Stewart Ogilby: smascherare i perpetratori dell'11 settembre


UNA MENZOGNA DOPO L’ALTRA – E ORA L’11 SETTEMBRE 

Di Stewart Ogilby[1] 

Ricordo mio padre che richiamava in casa mio fratello e me, dal cortile dove giocavamo in quel frizzante pomeriggio di dicembre: era il 7 dicembre 1941. Voleva che ascoltassimo un servizio giornalistico dalla nostra radio Philco, e ci disse che avremmo ricordato quel giorno per il resto della nostra vita. 

Fu allora che ebbi il mio primo contatto con la politica estera. In qualche parte del mondo, molto distante da Staten Island, New York, un luogo chiamato Pearl Harbor era stato attaccato da aerei. Ci spiegò che, poiché quel luogo era parte del nostro paese, eravamo in guerra. 

Avevamo un piccolo mappamondo montato in sala da pranzo, vicino alla radio. Mostrandoci dove stava il Giappone, ci disse che il Giappone era nostro nemico. 

Proseguì dicendo che c’era un altro paese, molto più pericoloso, con cui presto saremmo entrati in guerra. Facendo fare al mappamondo un giro completo, indicò la Germania. 

Disse che lo scopo della Germania era di conquistare il mondo. 

Mettendo il dito sul piccolo spazio chiamato Germania, chiesi: “Come può un piccolo paese come questo impadronirsi di questo enorme pianeta?”. 

Mio padre disse che ci stavano già riuscendo, mostrandoci le zone che la Germania aveva già occupato. 

“Pensi che vinceremo?”, chiesi. Ricordo che mio padre si fece molto serio e disse: “Sì, vinceremo, ma sarà molto dura e le cose non saranno più le stesse”. 

Mio padre era onesto, un brillante chimico autodidatta, un agricoltore, e un patriota. Alcuni anni dopo che me ne ero andato di casa e che mio padre era prossimo alla pensione, nella casa colonica c’era una televisione, un oggetto che non avevo mai visto lì prima. Durante una visita, mentre mio padre assisteva alla rivelazione del Watergate, vidi delle lacrime uscirgli dagli occhi quando il Presidente Nixon comparve sullo schermo. “Quell’uomo ci ha mentito”, mormorò.       

Per “noi”, intendeva mia madre e lui stesso. Entrambi avevano votato per Nixon. Il patriota in lui era stato tradito. (…) Mi chiedo che cosa lui e altri della sua generazione penserebbero oggi. 

Lo storico Harry Elmer Barnes concluse che il Presidente Roosevelt aveva architettato nel 1941 un casus belli con il Giappone, avendo personalmente ordinato che tre piccole navi della Marina americana salpassero per affrontare la potente marina giapponese. Nella mia piccola biblioteca custodisco gelosamente una copia del libro dell’Ammiraglio Kemp Tolley intitolato “Cruise of the Lanikai”. Tolley era stato nel 1941 CO[2] di una di queste tre piccole antiquate navi della Marina americana. Il suo libro contiene una fotocopia di tale ordine, firmato personalmente dal Presidente Roosevelt. 

Quando lo strattagemma fallì, Roosevelt non poté far altro che architettare, di default, l’attacco di Pearl Harbor del 7 dicembre. Le macchine usate per decodificare il Codice Viola del Giappone erano state deliberatamente rimosse dalle Hawaii, lasciando i comandanti dell’Esercito e della Marina con gli occhi bendati. L’opera e le conclusioni di Barnes sono state da allora totalmente confermate dai documenti del FOIA. Se ne dubitate, vi prego di procurarvi una copia del libro del 2001 di Robert Stinnet, Day of Deceit [Il giorno dell’inganno]. 

Mio padre, come la maggior parte degli americani, mai si immaginò questo alto tradimento. Da qualche parte aveva appreso un fatto, da una fonte di cui si fidava, come, molti anni dopo, si fidava del suo presidente. Aveva informato i suoi due figli che la Germania era “intenzionata a conquistare il mondo”.  

Oggi capisco che questo uomo onorevole, insieme a milioni di altri americani, era stato ingannato anche in questo. Una campagna nazionale di disinformazione, con il linguaggio tendenzioso delle notizie a scopo di menzogna, era stata architettata per spingere ancora una volta il nostro paese in una guerra straniera. Sì, i banchieri fanno le guerre. 

Chi aveva scatenato una tale propaganda? Per una risposta, si inizi a leggere la storia vera desunta dalle fonti originali. David Irving era uno storico grandemente ammirato della seconda guerra mondiale fino a quando un certo gruppo di persone decise di scatenare contro di lui una violenta campagna diffamatoria ad hominem dopo che le sue ricerche meticolose avevano contraddetto certe loro narrazioni storiche. Oltre al conteggio e alle cause delle morti di Auschwitz, una verità ben documentata è che Adolf Hitler cercò ripetutamente di rimanere in pace con l’Inghilterra. Non si preparò mai a sfidare la supremazia marittima della Marina inglese, il che certo non era una strategia efficace per qualcuno che si preparava a “conquistare il mondo”. 

Anche il recente libro di Patrick Buchanan, “Churchill, Hitler, and the Unnecessary War” [Churchill, Hitler, e la guerra inutile] merita un’attenta lettura. Quelli che hanno bisogno di un consenso molto diffuso per le loro narrazioni storiche, inclusa quella dell’11 settembre, ricorrono a furenti critiche e alle tradizionali calunnie ad hominem, e. g.[3], “fanatici del complotto”, o “antisemiti”, e raramente a pubblicazioni confutative. 

Una volta ero giovane e patriottico. Ora sono vecchio e ancora patriottico. Gli Stati Uniti sono una nazione molto giovane. I miei antenati arrivarono qui nel 1816 mentre Jefferson e Adams erano impegnati in un’affascinante corrispondenza. La costituzione, insieme ai suoi primi dieci emendamenti, la nostra Bill of Rights [Carta dei Diritti] che contiene le tutele legali contro la tirannia, è un capolavoro politico. Mai considerata un documento definitivo, rimane aperta ai miglioramenti mediante un processo che coinvolge ogni singolo stato dell’unione. Oggi siamo testimoni della totale distruzione di queste tutele legali contro la tirannia. Tutto ciò non sarebbe mai potuto accadere senza le menzogne, le pervasive narrazioni come quelle che spinsero un popolo pacifico nella seconda guerra mondiale.     

Più di recente, le menzogne teletrasmesse sono state costruite per sfruttare la paura e la paranoia di una nazione traumatizzata, a causa dell’11 settembre, dai più grandi mentitori del pianeta,  loro stessi perpetratori di quell’evento criminale. Menzogne sull’11 settembre, menzogne sui terroristi, menzogne sugli storici, menzogne sulla storia, e menzogne su praticamente ogni altra cosa ci hanno proiettato nelle interminabili guerre odierne, hanno fatto a pezzi il nostro prezioso retaggio politico, e hanno portato via la maggior parte del denaro accumulato dagli americani nel corso degli anni. 

I mentitori sono schiavi del denaro e del potere. 

La ricchezza in America oggi non consiste nel denaro. Oggi la ricchezza nazionale si fonda sul nostro tradizionale patriottismo, sulle nostre intelligenze, sul nostro bisogno di verità, sulle nostre armi, e sul nostro coraggio di affrontare i nemici interni, i padroni delle narrazioni ingannevoli, i mentitori e gli esportatori dei nostri lavori, i mentitori e gli imbroglioni di Wall Street, i mentitori e i magnati dei media. Alcune menzogne chiave e le loro conseguenze fanno parte del passato, e la maggior parte di coloro che vi presero parte sono deceduti: il Maine, il Lusitania, Pearl Harbor, il Golfo del Tonchino, gli omicidi dei due Kennedy, l’omicidio del dr. King[4], l’omicidio di John Lennon, il ferimento del Presidente Reagan, tutti questi eventi sono materia per i giornalisti investigativi e per gli storici coscienziosi. Essi forniscono il lettore odierno della letteratura di genere mystery.

Tuttavia, ciò che oggi è chiarissimo è che il nostro governo ha, nel passato, mentito a Noi il Popolo[5] all’inizio di guerre fondamentali, e come giustificazione per i mutamenti della politica nazionale. La questione di quante volte esattamente siamo stati deliberatamente ingannati è aperta all’indagine e al dibattito in corso. 

Per gli americani oggi è di importanza cruciale schivare le narrazioni ufficiali da lavaggio del cervello, le menzogne diffuse dai giornali e dalle televisioni controllati e apprendere i fatti basilari riguardanti l’11 settembre, la recente tragedia che ha cambiato il mondo della nostra generazione. Dobbiamo fare lo sforzo di capire i fatti documentati dell’11 settembre. 

Nel passato, l’informazione viaggiava più lentamente. Le tecniche della nostra era digitale, in particolare internet, hanno tremendamente aumentato la velocità con cui le informazioni vengono diffuse. Oggi possiamo ottenere ciò che nel passato richiedeva anni per essere smascherato. 

Gli americani non possono permettersi di essere raggirati ancora una volta dai padroni della narrazione ingannevole, dai perpetratori dell’11 settembre. Questo crimine è il tallone di Achille dei traditori di questa generazione. Nell’interesse di tutto ciò che vi è di prezioso in questo paese, per i figli e i nipoti di questa generazione, i criminali dell’11 settembre devono essere incarcerati, perseguiti e rimossi dalle posizioni di potere finanziario, mediatico e politico in America. 

Il modo più efficace e immediato per ricostruire la nostra società assediata è quello di sostenere la Verità sull’11 settembre e chiederne conto ai responsabili. I veri traditori, questi padroni delle menzogne ufficiali verranno in tal modo smascherati ed eliminati.  

Potete pensare ad un modo più efficace per rimediare ai disastri odierni in America che chiedere giustizia contro i responsabili della strage dell’11 settembre e del suo occultamento sempre più patetico?   




[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è stato pubblicato in POWERPersonal Opinions of Ingrid Zündel [FORZA – Opinioni personali di Ingrid Zündel], n°395, febbraio 2012, pp. 5-6. In rete: http://www.veteranstoday.com/2011/12/10/one-lie-after-annother-and-now-911/

[2] Commanding Officer, ufficiale in comando.
[3] E. G.: exempli gratia, espressione latina equivalente a per esempio.
[4] Si riferisce a Martin Luther King.
[5] Riferimento all’inizio del preambolo della Costituzione americana: http://ospitiweb.indire.it/~costituz/estero/usa.htm