Dopo aver perso la sovranità nazionale stiamo perdendo anche
la sovranità alimentare.
Questo è quanto si desume da due notizie che nei giorni
scorsi mi hanno particolarmente colpito.
La prima è il divieto impartito dalla Corte di Giustizia
della UE contro la commercializzazione
(e lo scambio!) delle sementi tradizionali:
La seconda è il ricorso del Governo Monti alla Corte
Costituzionale contro l’agricoltura a “chilometro zero”:
Il governo ricorre
alla Corte Costituzionale contro la legge sul “chilometro zero”:
Il motivo del ricorso del Governo contro la Regione
Calabria? La “violazione del principio della libera circolazione delle merci”.
Quanto sia speciosa questa motivazione lo si può
riscontrare anche dal fatto che, proprio riguardo al divieto delle sementi
tradizionali, l’Avvocato Generale – nell’esprimere la sua contrarietà al
provvedimento – aveva parlato di violazione “della libera circolazione delle
merci” (vedi il secondo link da me citato).
Più che di libera circolazione, si dovrebbe parlare quindi di circolazione a corrente alternata (sempre a
favore delle multinazionali alimentari).
È chiaro che gli eurocrati non si limitano a volere ridurre
in miseria la popolazione civile: vogliono anche, impedendo alla gente di mangiare
come meglio crede, e come più le garba, spezzarne ogni forma di resistenza.
Non si peritano neppure di proscrivere esempi come quello di Vandana Shiva!
Salvo riservare, magari, i prodotti locali di qualità ai
ristoranti extra lusso!
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La torta al pistacchio di Bronte |
L’assessore alle Risorse agricole della Regione Puglia si è
dichiarato pronto a “dar battaglia”:
Agricoltura: commercio sementi tradizionali; Stefàno: assurdo il divieto:
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"Non crescerà cibo che non ci appartiene" |