Mi sembrava opportuno
rilanciare qui, via Facebook (grazie,
Guido Izzo) questo intervento di Maurizio Blondet. La modestia, la sobrietà
(quella vera, non quella di Mario Monti) di Ahmadinejad mi avevano già
colpito a suo tempo, vedendo un filmato che lo ritraeva in moschea, alla
preghiera del venerdì, come un fedele qualunque – con i suoi problemi e le sue problematiche –
in attesa della predica dell’ayatollah Khamenei. Vorrei anche ricordare che è a Ahmadinejad e al suo sostegno alla causa
revisionista, che si deve la pubblicazione, dopo lunghissima attesa, dell’opus
magnum di Carlo Mattogno sui forni crematori di Auschwitz. Ci mancherà, signor Presidente!
Dov'è Ahmadinejad?
Eletto due volte alla presidenza dell’Iran, compiuto il suo
secondo mandato, sconfitto alle ultime elezioni, Mahmaoud Ahmadinejad che cosa
fa adesso? Ha ripreso il suo lavoro di professore all'università di Teheran,
dove insegna ingegneria.
Eccolo mentre va al
lavoro sui mezzi pubblici, come qualunque altro cittadino. Senza auto blu,
senza scorta, non disturbato dagli altri passeggeri. Poveramente vestito come
al solito.
Naturalmente, l’Iran
è una teocrazia demoniaca e irrazionale, non una democrazia come la nostra. Noi
abbiamo la più bella Costituzione del mondo. Ma non ricordiamo di alcun
politico italiano che, disfatto alle elezioni, torni alla sua vita lavorativa.
Nemmeno il professor Mario Monti è tornato alla Bocconi; ma lì forse il
problema è che alla Bocconi, una volta che se ne sono liberati, non lo
vogliono. Lo stiamo mantenendo noi cittadini, come senatore a vita. A Teheran
non sembra esistano cariche di senatori a vita dispensate dalla Guida Suprema.
Un popolo incivile.
Maurizio Blondet