Quel bambino del ghetto di Varsavia sopravvissuto a dispetto degli storici


LA FOTO DEL GHETTO DI VARSAVIA

Dal sito di David Irving[1]:

nel 1943, i tedeschi sgombrarono e cancellarono il ghetto di Varsavia, in Polonia, dopo una rivolta armata ebraica.

Il comandante della polizia tedesca Jürgen Stroop donò a Heinrich Himmler, il Reichsführer delle SS, un album di 69 fotografie della brutale operazione intitolato IL GHETTO DI VARSAVIA NON C’È PIÙ. L’album venne catturato dagli Alleati e presentato come reperto nei Processi di Norimberga. Insieme al [relativo] rapporto di 76 pagine, l’album è stato integralmente scansionato e postato in rete[2] il 25 marzo 1998 da Jamie McCarthy[3], al quale si deve riconoscenza. La foto più famosa è quella riprodotta sopra.

DOMANDE E RISPOSTE:

1.       Cosa accadde al soldato tedesco con il fucile? Chi era? Si ritiene che fosse stato identificato circa venti anni fa nella zona sovietica della Germania, e [ivi] giustiziato. Risposte: Wolfgang Leander[4] ha ipotizzato, nella data di domenica 4 settembre 2005, che il suo nome fosse il Rottenführer SS Josef Bloesche: “Tu vuoi sapere chi è il soldato SS in quella famosa foto? Leggi il libro “Der SS Mann – Josef Bloesche, Leben und Sterben eines Moerdes” (Commento di David Irving: in realtà questo è un film ARD[5] del 2004 di Heribert Schwan). Bloesche (Blösche) venne impiccato dai comunisti nel 1969.

2.       Chi è il bambino spaventato con le mani alzate? Si sa che è sopravvissuto alla guerra. Una risposta: il 28 maggio 1982, il New York Times citò il dr. Tsvi C Nussbaum, un medico di Rockland County, nel nord dello Stato di New York, che sosteneva di essere quel bambino, che all’epoca aveva sette anni. Ricordò che c’erano state voci insistenti che i nazisti progettavano di scambiare ebrei con cittadini tedeschi che vivevano all’estero. Nussbaum e altri ebrei di Varsavia perciò vennero fuori dai loro nascondigli e si arresero ai nazisti. I loro nominativi vennero, in realtà, inseriti in un “elenco Palestina”, dopo di che lui venne inviato al campo di concentramento di Bergen Belsen, in Germania, da cui venne liberato dalle truppe inglesi nel 1945. Trascorse i successivi otto anni in quello che divenne lo Stato di Israele, ed emigrò a New York come dottore nel 1953. “Ricordo che c’era un soldato davanti a me”, disse al giornale, nel ricordare la foto, “e lui mi ordinò di alzare le mani”. Dopo che suo zio intervenne, gli venne permesso di riunirsi alla propria famiglia. La scoperta che il bambino non era stato liquidato, come era stato comunemente creduto, provocò scandalo e costernazione presso gli studiosi dell’Olocausto, che erano convinti, disse il New York Times, che “la valenza simbolica dell’immagine diminuirebbe se venisse dimostrato che il bambino era sopravvissuto”. Questi storici avevano considerato a lungo tale immagine come “una sorta di documento sacro”, aggiunse il giornale. Il dr. Lucjan Dobroszycki, del rinomato Yivo Institute of European Jewish History, di New York, ripeté tutto ciò, proclamando che quest’immagine dell’”evento più drammatico dell’olocausto” richiedeva “più di ogni altra, un grande senso di responsabilità da parte degli storici”. “È troppo sacra”, aggiunse, “per permettere che la gente faccia con essa ciò che vuole”. Nussbaum rimase scioccato da questa inaspettata reazione alla sua sopravvivenza: “Non avevo mai capito che tutti avessero messo tutto il peso di sei milioni di ebrei su questa fotografia”, disse. “Per me, rappresentava solo un incidente in cui ero rimasto coinvolto – e questo è quanto”.

3.       Il sito web Axis History[6] afferma: “La bambina sulla sinistra è stata identificata come Hanka Lamet, che sta vicino a sua madre, Matylda Lamet Goldfinger (la donna seconda da sinistra). Il bambino che porta il sacco è stato identificato come Leo Kartuzinsky e la donna sul davanti è stata identificata come Chana Zeilinwarger. Numerose persona hanno identificato il bambino in primo piano come Arthur Domb Semiontek, o come Israel Rondel, o come Tsvi Nussbaum o come Levi Zeilinwarger, ma nessuna di queste identificazioni può essere comprovata in modo definitivo”.

4.       Può, chiunque sia, fornire ulteriori informazioni sulle persone mostrate dall’immagine?



[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.fpp.co.uk/History/General/WarsawGhetto/WarsawPic1.html

[5] Il primo canale della tv pubblica tedesca