A proposito della nuova indagine[1]
della Procura di Roma sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini. Lessi a suo tempo –
e ho riletto ieri – che
“I Ris
hanno iniziato a comparare il dna estratto dai reperti con la loro banca dati.
Cercano il terzo uomo apparso «chimicamente»sulla scena deldelitto Pasolini”[2].
Ammesso che sulla scena del delitto vi fosse solo[3]
un terzo uomo - e ammesso che i reperti d’epoca non siano stati manomessi (la
manomissione delle prove è un classico dei “misteri” italiani) – e considerato
inoltre che non è detto che l’assassino (o gli assassini) di Pasolini figuri
nella banca dati dei carabinieri, avrei una modesta proposta per (provare a) risolvere il
caso: bisognerebbe confrontare le tracce
di DNA presenti nei reperti d’epoca con il DNA di tutti i picchiatori ancoravivi nel cuicurriculum c’è almeno una aggressioneai danni del poeta (Pasolini ne subì numerose, da parte dei
neofascisti[4]).
Niente di straordinario, in sé: tutto ciò rientrerebbe
nelle normali procedure di polizia giudiziaria ma considerato che, finora, l’omicidio massonico-piduista[5]
di Pasolini ha goduto di una “magica”sospensione delle dette procedure[6]
la straordinarietà, in questo caso, sarebbe proprio il ritorno alla normalità …
Lo Specchio plaude all'aggressione contro Pasolini alla prima del film Mamma Roma (1962)
[6] Vedi l’articolo
I sei errori della polizia, di Gian
Carlo Mazzini: http://www.pasolini.net/processi_pelosi_seierrori.htm. Ma tra gli errori, a quanto pare, ve ne fu anche un settimo: quello di non considerare le precedenti aggressioni a Pasolini come dei precedenti...
