Da Bocage ricevo e traduco:
Mercoledì 6 marzo ha avuto luogo a Tubinga, in Germania, il
processo all’editore Wigbert Grabert [è lo storico editore dei revisionisti tedeschi], 72 anni, che Wikipedia presenta come “il
più importante editore di giornali che minimizza, relativizza o nega i crimini
nazisti” …
Gli è stato imputato di aver pubblicato un libro intitolato “Der
Zweite Weltkrieg” (“La seconda guerra mondiale”), di Helmut Schröke, in cui l’autore,
nello spazio di una pagina e mezza, contesta la fucilazione di prigionieri a
Babi Yar, in Ucraina, da parte dei soldati tedeschi nel 1941.
I giudici hanno condannato Wigbert Grabert a 11 mesi di
prigione con la condizionale e a più di 30.000 euro d’ammenda.
I suoi avvocati presenteranno appello.
Si ricorderà, a proposito di Babi Yar che nessuna
commissione d’inchiesta internazionale si è mai recata in loco, che la storia
di queste fucilazioni si fonda su delle testimonianze fornite dai sovietici e
che le cifre, e gli stessi luoghi [del presunto massacro] variano
considerevolmente (vedi lo studio di Marek Wolski, “Le Massacre de Babi Yar, in
“Revue d’histoire révisionniste”, n°6, maggio 1992, pp. 47-58).
Ma soprattutto si ricorderanno queste parole indimenticabili
che il “grande falso testimone Elie Wiesel” (è così che il prof. Faurisson lo
chiama dal 1986) ha scritto a proposito di Babi Yar in “Paroles d’étranger”
(Editions du Seuil, 1982, p. 86):
<< Plus tard, j'appris par un témoin que,
pendant des mois et des mois, le
sol n'avait cessé de trembler; et que, de temps en temps, des geysers de
sang en avaient giclé. >>
Traduzione:
In seguito, appresi da un testimone che, per mesi e
mesi, il suolo non aveva cessato di tremare; e che, di tanto in tanto, ne
schizzavano dei geyser di sangue.
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La fossa di Babi Yar |