Vincenzo Vinciguerra: il delitto dell'indifferenza

Marco Tullio Giordana: suo il prossimo film su Piazza Fontana
IL DELITTO DELL’INDIFFERENZA

Di Vincenzo Vinciguerra

Si avvicina la data del 12 dicembre e i "professionisti" delle commemorazioni ufficiali si preparano a ricordare l'eccidio di piazza Fontana, come fanno puntualmente da 42 anni, con i loro diligenti compiti che dicono tanto per non provare niente.

Uno specialista in film di regime ne sta preparando uno proprio sulla strage di Milano, alla Banca dell'Agricoltura, che possiamo fin da ora prevedere che servirà ad alimentare confusione e divulgare menzogne.

Anche Carlo Lucarelli ha già pronto il suo documentario sulla strage di Stato da trasmettere su Rai 3 che è, certamente, all'avanguardia nella diffusione dei falsi di regime.

Parla chi è autorizzato a farlo da un potere che ha la capacità e la forza per erigere un muro di indifferenza e di omertà attorno a coloro che, a differenza degli "storici" e degli "esperti" di regime, hanno la volontà ed il coraggio di divulgare la verità.

L'esempio ultimo ci viene dal fatto che, ancora, nonostante gli entusiastici pareri espressi da tutti, senza eccezione, coloro che che lo hanno visionato, in tutto o in parte, non è stato possibile procedere ad una serie di proiezioni del documentario del regista Lucio Dell'Accio, "Scene di una strage", che racconta, per la prima volta in modo coerente e veritiero, l'eccidio di piazza della Loggia del 28 maggio 1974.

Suscita perplessità ed amarezza la decisione del presidente dell'Associazione vittime della strage di Brescia, Manlio Milani, di escludere la visione del documentario dalla rassegna "Storia Memoria Ricomposizione", da lui organizzata a Brescia in questo mese di novembre.

"Scene di una strage" è una pagina di storia, un richiamo forte alla memoria, consente di ricomporre quel mosaico che lo Stato ancora oggi cerca di frammentare perchè gli italiani continuino ad ignorare la verità.

Perché escludere proprio questo documento filmato, il primo ed il solo sulla strage di Brescia del 28 maggio 1974 che dia la possibilità di comprendere quello è realmente avvenuto?

Lorenzo Pinto con Lucio Dell'Accio
Già Manlio Milani non ha denunciato l'inganno di cui è stato vittima, insieme a Lorenzo Pinto, che mi ha costretto a rifiutarmi di deporre nell'aula della Corte di assise di Brescia nel mese di settembre del 2009.

Il silenzio nuoce ad una battaglia di verità, e il presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage di Brescia dovrebbe esserne consapevole.

Magari, stentano a comprenderlo gli "specialisti" in "terrorismo" che mai hanno sofferto per la guerra politica sulla quale tanto hanno scritto e tanto hanno guadagnato in diritti d'autore, ma Manlio Milani il dolore lo conosce e lo porta ancora dentro di sé.

E, allora, perchè non impegnarsi a divulgare il documentario del regista Lucio Dell'Accio?

Si cerca di far passare la favola che ormai tutto questo appartiene alla storia, al passato, ma così non è.

L'ostracismo nei confronti del documentario "Scene di una strage" si accompagna alla violazione della corrispondenza di chi scrive, di cui l'ultimo episodio risale alla data del 16 ottobre 2011, quando un plico raccomandato inviato ad Andrea Carancini, contenente un documento sulla strage di piazza Fontana, è stato sottratto dalla posta ordinaria del carcere e spedito, successivamente, da ignoti fuori dal circuito ufficiale dell'istituto.

Chi lo ha prelevato furtivamente dalla corrispondenza dei detenuti ha perso, evidentemente, troppo tempo a fotocopiare le tante pagine del documento e dei  tre articoli che lo accompagnavano, e non è più riuscito a rimetterlo al suo posto così che, per coprire la sua azione, è stato obbligato a spedirlo da fuori pagando di tasca propria o meglio con i fondi del Servizio per il quale lavora.

Se a quasi mezzo secolo di distanza, questo Stato sente la necessità di controllare occultamente la corrispondenza, se avverte il bisogno di boicottare la proiezione di un documentario come "Scene di una strage", la guerra politica è ancora attuale ed in corso.

Vogliono prenderne atto coloro che di quella guerra portano ancora i segni nell'animo?

Vogliono trarne le necessarie conseguenze i giornalisti e gli storici che si ritengono onesti?

Ce lo auguriamo, senza eccessive illusioni è vero, ma non perdiamo la speranza che in un Paese il cui Parlamento, per numero di inquisiti, indiziati di reato, rinviati a giudizio, condannati definitivi somiglia ad un'associazione per delinquere, ci siano ancora italiani che sappiano cosa siano il coraggio e l'onestà.

Opera, 12 novembre 2011

La strage di Piazza della Loggia a Brescia