Miserie giornalistiche: Sandro Provvisionato e i cablo su Ustica e Giovanardi

Sandro Provvisionato
Mi ricollego all’importante articolo di Vinciguerra sulle stragi di Ustica e Bologna pubblicato qualche giorno fa su questo blog[1]. La notizia della sentenza del Tribunale civile di Palermo che, il 12 settembre scorso, ha condannato lo Stato italiano a risarcire – alla cifra record di oltre 100 milioni di euro – i parenti delle vittime della strage di Ustica è stata commentata (sul numero di ottobre de LA VOCE delle voci) anche dal noto giornalista Sandro Provvisionato nell’articolo intitolato LA VERA STORIA DI USTICA BY WIKILEAKS[2].

Provvisionato, a quanto pare, gode di molta stima nell’ambiente del giornalismo d’inchiesta (“Noi, i giornalisti come…Sandro Provvisionato li contiamo sulla punta delle dita”, scrive sul medesimo numero della VOCE la peraltro commendevole Rita Pennarola, redattrice del detto mensile[3]). Io penso invece che sia buona norma non fidarsi dei giornalisti, neppure di quelli noti e stimati come Provvisionato, e che vadano sempre controllate, quando è il caso, le fonti da loro citate. Personalmente, diffido di Provvisionato da quando lessi, sul blog di Ugo Tassinari, un suo livido commento sulle inchieste di Guido Salvini sull’eversione stragista degli anni ‘70 (“Le fallimentari inchieste di Guido Salvini”), liquidate come mere “ricostruzioni storiche”[4], quel Guido Salvini che io ritengo invece uno dei pochi giudici costituzionalmente orientati d’Italia[5].

Comunque, riguardo ai cablo su Ustica, il pezzo di Provvisionato si presenta come un vero “scoop”. I punti dello scoop sono tre:

1.“Giovanardi”, citiamo dall’articolo, “nel colloquio con il diplomatico americano ammette di aver «venduto» in Parlamento la versione secondo cui il disastro sarebbe stato causato da un’esplosione avvenuta a bordo dell’aereo e «non per un missile americano» («not by a US missile»);

2. “gli USA" - mette in bocca Provvisionato al diplomatico - "sono stati molto «attenti» all’affaire Ustica, anzi sono “coinvolti” («involved») nell’intera vicenda e nel tentativo di «occultare» («cover up») la verità";

3. “… Altrimenti, scrive ancora il diplomatico, gli Usa non sarebbero arrivati al punto di spiare il primo ministro ed il ministro della Difesa da un governo straniero, a distanza di ben dodici anni dal disastro”.

Ora, leggendo il testo del cablo in questione (http://wikileaks.org/cable/2003/07/03ROME3199.html ) chiunque può constatare che i conti non tornano: innanzitutto, l’espressionevenduto” (che dovrebbe corrispondere al participio passato inglese “sold”, dal verbo “to sell”, vendere) non c’è (ed è quantomeno equivoca la scelta, da parte di Provvisionato, del virgolettato). Quello che c’è scritto è che Giovanardi "spoke in parliament trying to put the 20-year old Ustica crash case to rest" (parlò in parlamento per cercare di mettere fine al caso del ventennale schianto di Ustica"), e che “favored”, favorì la spiegazione che l’impatto fu causato da un’esplosione interna e non da un missile.

Non è la stessa cosa.

Certo, il "trying to put...to rest", ricorda il "troncare, sopire" del Manzoni, ed è facile leggere nel "favored" il proverbiale servilismo del politicante italiano nei confronti del padrone americano, ma questo non autorizza il giornalista in questione a "vendere" al lettore una legittima (e ragionevole) interpretazione come un fatto incontrovertibile, come un'ammissione dello stesso  Giovanardi. 

In secondo luogo, le espressioni “involved” e “cover up” non sono proprie dell’addetto dell’ambasciata americana ma sono attribuite da quest’ultimo al servizio del TG3 e giudicate una “conspirancy theory”.

Anche il terzo punto, l’intercettazione da parte americana della telefonata tra Amato e Andò, che viene presentato come un’ammissione del diplomatico, è in realtà riferito da quest’ultimo come un accusa diRepubblica” (http://wikileaks.org/cable/2003/06/03ROME2887.html ).

Tutto ciò non è genuina contro-informazione: è maldestra disinformazione, che nuoce alla causa che si dice, a parole, di voler difendere (la verità su Ustica, contro il peraltro indifendibile Giovanardi).

Scriveva a suo tempo Carlo Mattogno che i revisionisti, più che alla “verità”, hanno a cuore l’”esattezza” dei fatti: parole sante, aggiungo io, anche perché la verità è un alimento che mal si accompagna alla spezia del sensazionalismo. 

Carlo Giovanardi: comunque riprovevole


[3] A p. 47.
[5] Giudichi il lettore se le dette inchieste di Salvini sono solo “ricostruzioni storiche” dalla lettura della sentenza ordinanza pubblicata in rete all’indirizzo:  http://www.strano.net/stragi/tstragi/salvini/index.html