Libia: il "buon governo" agli ordini di Washington

"Got ya": (ti ho) preso!

Dalla bacheca Facebook di Giacomo Gabellini[1]:

“L’accaparramento di terre fertili in Africa, espropriate alle popolazioni, è divenuto un lucroso business finanziario, gestito dalla Goldman Sachs e la JP Morgan, su cui speculano con i loro fondi anche Harvard e altre prestigiose università statunitensi. La strategia economica Usa incontra però in Africa un formidabile ostacolo: la Cina, che a condizioni vantaggiose costruisce per i paesi africani porti e aeroporti, strade e ferrovie. Per superarlo, Washington getta sul tavolo l’asso pigliatutto: il Comando Africa, che «protegge e difende gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati uniti, rafforzando le capacità di difesa degli stati africani». In altre parole, facendo leva sulle élite militari (che il Pentagono cerca di reclutare offrendo loro formazione, armi e dollari) per portare più paesi possibili nell’orbita di Washington. Quando non riesce, l’AFRICOM «conduce operazioni militari per fornire un ambiente di sicurezza adatto al buon governo». Come l’operazione Odyssey Dawn, lanciata dall’Africom nel marzo 2011: l’inizio della guerra per rovesciare il governo della Libia (il paese africano con le maggiori riserve petrolifere) e soffocare gli organismi finanziari dell’Unione Africana, nati soprattutto grazie agli investimenti libici. Così ora, in Libia, c’è un «buon governo» agli ordini di Washington”.


[1] Giacomo Gabellini è redattore di "Eurasia. Rivista di studi geopolitici" e del giornale telematico "Stato & Potenza" (www.statopotenza.eu ). Nel giugno 2012 è stato pubblicato il suo saggio "La Parabola. Geopolitica dell’unipolarismo statunitense" per i tipi delle Anteo Edizioni (www.anteoedizioni.eu ).