Davvero Roger Garaudy fu uno degli artefici del genocidio cambogiano? La calunnia del "Fatto Quotidiano"


Roger Garaudy
Il Fatto Quotidiano è il giornale che ha portato le imposture della stampa di regime – quella che una volta veniva definita, non a torto, la stampa dei padroni – ad un livello di raffinatezza tanto perfida quanto, purtroppo, spesso inavvertita.
Occuparsi di tali imposture sistematicamente sarebbe impresa titanica quanto vana, per le modeste forze di un blogger, ma alcune di queste, tra le più eclatanti, vanno pur denunciate, quando toccano argomenti che ci stanno a cuore.
Una delle più perfide risale a quasi un anno fa, al 17 agosto 2013, per la precisione: finora non ce ne siamo occupati, perché le cose importanti da dire sono tante e si accumulano, ma quanto pubblicato all’epoca a firma Marco Dolcetta è troppo grave per non meritare una, sia pur tardiva, risposta.
Si tratta dell’articolo Era l’avvocato dei “maledetti”, che venne pubblicato a pagina 18.
Lo potete trovare anche in rete al seguente indirizzo:
http://it.scribd.com/doc/163001661/ilfatto-20130817
L’articolo era incentrato sulla figura dell’avvocato francese Jacques Verges, quello appunto che si segnalò per aver difeso alcuni famosi “impresentabili” del ‘900, come Carlos,  Klaus Barbie e Pol Pot.
E come Roger Garaudy, il defunto filosofo francese il quale, sulla stampa di regime, viene  immancabilmente qualificato con l’appellativo di “negazionista” per aver scritto una quindicina di anni fa un libro non privo di meriti: I miti fondatori della politica israeliana.
Lo potete leggere in versione integrale anche in rete:
http://www.vho.org/aaargh/fran/livres/RGmiti.pdf
È proprio a Garaudy che viene riservato il commento più velenoso dell’articolo ed è per questo che ce ne occupiamo.
Il passaggio è il seguente:
“Tra i suoi clienti, quindi, si trovano terroristi sia di estrema destra che di estrema sinistra. Ha difeso anche il filosofo negazionista Roger Garaudy. Lo stesso Verges scomparve, anni fa, dal 1970 al 1978, dalla scena parigina. Non si è mai saputo, precisamente, dove fosse finito. In realtà su quella occasione Garaudy, a mezza voce, mi disse che entrambi “dietro invito di Pol Pot si recarono in Cambogia per organizzare il ministero degli Interni del governo dei Khmer rossi”.
Accipicchia che scoop: gli architetti del genocidio cambogiano sarebbero stati, dietro le quinte, proprio  Verges e Garaudy!!!

 
In realtà, c’è qualcosa di – oltremodo – sospetto in questa rivelazione, e cioè la tempistica: tale “notizia”, che se fosse vera sarebbe certo clamorosa – e che peraltro non è stata ripresa da nessun organo di stampa, né in Italia né all’esteroarriva un attimo dopo che i diretti interessati non possono più smentirla, visto che sono ormai entrambi defunti.
E poi, mi domando, una confessione tanto imbarazzante Garaudy doveva rivolgerla proprio a Marco Dolcetta?
Ma chi è, poi, Marco Dolcetta?
Dal suo sito web apprendiamo che si tratta di un artista che risiede in Francia e che, oltre a essere artista (e video-artista) ha scritto anche una decina di libri di storia:
http://www.marcodolcetta.it/HOME.html
L’ultimo risale al 2013: La massoneria rivelata. Storie, leggende e segreti, scritto insieme a Luigi Pruneti, e edito da Mondadori.
Qui potete trovare la sua descrizione sul sito ibs.it:
http://www.ibs.it/code/9788837088804/pruneti-luigi/massoneria-rivelata-storie.html
In essa leggiamo:
“Il volume non vuole solo demistificare le false leggende sulla Libera Muratoria ma, ripercorrendo tre secoli di storia, descrive aspetti poco noti di alcuni dei suoi protagonisti, analizza i miti creati dagli stessi massoni, rivela la parte che ebbero in alcune vicende importanti del passato più o meno recente; individua inoltre gli elementi simbolici che gli adepti della squadra e del compasso disseminarono nell'architettura, nell'arte e nella letteratura, spiega i motivi dell'astio verso la confraternita e passa in rassegna i suoi più feroci nemici, mostrandone i fini e le metodiche”.
Si tratta, lo avrete capito, della tipica pubblicazione favorevole alla massoneria, se non addirittura amica. Impressione personalmente confermata quando mi è capitato il volume tra le mani.
La cosa curiosa è che molti anni fa Dolcetta aveva scritto un libro sui poteri occulti che, a quanto pare, aveva tutt’altra impostazione: Politica occulta (Castelvecchi, 1999). Libro che, se non erro, venne citato una volta, come fonte attendibile, addirittura da Sodalitium, la rivista dei sedevacantisti "guerardiani"!
Ne potete trovare traccia qui: http://www.lafeltrinelli.it/products/9788882101008/Politica_occulta/Marco_Dolcetta.html


È proprio vero: nella vita si cambia!
In ogni caso, quello che conta, almeno per noi, è che la calunnia propalata sul “Fatto Quotidiano”  reitera, confezionandola come confidenza tanto personale quanto inverificabile (sui motori di ricerca non vi è traccia, nemmeno sui siti avversi al filosofo francese, che leghi Garaudy al genocidio cambogiano) l’immagine dei “negazionisti” – quali perfidi  terroristi operanti nell’ambito del complotto “islamo-nazi-comunista” – già a suo tempo fissata qui in Italia da un personaggio che pure il vice-direttore del “Fatto”, Marco Travaglio, non stima di certo[1]: l’ideologo della massoneria (e strenuo supporter di Israele) Giancarlo Elia Valori[2].
Cosa non fa la stampa pur di compiacere i propri (veri) padroni …
 
Elia Valori (a destra nella foto) con Shimon Peres



[1] Su questo si veda il “ritratto” di Elia Valori fornito da Travaglio nella prefazione a IL CASO GENCHI –Storia di un uomo in balia dello Stato, Aliberti Editore, Roma, 2009, p. 26 e riprodotta nel post
Da Shimon Peres ad Achille Serra, via Giancarlo Elia Valori: il ddl 3511
[2] Su Giancarlo Elia Valori ideologo dell’”anti-negazionismo” si veda il post
La società aperta e i Valori d'Israele