I 90 anni di Ernst Nolte, lo storico dalla visione globale

Ernst Nolte

Review of the Holocaust: Global Vision (Revisione dell’Olocausto: una visione globale)[1] era intitolato il famoso convegno di Teheran del 2006[2]. Ma la visione globale degli studi revisionisti, in ambito olocaustico, è solo una parte, per quanto importante, della storia contemporanea. E i revisionisti dell’Olocausto sono, in genere, grandi specialisti di singole questioni legate al (preteso) sterminio ebraico ma non hanno una “visione globale” della storia[3]. Per quella, bisogna rivolgersi altrove. Per “altrove”, intendo storici che la storia umana la conoscano tutta, dalla preistoria all’attualità. Di storici di questo tipo, che sappiano “guardare il mondo” al di là del proprio ambito specialistico, anche in ambito accademico, ce ne sono pochissimi. Io ne conosco solo due: Ernst Nolte e Franco Cardini.
Della vastità di prospettive di Cardini – a parte la sua sterminata bibliografia – ebbi modo di accorgermi personalmente qualche anno fa ad una sua conferenza – a Roma, al Museo Orientale – sul feroce Saladino, in cui l’erudizione del medievista si saldava ad una padronanza della geopolitica contemporanea che non ha nulla da invidiare agli specialisti del settore.
Quanto alla visione globale di Nolte, basterà, per farsene un’idea, un solo libro: ESISTENZA STORICA – Fra inizio e fine della storia?
http://www.archiviostorico.info/libri-e-riviste/5655-esistenza-storica
Conosco soltanto un altro singolo libro – di uno storico contemporaneo – capace di compendiare l’intera storia umana: nella fattispecie, Il racconto dell’uomo di Arnold Toynbee:
http://www.garzantilibri.it/default.php?page=visu_libro&CPID=2510
Ma non bisogna dimenticare che Toynbee, pur nella sua sterminata erudizione, fu una delle teste d’uovo di Chatam House[4] e dell’imperialismo britannico[5]!
Leggere questi due libri significa esattamente misurare la differenza tra lo storico indipendente (e revisionista) e lo storico di regime, sia pure ai massimi livelli (del regime).
L’occasione di queste brevi considerazioni è il 90° compleanno, da poco compiuto, di Ernst Nolte.
Un consiglio ai lettori di questo blog: se volete conoscere la storia, conoscerla davvero, cercate di fare incetta dei libri di questo preclaro studioso, in Italia tuttora più citato che letto (come dimostra la vergognosa contestazione di Trieste)[6]!
È da lui che ho capito, ad esempio, che la vera cifra di Hitler è quella di un epigono del predetto imperialismo britannico (vedi, al riguardo, le pagine illuminanti de La guerra civile europea[7]), quell'imperialismo con cui avrebbe tanto preferito convivere (al punto di arrivare all’insensatezza di Dunkirk[8])!
Oltre a ciò, tengo a ricordare che Nolte è l’accademico che in Germania (in Germania, l’epicentro della repressione antirevisionista) ha avuto il coraggio di definire Carlo Mattogno “scienziato serio” e la condanna di Germar Rudolf “un attacco contro la libertà scientifica” e questo, nota bene, in un paese in cui il revisionismo viene definito, ufficialmente, per legge, “pseudoscientifico”[9]!
Alla luce di tutto ciò, il fatto che Nolte sia, riguardo all’Olocausto, pur sempre uno sterminazionista è solo un dettaglio, nella sua visione globale della storia.
Auguri, Professore!

 


[2] I relativi contributi li potete leggere qui: http://www.vho.org/aaargh/fran/livres7/TEHERAN/teheran.html . Un’esaustiva rassegna stampa la potete leggere qui:  http://www.vho.org/aaargh/fran/livres7/CRhiver07.pdf
[3] L’unico revisionista che mi sembra abbia una “visione globale” della storia è Michael Hoffman.
[9] “Negazionismo”: la Treccani in rete smentita da Ernst Nolte: http://andreacarancini.blogspot.it/2011/06/negazionismo-la-treccani-in-rete.html