistevano anche ai tempi del Profeta)?
In termini generali, questa è esattamente la questione che io ho posto a Piccardo.
E infatti, checché Magdi Allam ne dica, io non gli ho mai detto che se io e lui non fossimo arrivati a un accordo io avrei fatto il suo nome.
Io gli ho detto e scritto – nella famosa email, e molto chiaramente – che avrei portato la questione davanti alle organizzazioni islamiche italiane.
Le quali potevano anche dare ragione a lui, per carità!
Però, a quel punto, un bel po’ di islam europeo – dall’Ucoii a Tariq Ramadan – avrebbe fatto meglio a riformulare il suo discorso e, soprattutto, la sua proposta – e la sua propaganda – nei confronti delle donne, e ad esplicitare chiaramente la giustezza di un diverso trattamento delle donne di oggi rispetto allo stereotipo di cui parla Martinez.
O delle cristiane rispetto alle musulmane.
Per esempio.
Trattamento che, peraltro, l’islam propone in termini di rispetto, più che di tutela.
Questo, se Hamza Piccardo era rappresentativo di qualcosa.
Se invece – come diceva il Martinez – era solo “un editore di Imperia con la pancia”, interrogarsi sulla sua coerenza come portavoce era lecito.
Sennò posso farla pure io, a quel punto, la portavoce in Italia dell’islam europeo, e con il mio bicchiere di vino serale.

“Filoislamico a chi?”

Sta di fatto che, nel momento in cui avviene questo scambio di email tra me e Miguel, mi hanno già dato ragione tutti: dal presidente dell’Ucoii allo sheikh di Piccardo, dalla docente di diritto islamico da me consultata fino a Piccardo stesso. Il quale sta semplicemente combattendo per darli a me, i suoi soldini, e non alla Caritas come io gli chiedo di fare.
Rimane una sola persona a darmi torto, ed è Miguel Martinez.
Perché Miguel è un laico – apprendo in quel momento – e considera alcuni aspetti fondamentali dell’islam – l’articolo 20 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo nell’Islam, per esempio, documento peraltro tradotto da Piccardo – come modi per mantenere le donne come “minori sotto tutela”.
Ma che senso hanno per lui, a quel punto, tutti i miei post dall’Egitto su velo e affini che Miguel stesso ha fatto circolare e messo in linea sul suo sito?
Pensava che stessi facendo un lavoro di propaganda politico-terzomondista sostanzialmente insincero, fingendo di entusiasmarmi per cose in cui non credevo?
Pensava che scrivessi cazzate manipolatorie ad uso dei miei lettori e su cui, in privato, io e lui avremmo potuto strizzarci l’occhio?
Eh, bella domanda.
Forse lo pensava anche Piccardo, dopotutto.
Be': si sbagliavano.
La discussione teorica tra me e Martinez va avanti per diverse email e, devo dirlo, non è entusiasmante.
Io gliel’ho anche chiesto, a Miguel, perché non me le avesse fatte sul suo blog, le sue obiezioni “politiche”. Rispetto alle sue insinuazioni sui miei “squilibri mentali” e sulle mie “seti di denaro”, le avrei preferite di gran lunga.
Mi rispose che il blog è “il posto dove offrire il meglio di sé”, non dove litigare. Pensa te.
Piuttosto, io sono certa che lui sapesse che, di fronte all’ambiguità di una serie di sue insinuazioni vaghe e squisitamente personali, io, in quel preciso momento, non potevo replicare.
Mi aveva anche sondato, prima di iniziare a farle, con un paio di telefonate pseudo-amichevoli.
Mi voleva colpire, lo trovo evidente. Per farlo sceglie, assieme alla Valent, tutte le tecniche che, da quando esiste il mondo, vengono usate contro le donne: dal tirarne in ballo la sessualità allo svilirne il discorso attribuendolo non già alla razionalità, ma a non meglio precisati “disagi psicologici”, difficoltà economiche, incontrollati sentimenti in libertà e quant’altro.
Il tutto, in nome della presunta difesa di un islam che, visto da lui, è una specie di gruppo politico – la Brigata Islamica dei Compagni Antimperialisti, direi ad occhio e croce – in cui l’essere musulmani è una posizione squisitamente antisistema e totalmente priva di una sostanza propria e di una coerenza rispetto alla sua stessa propaganda.
E complimenti vivissimi, che vuoi che ti dica…
Potevate dirmelo prima.
Riusciamo comunque a uscire dalla teoria, con qualche difficoltà, anche perché io ho intanto deciso di starmene attaccata ai fatti come una patella su uno scoglio, e manco le teorizzazioni del Martinez riescono più a distrarmi.

Un po’ connivente, l’amico:

E così (ormai si è fatto febbraio, tra una email e l’altra) il Martinez mi rivela serenamente che a lui risulta che sia stato l’amico di Dacia, a girare la mia email al Corriere.
Mi dice pure in che modo: per fax.
Bello, esserne finalmente informata.
Ecco cosa intendeva dire, quando andava a insinuare in giro per il web che lui “conosceva i fatti”.
E parla dello stesso amico che Dacia difendeva a spada tratta, mentre mi gettava addosso tutto il fango che poteva, e con il divertito sostegno di Miguel stesso.
Le cose concrete che emergono dal mio scambio con Miguel Martinez, alla fine, sono queste:
1. Che lui sapeva, da ben prima dell’articolo, che questo amico di Dacia aveva una copia di quell’email. Cosa che io invece non sapevo e che apprendo in quel momento. E che se ne era stato zitto con me perché, fidandosi della sola parola della Valent, riteneva che lui ce l’avesse con il mio assenso.
2. Che gli era stato detto da subito che questa persona chiedeva alla Valent gli header della mia email e che lui si era applicato a convincerla a non darglieli.
3. Che non aveva ritenuto di dovermi informare in tempo di questa manovra che mirava a fare uno scandalo alle mie spalle e contro la mia volontà (se non fosse così, questo tizio avrebbe potuto benissimo chiederli a me, gli header…).
Non solo: non aveva nemmeno ritenuto di dovere informare Piccardo, ovvero la principale vittima finale di questa operazione.
Aveva mantenuto il segreto tra lui e Dacia o, forse, lo aveva condiviso con altri, ma non con le due persone colpite dallo scandalo.
4. A scandalo esploso, viene a sapere che quella email è arrivata al Corriere per fax: dal che si deduce che, chiunque glielo avesse detto, o l’aveva mandata personalmente oppure era in rapporti abbastanza amichevoli con chi l’aveva mandata da farsi dire persino con quali mezzi l’avesse fatto pervenire – illegalmente, sottolineo- a Magdi Allam. Personalmente, vengo a conoscenza di questo particolare da Miguel Martinez, e solo il 1 febbraio.
5. Che lo scopo delle sue pubbliche esternazioni a sostegno di Dacia Valent era quello di evitare attacchi di Dacia a lui stesso e di bloccare ipotetiche risposte mie a quanto scritto dalla Valent, che avrebbero teoricamente potuto aumentare il livello di ostilità tra me e lei e finire col coinvolgere lui.
E così, il suo intervento nella vicenda, unito a quanto scritto da Dacia, ottiene lo scopo di
gettare ombre sul mio ruolo – inesistente, e lui lo sapeva – nella pubblicazione dell’articolo del Corriere.
La mia posizione ne esce dunque indebolita, e ciò avviene, oltretutto, nell’esatto momento in cui io sono anche l’unica in condizione di protestare per la scorrettezza globale dell’articolo del Corriere.
Dovendomi ritrarre dal fango che viene sparso giusto nei giorni di maggiore attenzione attorno alla vicenda, non ho modo di fare rimbalzare la mia protesta come avrei potuto.
Direi che si perde una buona occasione per mettere in discussione la correttezza di Allam.
O no?
Be: Miguel Martinez preferisce portare avanti la tesi della correttezza della Valent, in tanto frangente.
E, soprattutto, gli pare un ottimo momento per ricordarsi della mia lite con sua moglie e per fare del suo meglio per demolire, a mo’ di ripicca a scoppio ritardato, la mia credibilità, e mentre mi scaglio contro Allam stesso.
Un Allam che, in tutta la blogosfera, era stato difeso solo da Dacia Valent.
Prego i miei lettori di alzarsi in piedi, a questo punto, e di tributare un sentito applauso a Miguel Martinez.
Un’analisi più approfondita e generale del ruolo “politico” che il Martinez sembra perseguire nella blogosfera, la rimando a un post successivo.
Nel prossimo, facciamo un po’ il punto della situazione.
Aggiornamento: Leggo che Martinez scrive chiedendomi quanto segue:
Il chiarimento in proposito delle “ulteriori” corrispondenze da lei scambiate con il giornalista in questione, a cui fa riferimento lo stralcio della sentenza del Garante, da lei pubblicato;
Invito Martinez a leggere meglio.
Lo stralcio dice testualmente che la RCS Quotidiani dichiara che:
Presso la propria banca dati “non esiste alcuna ulteriore corrispondenza intercorsa tra l’autrice dell’email del 7 ottobre e il ricorrente“.
Il ricorrente (ovvero colui che fa il ricorso) è Piccardo, non Allam.
E viene definito “ricorrente” lungo tutta la sentenza, a partire da qui.
Quindi, la RCS Quotidiani ha semplicemente dichiarato di non possedere altra corrispondenza tra me e Piccardo.
Vedo che abbiamo un po’ di problemi con la comprensione di alcune parole, da DESTINATARIO a RICORRENTE.
Per uno che di mestiere fa il traduttore, suppongo che ricorrere a un buon dizionario non sia difficile.
(Continua…)
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6 Commenti

  1. jcm
Pubblicato il 1 luglio 2007 alle 22:45 | Permalink
“Brigata Islamica dei Compagni Antimperialisti”
Questa te la copio. Comunque, a margine, ricordi di quando ti chiedevi se ti fossero rimasti ancora commentatori “laici” (in senso lato)? Credo che alcuni abbiano aspettato con fiducia il momento in cui ti saresti guardata attorno… altri no, ma pazienza!
jcm
  1. una
Pubblicato il 2 luglio 2007 alle 00:43 | Permalink
Lia, mi sto facendo un coso così a difenderti sul blog di Miguel. La sagra dei luoghi comuni si è scatenata, vomitevoli definizioni che infangano per primo il blog di Martinez. Se sul mio blog avessi commentatori di quel livello l’avrei già chiuso, e dire che ne ho di pazzoidi.
Non so se hai ragione o no o cosa, ma non tollero che si usino simili luoghi comuni da Costanzo Show nei confronti di una compagna.
Sarò pure 77ina, ma cazzo.
Un bacio
la timida donzella (che preferisce rimanere anonima qui e dal Martinez)
  1. Zamzam
Pubblicato il 2 luglio 2007 alle 00:57 | Permalink
Scusa se vado fuori tema, ma tra la tua campagna sul divorzio islamico e quella pro-fumatori (diversa da pro-fumo…e che non ha a che vedere con gente che va in giro a profumare l’aria visto che si parla di puzza!) di cui ho appreso solo ora, mi e’ piaciuta molto di piu’ quest’ultima, sei stata grande nel difendere la dignita’ dei fumatori che sono stigmatizzati solo in quanto tali. A me da’ un gran fastidio la puzza di alcol e il vedere le persone ubriache senza controllo, oltre a farmi paura, che facciamo? Si potrebbero ghettizzare anche quelli no? E che dire di quelli che si mettono le dita nel naso? Mi danno un fastidio che mi fa star male, mi vien la nausea, guarda, non potremmo imporre loro il burqa cosi’ almeno si possono fare le cosine loro dietro la tenda senza essere visibili? Perche’ in fondo e’ questo che si chiede ai fumatori no? Di essere invisibili che solo la vista sembra provocare danni irreparabili e scompensi ormonali.
Comunque anche sul divorzio islamico e tutto quel che ne e’ seguito ti stai difendendo bene, brava. Potresti darmi qualche consiglio su come potrei fare per provocarmi i tuoi stessi disagi psicologici cosi’ da poter scrivere tanto divinamente? Ed anche su come fai a trovare tanto tempo per occuparti di un blog di lusso mentre sei disperatamente bisognosa di soldi?
Grazie
  1. lia
Pubblicato il 2 luglio 2007 alle 01:10 | Permalink
C’è una cosa che io evito di fare fino allo spasimo, se solo mi è possibile: applicarmi nel seguire certi commenti e certe sarabande prevedibili quanto inutilmente sgradevoli. A un certo punto, chiudo e non seguo più, se non per rispondere su un piano concreto.
Vado dritta per la mia strada, quindi, e che dicano quel che gli pare.
Grazie, comunque. :)
  1. Hirondo
Pubblicato il 2 luglio 2007 alle 01:20 | Permalink
;) ..ho letto il testo a tre firme sul blog di martinez, firme grondanti orgoglio offeso, voglia di guelfi e ghibellini in eterna parata è l’immagine che ne riporto. mi domando solo a che pro – ti chiedano altrettanta liberatoria.. mi par ridicolo! ma anche ben altro.. sul resto hai già notato tu la loro lettura abbastanza “distratta”.
ciao, Fa.
  1. bluedanube
Pubblicato il 2 luglio 2007 alle 11:14 | Permalink
Hahaha, cara mia tu attiri perché – sotto, sotto – pensano che ti hanno ‘in pugno’ visto quello che scrivi.. ‘inguaribile brava ragazza’, ‘blogger intima’.. invece ti dimostri peggio di una leonessa appena ci provano.. allora la ‘brigata Islamica dei compagni antimperialisti’ si dimentica delle cause e della solidarietà e, panicati sono diventati un manico di adulti affetti da ADHD.. per motivi diversissimi hanno fatto branco e non si verrà ma i capo, non saprai mai (da loro) chi è stato il/la traditore/traditrice. Non te la prendere, pensa alle vacanze, un bacio.

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