I Gaswagen: mai usati né da Hitler né da Stalin


I “camion a gas” (gaswagen)[1], ovvero le presunte camere a gas mobili nazionalsocialiste. Un mito ancora più evanescente delle camere a gas fisse.
Il lettore italiano che voglia approfondire l’argomento può iniziare, naturalmente, leggendo il libro di Carlo Mattogno sul campo detto “di sterminio” di Chelmno[2].
I lettori che conoscono l’inglese, possono leggere in rete la traduzione del detto libro all’indirizzo:
http://holocausthandbooks.com/dl/23-c.pdf
 
 
Possono parimenti leggere nella medesima lingua il libro THE GAS VANS – A Critical investigation (“I camion a gas – un’indagine critica”) di Santiago Alvarez e Pierre Marais, complementare allo studio di Mattogno:
http://codoh.com/sites/default/files/downloads/26-tgv.pdf
 
 
I lettori che conoscono il francese possono leggere (ordinandolo qui: http://www.akribeia.fr/product_info.php/products_id/430 )
 
 
il libro Les Camion à gaz en question di Pierre Marais, che costituisce la prima versione, non aggiornata (ma ancora valida) del volume citato in precedenza.
Una parola merita infine di essere spesa sul presunto utilizzo di tale fantomatica arma di distruzione di massa da parte dei sovietici, secondo quanto affermato da Wikipedia (vedi la nota 1), da cui traggo le seguenti citazioni:

1.      Anche i sovietici utilizzarono lo stesso sistema per eliminare le persone non gradite al regime comunista, anticipando di pochi anni il successivo impiego nazionalsocialista.

2.      I Gaswagen furono anche usati dai sovietici durante le grandi purghe staliniste negli anni trenta.

Quando ho letto queste affermazioni, nei giorni scorsi, ho subito sospettato che si trattasse di una calunnia ebraica nei confronti di Stalin, reo di essersi inimicato, a suo tempo, prima gli ebrei del proprio paese[3] e poi quelli del neonato Stato di Israele[4].   
 
 
Parlando poi con Carlo Mattogno, ho avuto da lui la conferma che trattasi di diceria parimenti infondata rispetto all’utilizzo da parte dei tedeschi.
Mi sembra di poter dire quindi, in conclusione, che bersaglio di accuse del genere rischiano di diventare tutti quei capi di stato che, per un motivo o per l’altro, vengono presentati sui media occidentali come “odiatori degli ebrei” o come “il nuovo Hitler” (tacendo o giustificando nel contempo l'odio ebraico nei loro confronti), come dimostra il fatto che tali accuse non si sono esaurite all’epoca della seconda guerra mondiale, ma hanno successivamente investito personaggi come Saddam Hussein[5] e Bashar al-Assad[6].
 
Diceria propalata contro Saddam all'epoca della prima guerra del Golfo (1991)
 


[3] Vedi in proposito quanto riferisce Sergio Romano: STALIN E GLI EBREI DELL’URSS: COME LI USÒ, COME LI UCCISE
[4] Vedi in proposito il libro Perché Stalin creò Israele: http://www.ibs.it/code/9788888249209/mlecin-leonid/perche-stalin-creo.html
[5] Vedi la conclusione della Conferenza sul revisionismo di Germar Rudolf: http://ita.vho.org/032Conferenza_revisionismo.htm
[6] Vedi il post Caroline Fourest, i forni crematori e la Siria: http://andreacarancini.blogspot.it/2012/03/caroline-fourest-i-forni-crematori-e-la.html