Testimonianze e foto dei crimini NATO in Libia

TESTIMONIANZE E FOTO DEI CRIMINI NATO IN LIBIA[1]

Tripoli (LVO[2]): JoAnne Moriarty fa parte di una delle numerose missioni per la pace che si sono recate in Libia per rendere conto della realtà sul posto. Ella ha scattato delle foto nella città di Sorman, vicino Sabratha, di questa abitazione famigliare che è stata bombardata dalla NATO lunedì 20 giugno 2011 alle 2:30 del mattino.

JoAnne racconta: “Il nome di questa famiglia è Al Khwaildy. Finora, vi sono 15 morti e 3 persone disperse. Un neonato, una donna incinta, dei bambini, delle donne, dei giovani e degli anziani. Il dottore ci ha detto che c’erano 3 donne inviate a Tripoli con gravi ferite e che non ci si aspetta che sopravvivano, vi sono due feriti in terapia intensiva all’ospedale di Sabratha, un ragazzo (nelle foto) e una donna che ha perduto una gamba (nelle foto).

Il signor Al Khwaildy aveva 75 anni, aveva subìto un intervento di chirurgia cerebrale 4 anni fa e i medici avevano detto che in seguito non avrebbe potuto fare più niente. Tutto ciò che era capace di fare come lavoro era un po’ di allevamento. Qualunque congettura secondo la quale sarebbe stato implicato, in qualsivoglia modo, con il governo risale ad almeno 50 mesi fa.

Siamo stati testimoni che si trattava di un’abitazione famigliare, non abbiamo visto nel settore circostante o nella zona esterna nessun tipo di presenza militare. La famiglia aveva un campo da tennis che è stato bombardato due volte, un piccolo recinto con qualche animale di cui diversi sono stati feriti e uccisi. Abbiamo visto una piccola clinica dentistica all’esterno, vicino alla fattoria, che è stata molto danneggiata. C’era una grande Moschea, a fianco e lungo la via della Moschea c’era un ufficio postale  e una piccola zona commerciale con qualche appartamento. Questo settore è stato colpito e distrutto uccidendo 3 persone del Sudan. C’è qualche foto inclusa.

È stato “un colpo preciso”, lo chiamano “un colpo al laser”. È stato molto preciso, era un obbiettivo marcato laser. La polizia libica ha arrestato 3 uomini qualche minuto dopo il colpo, che erano in possesso di dispositivi laser (come dei puntatori laser). La polizia di questa piccola città non sapeva di cosa si trattava fino al momento in cui sono stati utilizzati. Lasciamo che gli esperti militari facciano questo accertamento. Non c’è alcun segno che si tratti di un incidente, è stato un evento pianificato. Sono stata testimone di questa atrocità, mio marito è stato testimone di questa atrocità – gli abitanti di questo quartiere ci hanno pregato di mostrare queste foto al mondo esterno.

Per favore, rendetevi conto che queste sono solo le foto di qualcuna delle persone uccise, loro hanno insistito che noi scattassimo delle foto per inviarle in America e al mondo. Non sono una giornalista, non sono un medico, nessuna di queste persone è mio marito, siamo dei civili in missione di pace in Libia di fronte a un fatto sconcertante. Non ero mai andata in una morgue, non avevo mai visto dei cadaveri, è stato molto difficile per noi. Quello di cui sono stata testimone ieri resterà con me per sempre.

Hassan Alliby per stcom.net     




















[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://news.stcom.net/modules.php?name=News&file=article&sid=6107
[2] Acronimo che sta per La Voix des Opprimes, La Voce degli Oppressi