Tre motivi contro le adozioni da parte delle coppie gay


L’adozione dei bambini da parte delle coppie gay[1]: l’ho sempre considerata una prevaricazione scandalosa (verso i bambini). L’ultimo “sdoganamento” in ordine di tempo, quello della Corte europea:
Adozioni, la Corte UE apre alle coppie gay
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-02-20/adozioni-corte-apre-coppie-064045.shtml?uuid=Ab1DV5VH
Vi sembra normale tutto ciò?
Da parte mia, vorrei provare ad elencare dei motivi contro quella che viene – speciosamente – presentata come un’ “equiparazione di diritti”.
  1. Innanzitutto, mi sembra che la differenza sessuale, nelle coppie gay, si riduca a uno o più giochi di ruolo.
Se l’affermazione vi sembra “riduttiva”, leggete pure le risposte che alcuni gay hanno dato alle seguenti domande:
In una coppia gay come si decide chi deve fare il ruolo della donna?
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20120504131450AAvnwBq
Ma di solito tra i gay maschi, all’interno della coppia c’è la femmina … cioè sarebbe il passivo?
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20110212050108AAvjAUo
Le risposte sono praticamente unanimi: in una coppia gay la differenza di genere NON c’è, al di là dei ruoli sessuali “attivo” e “passivo” (peraltro, volendo, invertibili, oltre che intercambiabili, in caso di cambio del partner).
Ne consegue che, nelle coppie gay, anche la genitorialità diventa un gioco di ruolo (chi fa il padre, chi la madre?): invertibile anch’esso, come le modalità di penetrazione?
E allora, a parte ogni altra considerazione, rimane un quesito: è giusto privare un bambino del padre (genere uomo) e della madre (genere donna)?

  1. Mi sembra, inoltre, che nei rapporti omosessuali il narcisismo[2] – e le dinamiche di potere che ne conseguono – prevalga, e di molto, sull’affettività. Anche più che nelle coppie eterosessuali. Non capisco perché tra i poteri forti di cui si deve diffidare non venga incluso anche il potere sessuale.
  2. Mi sembra infine che i giochi di ruolo e il narcisismo abbiano come esito probabile, se non certo, quello dell’individuo anaffettivo[3]. Mi vengono in mente due esempi celebri: quello di Paolo Poli[4] e quello di Aldo Busi[5].   
Giochi di ruolo, esercizi di potere, impermeabilità agli affetti: l’educazione sentimentale omosessuale, se non è esattamente questo, mi sembra proprio che tende ad essere questo.
È giusto imporre tutto ciò ai bambini e agli adolescenti?
E allora, per cortesia, aridatece Putin!