Davvero esemplare, nella sua tendenziosità ideologica, la
pagina esteri del Fatto Quotidiano di
martedì 7 maggio: gli ultimi reduci germanici della seconda guerra mondiale, ormai
centenari, presentati – a prescindere – come aguzzini (DIETRO LE SBARRE L’ULTIMO AGUZZINO DI AUSCHWITZ) e i coloni
israeliani presentati invece come persone “normali” (POLIGONO E RABBIA: UNA GIORNATA IN COLONIA).
Ma la vera perla è quella dell’anonimo trafiletto
incastonato tra i due articoli:
TRA I RAID E SARIN, DAMASCO NEL MIRINO NEL MONDO.
Per capirne la malizia, sono sufficienti le prime due frasi:
LE ARMI CHIMICHE di Assad sono lo
spauracchio e la chiave della crisi siriana. Carla Del Ponte, magistrato
italo-svizzero, ex presidente del Tribunale internazionale e attualmente in un
team di indagine dell’Onu sui crimini di guerra sostiene che anche i
ribelli abbiano fatto uso di gas Sarin.
La chiave del pezzo (emblematico del livello del “Fatto”,
quando si parla di Damasco) è proprio quell’”anche”.
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Carla Del Ponte |
In realtà, la Del Ponte aveva detto qualcosa di molto
diverso:
Per
il momento noi abbiamo solo elementi sull’uso di armi chimiche da parte degli
oppositori. Poi, quando la commissione speciale potrà condurre l’inchiesta,
si potrà stabilire se anche il governo ha fatto utilizzo di queste
stesse armi.
E questo sarebbe un modo corretto di riportare le notizie?
Non è finita. Il detto quotidiano si è ben guardato dal
portare a conoscenza dei suoi lettori – sempre a proposito di quella che chiama
“crisi siriana” – almeno altri due elementi gravissimi:
1.
Che le armi chimiche usate in Siria potrebbero essere state un’operazione “false
flag” di Israele, come ha riferito il 4 maggio il quotidiano israeliano “Haaretz”.
Haaretz ha infatti riportato l’opinione di Lawrence
Wilkerson, già capo di stato maggiore di Colin Powell, secondo cui “le
prove che sia stato il regime di Assad ad aver usato le armi chimiche sono inaffidabili e
che i perpetratori potrebbero davvero essere stati sia i ribelli che Israele”.
2.
Che nei bombardamenti contro Damasco – che pur
il trafiletto in questione menziona – Israele abbia utilizzato l’uranio
impoverito. “Russia Today” ha infatti riferito l’opinione di un ufficiale
dell’esercito siriano, secondo cui Israele ha usato “un nuovo tipo di arma … Quando è avvenuta
l’esplosione si è sentito come un terremoto … poi è apparso un enorme fungo di
fuoco dorato. Questo ci dice che Israele ha usato bombe all’uranio impoverito”.
E che quella dell’ufficiale siriano non sia solo un’opinione
è dimostrato dal seguente video, dove la sagoma che si vede sembra proprio
quella di un fungo atomico (un grazie a Barbara Cloro della segnalazione):
Ancora una volta, quella del “Fatto” si conferma come la
forma più maliziosa di disinformazione praticata in Italia: ancora una volta,
le notizie vere (che su tale quotidiano non mancano) servono a garantire quelle
false (quasi sempre concentrate, guarda caso, nella sezione esteri) …
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Antonio Padellaro e Marco Travaglio |