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Albert Pike |
Dedico questa
traduzione a tutti i libici che, a cominciare da Muammar Gheddafi, sono stati
vittime delle mattanze in stile Ku Klux Klan attuate dai massonici terroristi nordatlantici. Dietro i misfatti dei nuovi
barbari Obama, Clinton, Sarkozy e Cameron (che non si sono peritati, nel caso
di Gheddafi, dallo sdoganare addirittura lo snuff movie) , è
infatti tuttora operante la medesima ideologia di cui l'aguzzino schiavista
Albert Pike fu ispiratore e direttore.
LE PROVE CHE LA
MASSONERIA MENTE SU ALBERT PIKE E SUI SUOI LEGAMI CON IL KU KLUX KLAN
A sinistra, la biblioteca
principale del Supremo Consiglio 33° del Rito Scozzese Antico e Accettato della
massoneria, S. J., Stati
Uniti:
la Madre dei Supremi Consigli del pianeta, con sede a Washington D. C., non è
dedicata ad altri che al Generale Confederato Albert Pike, il Capo della
“Magistratura” del KKK.
Lui è vissuto. I frutti del suo lavoro vivono dopo
di lui. – Albert Pike, 33°.
Queste parole dedicate ad Albert Pike sono scolpite in
bronzo vicino alle impressionanti porte, coperte di pelle, che portano alla
Biblioteca del Supremo Consiglio 33°. Esse costituiscono un appropriato
benvenuto all’utente della Biblioteca, poiché oggi la Biblioteca del Supremo
Consiglio continua l’opera di Pike e la missione della massoneria.
Pike, che ammise di essere “capriccioso nelle mie letture”,
era un avido collezionista di libri. Nella sua casa di Little Rock, Arkansas,
una delle stanze più impressionanti era la biblioteca, e Pike aveva una ampia
collezione di libri nel suo chalet di montagna, sempre nell’Arkansas, dove
scrisse i primi abbozzi di quelli che dovevano diventare [i volumi di] Morals and Dogma.
Pike salvò ciò che poté di questi libri durante i tumulti
della Guerra Civile e dei suoi strascichi, e quando si trasferì vicino alla
capitale della nazione, portò queste collezioni dapprima nella sua casa di
Alexandria, in Virginia, e poi nella prima Casa del Tempio, Third and D Streets NW, a
Washington DC. Alla sua morte, volle che tutti i suoi libri andassero al
Supremo Consiglio 33°, con la disposizione che fossero resi disponibili al
pubblico gratuitamente. Così, nel 1891, la Biblioteca della Casa del Tempio
divenne, in realtà, la prima “biblioteca pubblica” del Distretto di Columbia.
Oggi, molti di questi libri della collezione personale di
Pike formano il nucleo della Biblioteca del Supremo Consiglio nell’attuale Casa
del Tempio al numero 1733 della Sixteen
Street NW, e sono ancora disponibili per la consultazione, gratuitamente,
da parte del pubblico normale come pure, naturalmente, dei fratelli.
Una delle emozioni nel condurre una ricerca nella Biblioteca
è, inaspettatamente, quella di imbattersi in qualche parola della meticolosa
scrittura manoscritta di Pike in qualcuno dei libri più vecchi.
La suddetta descrizione dell’importanza di Pike per la
massoneria come si evince dal Supremo Consiglio 33°, mostra che le affermazioni
odierne degli apologeti della massoneria, secondo cui Pike è un “nessuno” la
cui “importanza per la massoneria non è nulla”, e che “nessuno sa chi sia
tranne pochi detrattori”, è una madornale fandonia. Albert Pike è per la
massoneria quello che Shakespeare è per il teatro. L’uno è inseparabile dall’altra.
Non permettete che dei consumati ipocriti vi dicano qualcosa di diverso.
A destra: uno dei libri
di occultismo più letti del mondo; Morals and Dogma
del Rito Scozzese Antico e Accettato della massoneria. Questo libro viene
tuttora fornito ai massoni che vogliano ricevere il 32° grado.
Pike è stato definito da alcuni famosi scrittori massoni
come il Platone della massoneria, e addirittura, come il Papa massonico!
La massoneria, vale a dire la Massoneria Organizzata,
pratica la tecnica della grande menzogna. Più precisamente, la Massoneria
Organizzata ha perfezionato la tecnica della grande menzogna. Costoro
definiscono tale doppiezza “deviare il discorso”.
Nei confronti di questo personaggio – generale confederato, schiavista, spia
degli inglesi, condannato come criminale di guerra confederato, Sovrano Grande
Ispettore del Supremo Consiglio 33°, autore del rituale del Ku Klux Klan, Capo
della Magistratura del Ku Klux Klan e Grande Dragone del Ku Klux Klan
dell’Arkansas – è necessario aggiungere alcuni superlativi all’espressione
“deviare il discorso”, perché tale opaca espressione non rende conto degli
sforzi e delle tattiche impiegate per occultare, oscurare, sviare, e deviare dal
ruolo da protagonista di Pike nella creazione del Ku Klux Klan.
Vi preghiamo di scusarci se vi sembra che andiamo per le
lunghe nello spiegare cosa fa esattamente la Massoneria Organizzata, con le sue
migliaia di siti internet, con i suoi milioni di membri, e con i suoi miliardi
di patrimonio netto, riguardo alla questione
Albert Pike, perché bisogna essere molto precisi quando si ha a che fare
con i maestri dell’analisi sintattica. In realtà, è probabile che la massoneria
abbia fornito alle agenzie di intelligence le istruzioni iniziali sui metodi
più efficaci per praticare la disinformazione.
Per prima cosa loro eliminano tutti i “documenti” – le
società segrete orali come la massoneria o come il Ku Klux Klan non conservano
tracce cartacee. Poi dicono che non esiste nessun documento, oppure che non può
esserne trovato nessuno. Se nei libri e negli scritti sull’argomento c’è
qualche testimonianza oculare, negano che tali libri o scritti esistano, e se
tutto ciò non consegue lo scopo allora attaccano i testimoni e cercano di
distruggere la loro reputazione – anche se [tali testimoni] erano massoni, che
peraltro erano passati sopra ai loro giuramenti sulla materia, e se non basta attaccano
la reputazione degli autori stessi – e, ancora, anche se tali autori erano essi
stessi massoni. Infine, loro semplicemente mentiranno sulla natura di un libro
o di uno scritto o la distorceranno definendolo “anti” – persino se l’opera in
questione era “a favore”, sebbene scritta in un’altra epoca prima della caduta
del KKK.
L’uso del termine “anti” appartiene alla pura retorica
orwelliana. Tutti coloro che scrivono in modo critico della massoneria sono “anti”
e tutti gli “anti” sono impostori, mentitori, fanatici o estremisti, e non
possono essere accettati. Perciò un’opera legittima che critichi la massoneria
non esiste per definizione, perché, per sua stessa natura, deve
[necessariamente] essere “nemica” e la Massoneria Organizzata non accetterà
riferimenti agli “anti” in nessun dibattito o discussione sulla massoneria. Nel
caso in cui lo scritto sia opera di un massone, ma destinato a non essere divulgato
(nella sopraccoperta della maggior parte dei libri massonici è scritto che il
libro deve essere restituito alla Loggia se l’autore muore), oppure se è
semplicemente stato scritto in un’epoca politicamente diversa – come nel caso
dei libri favorevoli al Ku Klux Klan che esaltano il ruolo di Albert Pike – la
tattica è di attaccare gli autori. Anche se, all’epoca in cui i libri furono
scritti, la Massoneria Organizzata era più che lieta di accettare il prestigio
dei milioni di appartenenti all’ordine, comprese tutte le “meraviglie” che Pike
fece per loro.
Un non massone potrebbe fornire citazione su citazione da
vecchie opere massoniche o del KKK, e la massoneria non ne accetterà nessuna,
perché chiunque agisca in tal modo oggi (il non massone) lo fa con la
consapevolezza che tutto ciò è dannoso per l’immagine e la reputazione
pubbliche della massoneria, e chiunque agisce in tal modo deve ovviamente
essere un “anti”. Naturalmente, nulla di tutto ciò che afferma o scrive un “anti”
è accettabile per un massone. I logici definiscono tutto ciò come ragionamento circolare e inoltre classificano il ragionamento circolare come un
falso ragionamento.
Nella logica o nella retorica, il falso ragionamento
equivale ad un errore matematico, e non è consentito. Non è considerato un
metodo legittimo di discussione, e fa parte della stessa categoria degli
attacchi ad hominem. Sfortunatamente, con il potere che la massoneria ha, è
molto difficile competere con il diluvio di disinformazione che essa diffonde
ricorrendo a questi metodi scorretti di ragionamento e di discussione. Detto
semplicemente, la tattica più efficace della Massoneria Organizzata è di
applicare il detto “confondili con la cera dell’ape”. A montagne. Se ci
vorranno un migliaio di siti web e un centinaio di migliaia di post per
seppellire l’argomento dell’”anti” (a cui essi non rispondono mai senza
impiegare i frusti giochetti del taglia e incolla, della cancellatura, e della
distorsione) allora questo è quello che faranno. I massoni definiscono tutto
ciò un “buon lavoro”.
A destra: l’atrio del
Supremo Consiglio 33°, Washington D. C.. Da lontano, è visibile un busto di
Pike – sul pianerottolo del Grande Scalone che conduce alla sala del tempio
principale – davanti a cui tutti i massoni del 33° grado devono sfilare. Pike è
sepolto in una cripta segreta sotto lo scalone – sotto il busto – il solo
massone cui sia stato concesso questo “onore”.
Ma qual è lo scopo di questo comportamento? I massoni che si
vedono sconfitti alla fine di un match riguardante Pike (succede, ma cancellano
velocemente i post o fingono che la contesa verbale non sia mai avvenuta)
diranno: “ma anche se avete ragione, tutto ciò è accaduto 150 anni fa e oggi
non ha più importanza, ecc.”. Ecco perché la questione è molto importante. Pike
non fu soltanto un massone: fu il capo del Supremo Consiglio, che aveva di
fatto il controllo di tutto il movimento massonico mondiale. Quindi il Ku Klux
Klan era un’organizzazione massonica ufficiale (anche se molto segreta) e
pianificata con reconditi significati politici, che venne premeditatamente
costituita per effettuare omicidi, incendi, estorsioni e altre azioni illegali
per raggiungere gli obbiettivi politici del Rito Scozzese. Il rapporto tra il
KKK e la massoneria è perciò massimamente invisibile. Dalla fase iniziale –
attraverso l’aperto reclutamento, sui giornali, dei massoni al KKK – all’uso di templi e sale massonici per gli
incontri del KKK, ai rituali, ai riti, e alle tematiche occulte, fino agli alti
gradi massonici della leadership dei klan vecchi e nuovi. Anche l’attuale opera
di occultamento può essere vista nell’ambito del perdurante coinvolgimento
della Massoneria Organizzata nelle politiche reazionarie.
Non si sono mai fermati. Non hanno mai rinunciato. Molti hanno fatto congetture
su ciò che era accaduto ai milioni di membri del KKK che erano negli elenchi al
momento del crollo finale del KKK per mano dell’IRS
negli anni ’40. Ora lo sappiamo. Essi semplicemente proseguirono la loro
attività all’interno delle logge massoniche come se nulla fosse successo. E
davvero era cambiato qualcosa? Nella maggior parte delle regioni del paese
l’appartenenza alle locali sezioni del KKK era indistinguibile
dall’appartenenza alle locali logge massoniche “azzurre”.
Dopo tutto, il KKK aveva apertamente messo annunci sui
giornali per nuove adesioni specificando che si preferivano i massoni! Il solo
cambiamento fu che le lenzuola vennero riposte, ma gli obbiettivi politici e la
volontà e la capacità di conseguirli vennero portati avanti. La lettera che il
capo del Supremo Consiglio scrisse nel 1960 sull’organo ufficiale del Rito
Scozzese – la rivista “New Age” – su un presidente cattolico
romano, e la perdurante assenza della presenza dei neri nelle logge “azzurre”,
oltre al non riconoscimento della regolarità delle logge per soli neri di
Prince Hall,
dimostrano ampiamente tutto ciò.
La chiusura del 1940 fu una mistificazione totale. Ecco il
perché della disperata difesa di Albert Pike. Stanno ancora lì, non se ne sono
mai andati.
Lettori gentili e pazienti, ecco a voi i riferimenti che
provano che l’illustre Albert Pike fece parte del KKK, e che il KKK e la
massoneria erano intrinsecamente legati.
RIFERIMENTO NUMERO
UNO.
Il Ku Klux Klan: le
sue origini, il suo sviluppo e il suo scioglimento.
Fu nel 1905 che la casa editrice Neale, di New York e
Washington, pubblicò “Ku Klux Klan: Its
Origin, Growth and Disbandment”, scritto e pubblicato da Walter L. Fleming,
che aveva incorporato materiale pubblicato in precedenza da J. C. Lester e da
D. L. Wilson. L’introduzione dello storico Walter Fleming a questo libro del
1905 spiega che vennero fornite “informazioni riguardo al Ku Klux Klan da parte
di molti ex membri dell’ordine, e dai loro amici e parenti”. Fleming afferma
che “il generale Albert Pike, che occupava un’elevata posizione nell’ordine
massonico, era il primo ufficiale giudiziario del Klan”. In una pagina dedicata
alle illustrazioni di importanti membri fondatori del KKK, Fleming pone il
ritratto del generale Pike al centro, con dimensioni più grandi di quelle degli
altri sei presenti nella pagina, e ripete tale informazione a mo’ di
didascalia: “il Generale Albert Pike, primo ufficiale giudiziario”. Fleming
allega come appendice al suo libro una ”prescrizione” del KKK, o costituzione
segreta che era stata allora da poco scoperta. Questo documento espone le leggi
del dipartimento “giudiziario” del Klan, che Pike comandava. Si tratta del
dipartimento della disciplina interna o del controspionaggio. Corrisponde anche
all’influenza di Pike e del Klan sul sistema giudiziario normale e sulla
professione legale negli stati sudisti dopo la guerra civile.
Come boss di tutte le società segrete del sud e, nello
stesso tempo, come presidente dell’ordine degli avvocati del Tennessee, Pike
era il grande stratega della “giustizia” del Klan. Va anche sottolineato che il
libro di Fleming non è un’opera diffamatoria o una stroncatura di Pike. Sebbene
rivelasse per la prima volta molti dati importanti, metteva il KKK e Pike nella
miglior luce possibile. Il libro fu un successo presso i confederati veterani e
i “patrioti della razza” anglosassoni, e lanciò la carriera di Fleming quale
decano degli storici sudisti. Fleming divenne il primo apologeta del KKK, e fu
il padre della moderna linea storica secondo cui la Ricostruzione fu un’oppressione
corrotta imposta al Sud. Nel settembre del 1903, Fleming aveva scritto sul Journal of the Southern History Association [Rivista
dell’Associazione della Storia del Sud]: “Il bisogno stesso di una tale
organizzazione nelle caotiche condizioni dell’epoca indusse i Den [le unità locali del KKK] ad
esercitare i compiti di una ronda di polizia per regolare la condotta dei negri
ladri e impudenti e dei consimili bianchi “lealisti”…”. Le simpatie di Fleming
non hanno danneggiato la sua reputazione presso le autorità costituite. La National Cyclopedia of American Biography definisce la sua storia del Ku Klux Klan del 1905 “un
resoconto autorevole di questa organizzazione”. Il Dictionary of American Biography afferma chiaramente: “Fleming ha trattato la guerra
civile e la ricostruzione del Sud in modo più completo di chiunque altro. Le
sue opere sono caratterizzate … dall’obbiettività dello studioso. Uomo del Sud,
Fleming ha scritto del conflitto settoriale con simpatie sudiste e tuttavia è
stato più obbiettivo della maggior parte dei sudisti della sua generazione. La
storiografia della guerra civile e della ricostruzione deve molto a questo
ricercatore infaticabile, alla vastità della sua erudizione, e alla forza della
sua interpretazione”. Basando la propria carriera sulla difesa del KKK di Pike,
Fleming divenne preside della facoltà di arti e scienze della università
Vanderbilt di Nashville, nel Tennessee.
Il comando del Klan
del Tennessee da parte di Pike
Fu a Nashville che Albert Pike e altri generali confederati
si incontrarono nel 1867 per fondare un’organizzazione terroristica, chiamata
KKK, che operasse negli stati sudisti, ingrandendo il piccolo progetto che
avevano inaugurato due anni prima a Pulaski, nel Tennessee. L’organizzazione
che egli fondò a Nashville designò Pike come suo primo ufficiale giudiziario, e
come suo Grande Dragone dell’Arkansas.
Come editore-proprietario del giornale Daily Appeal di Memphis,
Tennessee, Pike scrisse, in un editoriale del 16 aprile 1868:
“Con negri come testimoni e giurati, l’amministrazione della
giustizia diventa una blasfema presa in giro. Una Lega lealista di negri può
fare in modo che qualunque uomo bianco venga arrestato, e può provare qualunque
accusa che abbia scelto di lanciare contro di lui … Il popolo del Sud privato
dei suoi diritti … non può trovare protezione per le proprie proprietà e
libertà o per la propria vita, tranne che nelle società segrete … Abbiamo unito ogni uomo bianco del Sud che
sia contrario al suffragio dei negri in un unico grande Ordine di Fratellanza
Sudista, con un’organizzazione completa, attiva, vigorosa, in cui i pochi
eseguiranno la volontà concentrata dei tutti, e la cui stessa esistenza verrà celata
a tutti tranne che ai propri membri”.
(Una copia di questo numero del giornale di Pike può essere
visionata nella Biblioteca del Congresso, come pure i libri menzionati in
quest’articolo).
A sinistra: la Albert
Pike Memorial Room [stanza commemorativa di Albert Pike] all’interno del Tempio
del Supremo Consiglio 33°, che è ubicato 13 isolati direttamente a nord della
Casa Bianca a Washington D. C.
Ma fu come Sovrano Grande Ispettore del Rito Scozzese, e
come capo riconosciuto dell’ordine massonico dei bianchi sudisti, che Pike
esercitò il grande potere clandestino che accomunò gli associati del KKK.
Walter Fleming designa il Maggiore Confederato James R. Crowe come la fonte
preminente della sua storia del KKK scritta nel 1905, e descrive Crowe come uno
dei fondatori del primo KKK a Pulaski. Fleming sostiene che il Maggiore Crowe
“deteneva un alto rango nell’ordine massonico”. Nel suo albo d’onore dei
“membri famosi del Klan”, Fleming nomina il “Generale John C. Brown, di
Pulaski, Tennessee” e il “Colonnello Joseph Fussell, di Columbia, Tennessee”.
Il Generale Brown e il Colonnello Fussell, come il Maggiore
Crowe, sono identificabili come soldati dell’ordine massonico di Pike. Il
Generale Brown era da 15 anni un maestro massone della loggia di Pulaski quando
il KKK venne lì costituito, e divenne grande maestro dei massoni del Tennessee
e governatore del Tennessee durante il periodo di potere del Klan. Il
Colonnello Fussell fu il Comandante dei massonici Cavalieri Templari del
Tennessee durante il dominio del Klan. Queste informazioni massoniche sono tratte da “Tennessee Templars: A Register of Names with Biographical
Sketches of the Knights Templar of Tennessee”
[Templari del Tennessee: un registro di nomi con schizzi biografici dei
Cavalieri Templari del Tennessee] di James D. Richardson. Questo James D.
Richardson fu lui stesso Comandante dei Cavalieri Templari e Gran Maestro dei
massoni del Tennessee, e fu lo speaker della Camera dei Deputati del Tennessee
durante il periodo di potere del Klan. Questo stesso James D. Richardson fu il
successore di Albert Pike come comandante dei massoni sudisti di Rito Scozzese.
Fu questo stesso Richardson che ordinò che venisse eretta a Washington D. C. la
statua di Pike. Fu Richardson che, come deputato congressuale del Tennessee
introdusse nella Camera dei Deputati statunitense la famigerata risoluzione del
1898: essa esigeva dal governo federale che fornisse un luogo di proprietà
federale all’organizzazione massonica di Richardson per erigervi la statua che
onorava il grande stratega del terrore del KKK.
RIFERIMENTO NUMERO 2
Il KKK in rassegna
L’”Authentic History, Ku Klux Klan, 1865-1877” [Ku Klux Klan,
1865-1877: la storia autentica] di Susan Lawrence Davis, del 1924, ripete lo
schema, creato da Fleming nel 1905, di rivelare il ruolo di Pike nel KKK ma
trattando lui e il Klan in modo molto favorevole. Il libro della Davis fu
scritto per celebrare il nuovo KKK, quello del 20° secolo, che stava proprio
allora inscenando sfilate di massa in alta uniforme a Washington e in altre
città del nord come Detroit. Nel suo capitolo sulla leadership del Generale
Pike nel Klan, la signorina Davis plaude all’abile gestione della società
segreta KKK da parte di Pike. Ella riproduce nella sua storia del KKK un
ritratto a olio di Albert Pike messole a disposizione per il suo libro dal
figlio di Pike.
RIFERIMENTO NUMERO 3
Il periodo tragico
Lo stesso vale per altre monografie del Klan e per numerose
biografie di Albert Pike: il ruolo di Pike come leader del Klan o come capo del
KKK dell’Arkansas viene discusso, ma viene trattato come se l’uccisione
terroristica da parte del KKK degli afroamericani fosse “spiacevole” ma
“puramente naturale” e “comprensibile”. Nel suo libro, “The Tragic Era” [L’epoca tragica], Claude Bowers,
che prestò servizio per molti anni come ambasciatore americano in Spagna e in
Cile, descrisse Albert Pike come uno dei componenti di quel gruppetto di
fondatori distinti e rispettabili del KKK, e come il leader del Klan nell’Arkansas.
Bowers descrive i membri del KKK come sudisti patrioti che
difendono il loro stile di vita da neri e nordisti incontrollabili.
Bowers scrisse che molte delle presunte violenze del KKK
vennero in realtà perpetrate da negri travestiti con gli abiti del Klan per
vendicarsi di altri negri!
RIFERIMENTO NUMERO 4
La croce
fiammeggiante
“Eminenti gentiluomini sudisti vennero in seguito citati
come statisti dell’Impero Invisibile. L’Alabama nominò il Generale John T.
Morgan come Grande Dragone. L’Arkansas venne guidato dal Generale Albert Pike,
esploratore e poeta. La Carolina del Nord venne guidata dall’ex governatore Zebulon
Vance, e la Georgia dal Generale John B. Gordon, che in seguito divenne
senatore.
Fonte: “The Fiery Cross”. Autore: Wyn Craig Wade. Oxford University Press 1998,
pagina 58. Pubblicato inizialmente da: Simon & Schuster, 1987, Biblioteca del
Congresso, catalogato in: 1 Ku Klux Klan (1915)-Storia. 2 White Supremacy
movements [Movimenti della supremazia dei bianchi]-Stati Uniti-Storia. 3
Razzismo-Stati Uniti-Storia. 322.4’2’0973-dc21 97-44001
RIFERIMENTO NUMERO 5
Gli ariani
Albert Pike scrisse anche, a lungo, della mitica super-razza
degli ariani, decantando le loro virtù, la loro presunta epopea, e la loro
religione, che egli cercò di rappresentare come precorritrice della massoneria
nelle sue numerose opere edite.
Sembra che su tale argomento Pike fosse un compagno di viaggio di Madame
Blavatsky. Cinquant’anni dopo, nell’Europa centrale, vi saranno altri che
raccoglieranno questa eredità e useranno questi scritti come base di
un’ideologia che piuttosto curiosamente userà anch’essa il termine “nuovo ordine
mondiale” per descrivere il proprio programma. Solo una coincidenza,
naturalmente.
RIFERIMENTO NUMERO 6
Storia ed evoluzione
della massoneria
Un’ulteriore utile citazione di Pike è stata fornita da un
massone, Bill Maddox, sul gruppo Usenet alt.freemasonry (e per questo duramente attaccato
dal membro interno “e-m@sons”).
“Ho appreso i miei doveri da uomini bianchi, non da negri.
Quando sarò posto di fronte all’alternativa di accettare i negri come fratelli
oppure lasciare la massoneria, lascerò” – Albert Pike 33°.
Delmar D. Darrah
“History and Evolution
of Freemasonry” [Storia ed evoluzione della massoneria] 1954, p. 329.
Editore: The Charles T Power Co.
RIFERIMENTO NUMERO 7
Esame critico delle
obiezioni alla legittimità della massoneria esistente presso i negri d’America
Su Bastille Day 2001,
in risposta ad un riferimento fatto nel newsgroup
alt.freemasonry alla pagina che state ora leggendo, un massone a suo tempo ha
attaccato il suddetto riferimento in quanto “menzogna di un anti”.
Egli viene quindi pubblicamente confutato da un fratello nel
modo seguente:
Lee Duncan ha scritto nel messaggio
>Ad esempio, tra gli “anti” c’è una popolare diceria
secondo cui Pike ha detto qualcosa del genere: “Ho >appreso i miei doveri da
uomini bianchi, non da negri … quando devo chiamare “fratello” un negro, mi
>dimetterò dalla massoneria”.
>Ovviamente, Pike non ha detto questo.
In realtà, Pike fu un grande paladino della massoneria (per >negri) di
Prince Hall.
Spudorato.
Per una vostra valutazione, ecco a seguire il testo
integrale della lettera di Pike quale risulta dal libro “A Critical Examination of Objections to the
Legitimacy of the Masonry Existing Among the Negroes
of America” [Esame critico delle obiezioni alla legittimità della
massoneria esistente presso i negri d’America]
di William H. Upton, 1902, pp. 214-15. I miei ringraziamenti per il suo apporto
al fratello Bennie per avermi esortato a scansionare il documento.
“F&S,
“Mike Wells
“Normal #673 AF&AM Illinois
“Collezionista di vecchi libri massonici
“Opinioni del Generale ALBERT PIKE, Sovrano Grande
Comandante, A. & A. Rito Scozzese. ALEXANDRIA, “Va., 13 settembre 1875.
“Mio CARO AMICO E FRATELLO. –Posso vedere chiaramente che la
questione dei negri provocherà dei guai. Abbiamo già in abbondanza negri che
sono massoni regolari e logge di negri in Sudamerica e nelle Indie Occidentali,
e i nostri ragazzi sanno solo evitare la questione dicendo che i massoni negri
qui sono clandestini. La loggia di Prince Hall era una loggia regolare come
ogni loggia creata dall’autorità competente, e aveva il pieno diritto (come
altre logge in Europa fecero) di costituire altre logge, costituendosi come loggia
madre. Questo è il modo in cui le logge di Berlino, Tre Globi e Royal York,
divennero Grandi Logge.
“Il Grande Oriente di Haiti è regolare come tutti gli altri.
Come lo è il Grande Oriente della Repubblica dominicana, che, oserei dire, ha
dei negri in essa e delle logge di negri sotto di essa.
“Ancora, se le logge dei negri non sono regolari, esse
possono essere facilmente essere regolarizzate. Se le nostre Grandi Logge non
riconosceranno le logge dei negri, essi hanno il diritto di andare altrove. La Grande
Loggia non può dire a otto o più massoni, neri o bianchi, noi non vi daremo una
carta perché siete negri, o perché volete lavorare con il Rito Scozzese, e non
andrete altrove per averne una. “Quest’ultima parte è una sciocchezza.
“Amburgo riconosce le Grandi Logge. Sì, e così farà la
Confederazione delle Grandi Logge tedesche, e così farà tra non molto il Grande
Oriente di Francia.
“Naturalmente, se la negrofilia continua a essere la
religione stabilita per legge dai vostri stati, vi sarà tra non molto un inizio
di riconoscimento delle logge dei negri. A quel punto, l’Arco Reale e i gruppi
Templari costituiti da negri dovranno esservi inclusi, e la massoneria si
abbasserà al loro livello. Il vostro piano funzionerà? Io penso di no. Penso
che non vi sia un terreno intermedio tra la rigida esclusione dei negri e il
riconoscimento e l’affiliazione dell’intera massa.
“Se essi non sono massoni, come proteggerli come tali o
qualcuno tra loro? Se sono massoni, come negare loro l’affiliazione o avere due
poteri supremi nella stessa giurisdizione?
“Non sono disposto a transigere sulla questione. Ho appreso i miei doveri da uomini bianchi,
non da negri. Quando dovrò accettare negri come fratelli oppure lasciare la
massoneria, la lascerò.
“Voglio mantenere incontaminato il Rito Antico e Accettato,
almeno nel nostro paese, dalla lebbra
della cooptazione dei negri. Il nostro Supremo Consiglio può difendere la
sua giurisdizione, ed esso è il legislatore. Non vi può essere un corpo di
leggi di quel Rito nella nostra giurisdizione a meno che non sia creato da noi.
“Non sono sicuro che di questo: che con un’immensità di
membri, con la mancanza di uno scopo per cui valga la pena di lavorare, con
l’indifferenza generale per i doveri, con la carità pelosa e le grandi spese,
con il cancan e il fandango, con i grandi templi e i grandi debiti, la
massoneria è diventata una grande massa impotente e inerte, che un giorno, tra
non molto, crollerà e andrà in rovina. Se volete che accada, penso che possiate
accelerare la catastrofe promuovendo un protettorato di negri. Meglio lasciare
che la cosa faccia il suo corso. Apres
noun, le deluge.
“Vostro ALBERT PIKE”.
A sinistra: il Tempio di
Rito Scozzese intitolato ad Albert Pike, Little Rock, Arkansas, sede del
Supremo Consiglio 33° del Rito Scozzese e della Gran Loggia dell’Arkansas. Vi è
anche un gran numero di logge “Blu” regolari intitolate ad Albert Pike in piccole e grandi città degli Stati Uniti.
RIFERIMENTO NUMERO 8
I Cavalieri del
Cerchio d’Oro
Il generale di brigata Albert Pike organizzò e diresse, nel
territorio dell’Oklahoma, il possesso di schiavi africani
da parte degli indiani cherokee che facevano parte dei massonici Cavalieri del
Cerchio d’Oro. Sotto la conduzione di Pike, questa brigata stuprò, saccheggiò e
uccise comunità di civili nei territori dell’Oklahoma e del Missouri. Per
questi “bei lavori” il fratello Albert Pike divenne un criminale di guerra
condannato in un processo per crimini di guerra tenuto dopo la fine della
guerra civile. Purtroppo, il “Papa” e “Platone” della massoneria dovette essere
condannato in contumacia essendo fuggito nel territorio inglese del Canada.
L’anglo-americano di seconda generazione Albert Pike venne anche accusato di
aver lavorato per la Corona come agente [segreto] e come agitatore chiave nella
guerra civile. Pike ritornò negli Stati Uniti solo dopo che il suo successore
nel Rito Scozzese, da lui designato, il 33° James Richardson, gli aveva
ottenuto il perdono, avendo conferito al Presidente Johnson il 33° del Rito
Scozzese in una cerimonia officiata dentro la Casa Bianca! In realtà dato il
ruolo dirigente di Pike nei Cavalieri del Cerchio d’Oro e dato il fatto che il
nome Ku Klux Klan è una variante del termine Cerchio (Kuklos), sembra chiarissimo alla maggior parte dei ricercatori chi
occupasse la posizione più elevata nella gerarchia occulta della società
segreta e quindi chi fosse stato più influente nella fondazione del Klan, tra
il massone/generale confederato Nathan Bedford Forest e il massone/generale
confederato/leader dei Cavalieri del Cerchio d’Oro/agente inglese/capo del
Supremo Consiglio del Rito Scozzese, il 33° Albert Pike.
RIFERIMENTO NUMERO 9
Titoli accademici
Le credenziali accademiche di Walter Fleming fornite dalla
Auburn University.
Dove sono, o quali sono, le credenziali accademiche dei
massonici “cercatori di verità” come la sedicente “Grande” Loggia della BC
e altri, che definiscono mentitore e “odiatore” chiunque dica che Pike era una
figura chiave del KKK?
FLEMING, WALTER LYNWOOD, 1874-1932
Professore universitario, preside di facoltà. Nato l’8
aprile 1874 a Brundridge. Genitori: William Leroy e Mary Love (Edwood) Fleming.
Sposato con Mary Wright Boyd, il 17 settembre 1902. Figli: quattro. Istruzione:
Alabama Polytechnic Institute, B. S., (con onore), 1896; MA,
1897; Columbia University, A. M.,
1901; PhD, 1904.
Ad Auburn prestò servizio come instructor in
storia e inglese; vicebibliotecario. Alla Columbia, lecturer
di storia. Prestò servizio nell’Alabama Voluntary Infantry
nella guerra ispano-americana. Insegnò nell’università West Virginia dal 1903
al 1907; nell’università Louisiana State dal 1907 al 1917; nell’università
Vanderbilt dal 1917 al 1928; preside del College of Arts and Services dal 1923
al 1926. Membro del consiglio editoriale della Mississippi Valley Historical Review nel 1922.
Fonti: Who Was Who
in America, Vol. 1; The Story of Alabama di Owen, e il Dictionary of American Biography, Supplemento 1.
Autore di:
“Civil War and
Reconstruction in Alabama” [La guerra
civile e la ricostruzione in Alabama]. New York: Columbia University Press,
1905.
“Documentary History of Reconstruction: Political, Military, Social, Religious, Educational & Industrial, 1861 to the Present
Time” [Storia documentaria della
ricostruzione: politica, militare, sociale, religiosa, scolastica e
industriale, dal 1861 all’epoca presente]. Cleveland, Ohio: A. H. Clarke Co.,
1906-1907.
“The Freedman’s Savings Bank” [La Cassa
di Risparmio Freedman]. Chapel Hill, N. C.: University of North Carolina Press,
1927.
“History of Louisiana
State University (1860-1896)” [Storia della Louisiana State
University (1860-1896)]. Sewanee, Tenn. [Tennessee]: The University of the
South Press, 1931.
“The Reconstruction of the Seceded States, 1865-1876” [La ricostruzione degli Stati
secessionisti, 1865-1876]. Albany, N. Y.: New York State Education Department,
1905.
“The Reconstruction Period: a Syllabus & Reference List” [Il periodo della ricostruzione:
una bibliografia]. Morgantown, W. Va.: A. G. Sturgiss, 1904.
“The Sequel to Appomatox …” [Le
conseguenze di Appomatox] New Haven, Conn. [Connecticut]: Yale University
Press, 1921.
“Southern Biography” (volumi 11 e 12 di “The South
in the Building of the
Nation” [Il Sud nella costruzione
della nazione]) Richmond, Va.: Southern Historical Publication Society,
1909-1913.
Curatore di:
“Documents Relating to Reconstruction”
[Documenti relativi alla ricostruzione]. Morgantown, W. Va: s. n., 1904.
“General W. T. Sherman
as College President: a Collection
of Letters, Documents, and Other
Material” [Il generale W. T. Sherman come rettore
universitario: una raccolta di lettere, documenti e altro materiale] …
Cleveland, Ohio: The Arthur M. Clarke Co., 1912.
“Ku Klux Klan,
its Origin, Growth and Disbandment”
[Il Ku Klux Klan, le sue origini, il suo sviluppo e il suo scioglimento]. New
York: Neale Pub. Co., 1905.
FONTE:
RIFERIMENTO NUMERO
10.
Giornalismo
investigativo.
Articolo del Detroit Metro Times:
CONCLUSIONE
Invece di farsi prendere dal panico quando i propagandisti
massonici
mostrano i muscoli (come nel caso della battaglia del 1990 per la rimozione
della statua di Pike a Washington D. C.), i cittadini o i loro rappresentanti
politici dovrebbero porre questa domanda ai difensori del generale Pike:
“Sostenete che il professor Fleming, la signora Davis, il signor Bowers e tutti
gli altri storici favorevoli ai Confederati erano dei mentitori quando
scrissero sulle meravigliose gesta di Pike quale fondatore e leader del KKK?”.
Loro vogliono sostenere entrambe le cose: all’inizio, fare propaganda per
giustificare il terrorismo del Klan quale opera di uomini “rispettabili” come
Pike; poi, quando il loro eroe è sotto attacco, sostenere che la loro stessa
propaganda diffama il loro uomo!
RISORSE:
Saggio di John Kovici del 19 gennaio 1993
The Crown in the Capitol
“The Ku Klux
Klan, It’s Origin, Growth and Disbandment”
“Authentic History, Ku Klux Klan”
“History and Evolution
of Freemasonry”
“The Published Works of Illustrious Albert Pike 33”
Usenet
“Knights of the
Golden Circle Cherokee Indians”
Nel 1995, gruppi di afro-americani e di antirazzisti
cercarono di far abbattere la statua di Pike ubicata vicino all’edificio del Federal Department of Justice, nella Judiciary Square, ma
vennero neutralizzati dal Supremo Consiglio 33°, che riuscì a mobilitare con
successo i propri fratelli all’interno della potente ADL della Gran Loggia del
B’nai B’rith, che
all’epoca disse ai politici e alle autorità che non esistevano prove del
coinvolgimento di Pike nel KKK. Fratello guarisci te stesso.
Prevediamo che il futuro del Grande Mago Pike in Judiciary Square sarà promettente come le statue degli scagnozzi assortiti
collocate fuori del quartier generale del KGB a Mosca sotto la falce e il
martello.
La situazione è cambiata, fratelli.