South Stream addio? La fine della politica estera dell'Italia

Medvedev: meglio i tedeschi
La fine della politica estera (ed energetica), non solo di Berlusconi: dell’Italia!

Prima notizia: LIBIA-ENI: FINE DEI RAPPORTI. TRIPOLI: “APRIAMO ALLA CINA”. Il governo di Gheddafi annuncia: “Basta affari con voi, ci bombardate”. Petrolio e gas a disposizione anche di Russia e Usa.[1]

Seconda notizia: GAS, LA RUSSIA FRENA IL PROGETTO ITALIANO SOUTH STREAM: MEGLIO I TEDESCHI (SENZA NUCLEARE). In questa situazione Mosca potrà congelare la realizzazione del progetto South Stream, aumentando nel frattempo le esportazioni del gas verso l'Europa tramite il gasdotto Nord Stream e con l'appoggio del proprio partner fidato, la Germania[2].

Motivo? Oltre a un “contenzioso con la Turchia”, le “tensioni con l’Eni”, quell’Eni che già l’anno scorso – lamentava all’epoca un quotidiano vicino al Cremlino – era “in trattative con il Turkmenistan e l’Azerbaigian per forniture di gas dall’Asia centrale attraverso il Mar Caspio, bypassando la Russia”[3].

Insomma, oltre ad aver fregato Gheddafi, abbiamo provato a fregare anche la Russia che, come Gheddafi, ci ripaga della giusta moneta.

Prosegue l’articolo: «La decisione della Germania di rinunciare per il 2020 alle centrali nucleari apre delle nuove possibilità davanti a Gazprom», ha sottolineato il consigliere presidenziale, Serghej Prikhodko.

Anche l’Italia ha rinunciato, con il referendum, alle centrali nucleari e avrebbe bisogno anch’essa, più che mai, del gas russo e invece niente da fare: tutto il mondo ha imparato a conoscere la nostra “classe dirigente”…

Banderuola Bersani alla firma del South Stream (novembre 2006)