Abu Mazen si ricordi di Naguib Mahfuz!


Abu Mazen
Che dire dell’ultima dichiarazione di Abu Mazen?
Abu Mazen: “L’Olocausto il più odioso crimine contro l’umanità”
http://www.lastampa.it/2014/04/27/esteri/abu-mazen-lolocausto-il-pi-odioso-crimine-contro-lumanit-ovXoXvJ5ynGak4U3fsJZSM/pagina.html
Come captatio benevolentiae mi è sembrata fin troppo scoperta.
Nell’articolo, firmato dall’esponente del B’nai B’rith Maurizio Molinari[1], mi ha colpito però l’ultimo passaggio:
“In passato Abu Mazen era stato accusato di antisemitismo da parte di leader israeliani, come il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, per essersi laureato a Mosca con una tesi nella quale sosteneva che vi fu una certa cooperazione fra elementi del movimento sionista e la Germania nazista prima dell’Olocausto. In più interviste, Abu Mazen smentì in seguito tale interpretazione storica, affermando che non voleva negare la Shoà e riconoscendo lo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale”.
“Una certa cooperazione fra elementi del movimento sionista e la Germania nazista prima dell’Olocausto”. Perché, non è vero? Ormai, viviamo in tempi per cui dire la verità su certi fatti viene subito etichettato come “antisemitismo”. Un clima che mi fa venire in mente, per contrasto, una vecchia (e, forse, dimenticata) presa di posizione: quella del Premio Nobel egiziano per la letteratura Naguib Mahfuz, non particolarmente noto per essere un estremista …
«LA DUREZZA DI ISRAELE MI FERISCE»
Di Naguib Mahfuz, 2002
Non ricordo di essermi mai sentito tanto ferito come questa volta per la selvaggia offensiva israeliana nei territori palestinesi. E per il successivo accerchiamento del capo dell’Autorità palestinese, trattato in modo così umiliante. Gli è stata bloccata persino l’erogazione dell’acqua e della corrente elettrica, e poi gli è stato chiesto di condannare il terrorismo. Ciò che Israele sta facendo è la peggiore forma di terrorismo. Perché è un terrorismo di Stato e non di singoli individui. Ecco perché la comunità internazionale non deve restare silente.
Invece quello che fanno i palestinesi va considerato pura autodifesa. Essi cercano il martirio per la loro patria e la loro libertà. Noi dobbiamo, in questo frangente, sostenere l’Intifada dell’eroico popolo palestinese. Dobbiamo appoggiarla in tutti i modi, dopo che è stato dimostrato che è l’unico strumento per restituire la speranza a un popolo che subisce una delle peggiori occupazioni, in un’epoca in cui il colonialismo non esiste più.
I palestinesi non hanno alternative di fronte alla malvagità di Israele, non hanno altri strumenti fuorché la lotta armata , dal momento che tutti i loro sforzi per la pace sono stati sabotati e Sharon ha fatto abortire l’iniziativa araba per una soluzione pacifica violando tutte le leggi internazionali. Egli ha tolto ogni significato alla vita dei palestinesi. Perché allora criticarli se vanno incontro alla morte cercando di conferire alla loro esistenza quel significato nella vita di tutti i giorni? Invadendo i territori Israele ha dichiarato una guerra selvaggia ai palestinesi. Una guerra in cui sono state violate tutte le regole. Eppure i palestinesi hanno gli elementi per vincere, mentre la situazione di Israele peggiora sempre di più. Dal punto di vista economico, sociale e psicologico.
Fonte: http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0275_01_2002_0118_0003_2322864/anews,true/

Naguib Mahfuz


[1] Su Maurizio Molinari vedi Emmanuel Ratier, MISTERI E SEGRETI DEL B’NAI B’RITH, Verrua Savoia 1995, pp. 320-329.
In particolare, si veda la nota 46 a p. 329, da cui apprendiamo che Molinari è stato, tra l’altro, redattore diplomatico dei quotidiani (ultra-atlantisti) Il Tempo e La Voce Repubblicana
Il capitolo sul B’nai B’rith in Italia è disponibile anche in rete: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=16953