Mi comunica Carlo Mattogno che
è uscita in rete, pubblicata da Bradley
Smith, l’edizione inglese della ciclopica risposta (oltre 1.500 pagine!)
dello stesso Mattogno, di Thomas Kues e
di Jürgen Graf agli olo-blogger anti-revisionisti del blog “Holocaust
Controversies”.
Il volume in questione, in formato pdf, ha per titolo
The
“Extermination Camps” of “Aktion Reinhardt” – An Analysis and Refutation of Factitious “Evidence”, Deceptions and Flawed Argumentation of the “Holocaust
Controversies” Bloggers
(I “campi di sterminio” dell’Aktion Reinhardt – Analisi e confutazione
delle “prove” fittizie, degli inganni e delle argomentazioni difettose dei
blogger di “Holocaust Controversies”)
ed è disponibile in rete al seguente link:
In attesa della pubblicazione in italiano – sempre in rete – della detta
opera, il lettore interessato che non conosca l’inglese può leggere l’anticipazione
che avevo pubblicato a suo tempo al seguente link:
Ricordo che gli olo-blogger di “Holocaust Controversies” sono stati giudicati nei
peggiori termini possibili -- anche dal punto di vista della criminalità
informatica – persino da un sito sterminazionista mainstream come deathcamps.org
(vedi in proposito i post
Roberto
Muehlenkamp bannato dall’ARC:
e
Muehlenkamp,
Romanov e Terry ancora umiliati dal sito “Deathcamps.org”:
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Famigerati presso gli stessi antirevisionisti... |
Ma c'è di più: la (pessima) reputazione dei blogger di "Holocaust Controversies" ha dato luogo ad una fioritura di blog a loro ostili (blog, è bene precisarlo, pur sempre sterminazionisti) che costituisce un curioso fenomeno tutto da indagare (vedi in proposito il blog "Muehlenkamp Watch": http://muehlenkamp-watch.blogspot.it/)!
Da parte mia, ho provveduto a rilanciare
la risposta “conclusiva” di Mattogno e dei suoi collaboratori sulla mia pagina
scribd:
Tutto ciò, anche in considerazione del fatto
che il valore della detta opera
trascende l’occasione polemica e va vista soprattutto come la più aggiornata e
completa disamina dei campi dell’”Azione Reinhardt”.
Buona lettura!
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Una delle opere revisioniste prese di mira dagli "olo-blogger" |