Sulla controversia Casson-Vinciguerra rievocata da Tassinari

Ugo Tassinari

Nella – ormai fluviale, per quanto utile – ricostruzione della vita di Pino Rauti portata avanti da Ugo Tassinari sul suo blog, ho trovato, nella puntata n°5[1], questo interessante passaggio sulla controversia Casson-Vinciguerra:

… Da parte sua Casson s’impegna sistematicamente a demolire la sua immagine. Gli interrogativi che il giudice veneziano si pone sono pertinenti: «Perché si è consegnato ai giudici nel 1979, quando aveva sulle spalle una condanna a dodici anni per il tentato dirottamento di Ronchi dei Legionari? Se si è consegnato per fare chiarezza sul ruolo della destra, usata dagli apparati dello Stato o, peggio, doppiogiochista e venduta ai servizi italiani e americani, perché ha aspettato prima di raccontare, nel 1984, la verità su Peteano? Perché si è consegnato proprio alla vigilia della grande offensiva terroristica 1979-80, che culminerà con la strage di Bologna? Perché era ferito quando si è lasciato arrestare?».

 
In realtà, a leggere i copiosi scritti di Vinciguerra sulla questione – a cominciare dal suo opus magnum La strategia del depistaggio, volume del 1994 diventato naturalmente introvabile (ma ancora disponibile presso qualche biblioteca pubblica) - non mi sembra che l’antagonista di Casson possa essere accusato di reticenza. Comunque, a chi non avesse tempo e voglia per le verifiche bibliografiche, suggerirei, per capire chi è Casson, e da che pulpito giungono certe insinuazioni, di sfogliare alcune foto gallery di Dagospia.

Chissà perché, quando guardo certe immagini, sono portato a dare ragione a Vinciguerra, a prescindere …

http://archivio.dagospia.com/25000-25999/articolo_25006.html

Felice Casson e Giancarlo Elia Valori
 
Felice Casson e i generali

Felice Casson, Francesco Cossiga e Giancarlo Elia Valori