Gli zingari sotto il nazionalsocialismo: davvero fu un Olocausto?


500.000 VITTIME DEI NAZISTI: PERDUTE E RITROVATE[1]

Venerdì, 26.10.2012

In base ad un lancio in lingua inglese dell’agenzia Reuters[2], il periodico ebraico Forward titolava lo scorso 25 ottobre 2012[3]:
 
Inaugurato in Germania monumento all’Olocausto “dimenticato”
Anche 500.000 zingari massacrati dai nazisti

L’articolo apriva con una foto corredata dalla seguente didascalia:
 
Orrore misconosciuto: dignitari riuniti ad un nuovo monumento per i 500.000 rom, o zingari, uccisi nell’Olocausto. (Getty Images).

Già sei giorni prima, il quotidiano tedesco Berliner Morgenpost aveva scritto che il nuovo monumento doveva essere inaugurato il 24 ottobre sia dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel che dalla prima carica formale del paese, il Presidente Federale Joachim Gauck. È raro vedere assieme i due capi di stato in un’occasione del genere, di qui la grande attenzione mediatica.
Ma che dire della tesi dei 500.000 zingari presuntamente uccisi dalla Germania nazista? È giusta?
Le cifre sono armi importanti nella guerra psicologica condotta non solo contro il popolo tedesco ma anche contro chiunque non sia sottomesso a quelle lobby che applicano la correttezza politica in funzione delle loro agende, qualunque esse siano. Il fatto è che non vi sono basi per l’asserita cifra delle 500.000 vittime zingare, e questa non è solo una tesi revisionistica:

1.       In una relazione che aveva per titolo “Contro due leggende sull’Olocausto”, lo storico tedesco mainstream prof. Eberhard Jäckel, grande avversario del revisionismo, circa dodici anni fa espose la seguente considerazione sul più prestigioso quotidiano tedesco[4]:

La conclusione è che il punto di vista storico del Consiglio Centrale dei Sinti e dei Rom tedeschi [le due più grandi tribù zingare] contraddice il livello di conoscenza della scienza internazionale. Ciò è vero anche per le cifre. […] Va detto che già nel 1972 le stime più alte [del tasso di mortalità degli zingari sotto il dominio tedesco] erano molto più basse della cifra ripetutamente sostenuta dal Consiglio Centrale dei Sinti e dei Rom tedeschi [=500.000]. Si spera che il Consiglio Centrale abbandoni finalmente la sua lotta contro la scienza e contro la verità storica”.

2.       Guenter Levy, Professore Emerito di Scienze Politiche alla University of Massachusets, Amherst, scrive nel suo libro The Nazi Persecution of the Gypsies (Oxford University Press, 2000), a p. 222:

 Non sono state fornite né fonti né analisi per nazione per questa stima [500.000 vittime zingare], il che la rende di discutibile valore”.

A p. 225, egli afferma:

Soprattutto, non venne mai progettato nessun piano complessivo di sterminio degli zingari, e come già detto, le prove mostrano che non ne venne attuato nessuno”.

A p. 227, egli sostiene:

L’asserzione che sotto il dominio nazista morirono mezzo milione di zingari viene regolarmente avanzata senza nessun tipo di prove concrete”.

E infine, il prof. Levy dice questo, a p. 228:

I resoconti semplificati secondo cui gli zingari […] vennero perseguitati e annientati semplicemente e unicamente per la loro esistenza biologica non solo sono una distorsione dei fatti storici ma anche un ostacolo al progresso dei rapporti tra zingari e non zingari”.

3.       Nel 1989, lo storico tedesco mainstream Michael Zimmermann pubblicò lo studio a tutt'oggi più approfondito sul destino degli zingari[5]. Mentre era in corso, la ricerca di Zimmermann venne così commentata dal giornale tedesco di sinistra Frankfurter Rundschau:

Solo attraverso uno studio sistematico dei documenti è stato possibile scoprire che la cifra dei Sinti e dei Rom uccisi è molto al di sotto di quella ufficialmente ritenuta: 50.000 uccisi invece di 500.000”.

E questo è solo l’inizio. Diamo ora uno sguardo a qualche ricercatore davvero critico, che non abbia un’agenda come Jäckel e simili – i quali non sono interessati alla verità ma hanno come unico interesse quello di garantire solo agli ebrei lo status di vittime.

1.       Il dr. Otward Müller ha dimostrato nel suo testo Sinti and Roma – Yarns, Legends and Facts (http://www.codoh.com/library/document/1717 ) sulle statistiche degli zingari in Europa che essi durante la seconda guerra mondiale non possono affatto aver subìto nessuna grave perdita di popolazione.

2.       E infine il coraggioso ricercatore italiano Carlo Mattogno ha dimostrato nel suo erudito studio The ‘Gassing’ of Gypsies in Auschwitz on August 2, 1944 (http://www.codoh.com/library/document/1488 ) che la tesi che gli zingari deportati ad Auschwitz vennero uccisi è altrettanto insostenibile.

In conclusione, si può tranquillamente sostenere che non è solo il Consiglio Centrale degli zingari tedeschi a manipolare l’opinione pubblica mondiale con propaganda mendace, ma anche la classe dirigente tedesca, all’unisono con i media internazionali. Niente di nuovo, in realtà: non è così?

Nota
Sono grato al dr. Otward Müller per l’importante imput a questo testo.

Nota del traduttore
Di Carlo Mattogno è disponibile in italiano uno studio complessivo sugli zingari sotto il nazionalsocialismo, intitolato Olocausto zingaro?, e disponibile all’indirizzo:  http://fr.scribd.com/doc/110041413/Carlo-Mattogno-OLOCAUSTO-ZINGARO-2009

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://codoh.com/news/1971  
 
[4] “Wider zwei Legenden üben den Holocaust”, Frankfurter Allgemeine Zeitung, 30 giugno 2000, n°149, p. 57.
[5] Michael Zimmermann, Verfolgt, vertrieben, vernichtet. Die nationalsozialistische Vernichtungpolitik gegen Sinti und Roma, Klartext-Verl., Essen 1989.