Da Carlo Mattogno ricevo e pubblico:
Mentre
i patetici inquisitori nostrani si
lambiccano i loro scarni residui cerebrali intorno alla legge contro il
“negazionismo” olocaustico, appare un nuovo libro che demolisce il mito delle
“camere a gas” dei campi di concentramento
hitleriani:
“Nuovi
studi” contro il revisionismo: la storiografia olocaustica alla deriva,
Effepi, Genova, 2014, 199 pagine, con appendice documentaria e fotografica.
Nel
1983, sotto la pressione del revisionismo nascente, il fiore della storiografia
olocaustica europea pubblicò lo
studio “
Uccisioni in massa nazionalsocialiste mediante gas tossico. Una
documentazione”
che espose tutte le conoscenze
olocaustiche dell'epoca sulle “camere a gas” omicide per dimostrare la loro
esistenza in svariati campi di concentramento tedeschi.
Il
tentativo fu evidentemente fallimentare, se nel 2008 il fiore olo-accademico
sentì il bisogno di indire a Oranienburg un
convegno storico internazionale sullo stesso tema. I relativi atti sono stati pubblicati solo nel 2011, in un
volume di oltre 400 pagine intitolato “
Neue
Studien zu nationalsozialistischen Massentötungen durch Giftgas. Historische
Bedeutung, technische Entwicklung, revisionistische Leugnung” (“Nuovi studi
sulle uccisioni in massa nazionalsocialiste mediante gas tossico. Significato
storico, sviluppo tecnico, negazione revisionistica”), a cura di Günter Morsch
e Betrand Perz, con la collaborazione di Astrid Ley, Metropol, Berlino, 2011
.
Tuttavia,
nonostante le oltre 100 pagine dedicate al tema La ‘menzogna delle camere a gas’ nella propaganda revisionistica
internazionale, l'opera evita con grande cura di esaminare gli studi revisionistici
sulle pretese “camere a gas” e si esaurisce in considerazioni fumose e
inconsistenti. Oltre alle trite olochiacchiere sui campi ben noti di
Chełmno, Bełżec, Sobibór, Treblinka, Auschwitz e Majdanek, che adducono
contributi irrisori alle inconcludenti “conoscenze” precedenti, oltre alle
fantasie sui “Gaswagen” e alle congetture sull'eutanasia, i nuovi storici si
sono incaponiti a voler dimostrare ad ogni costo l'esistenza di “camere a gas”
omicide anche in campi come Mauthausen, Sachsenhausen, Ravensbrück, Neuengamme,
Natzweiler, Stutthof, Dachau. Le relative “dimostrazioni” sono, se possibile,
ancora più penose di quelle riguardanti i “campi di sterminio” classici: una
terribile ricaduta nel baratro propagandistico di Norimberga.
Carlo
Mattogno.