Crescita del revisionismo negli Stati Uniti (e nel mondo intero)

Probabilmente su richiesta del USHMM (United States Holocaust Memorial Museum) di Washington, un certo Scott Darnell, della Harvard Kennedy School of Government, candidato a un master in politiche pubbliche, ha realizzato uno “Studio di analisi politica” di 55 pagine intitolato: “Valutare il negazionismo negli Stati Uniti” e datato alla primavera del 2010:
http://www.hks.harvard.edu/ocpa/pdf/HolocaustDenialPAE.pdf
Il suo rapporto, spiega l’autore, “tenta di valutare il livello e l’ubicazione del negazionismo negli Stati Uniti e (…) è destinato a informare e a sostenere i recenti sforzi compiuti dal USHMM per affrontare in modo più strategico e diretto il problema della negazione dell’Olocausto”.

Eccone due rapidi estratti:

“In effetti, mentre dal 2004 la popolarità relativa alle ricerche del termine “Olocausto” ha una tendenza al ribasso, la popolarità relativa alle ricerche di “Negazione dell’Olocausto” è in crescita. In particolare, nel corso dell’ultimo anno, l’uso della parola “negazione” come termine di ricerca legato all’Olocausto è aumentato del 70%. Negli Stati Uniti, è aumentato del 60%”. (p. 34).

"Tuttavia, confrontato con con un largo spettro di siti web mainstream (…) il traffico utenti generato da questi siti negazionisti fornisce motivi di preoccupazione”. (p. 36).

Bradley Smith, benemerito animatore del revisionismo negli Stati Uniti