Chomsky e il negazionista: lo scoop bufala di Giulio Meotti

Giulio Meotti
Sul Foglio del 12 maggio scorso, è apparso un trafiletto di Giulio Meotti, subito ripreso da Informazione Corretta[1]  -- che pomposamente definisce il pezzo in questione “articolo” – in odore di scoop. Quale sarebbe lo scoop? Noam Chomsky, il celeberrimo linguista americano, ha scritto delle lettere a un negazionista: “dal 1984 al 1992 il linguista ha incoraggiato il lavoro di Rollins”, quel “Lou Rollins” che sarebbe “il maggior negazionista americano”.

Accipicchia, che scoop: il mitico Chomsky, il “più celebre guru radical d’America”, pescato con le dita nella marmellata dal prode Meotti! Ma, la fonte di questa sconvolgente rivelazione qual è? Mistero, Meotti non la cita (anche se, deontologicamente, dovrebbe).

Pazienza, siamo in grado di arrivarci da soli.

In questo caso, le fonti sono due. La fonte secondaria è il pezzo Chomsky and IHR[2][IHR sta per Institute for Historical Review], del blog ModernityBlog, che rimanda, come fonte documentaria, al seguente PDF, contenente due lettere di Chomsky al detto Rollins (la prima del 1984 e la seconda del 1992):  http://www.countercontempt.com/wp-content/uploads/2011/02/IMG1.pdf

Per giudicare il livello del blog da cui Meotti ha tratto il suo scoop, è sufficiente il primo capoverso:
“…From at least 1984 through 1992, [Noam] Chomsky corresponded with a man who, during those time periods, was one of the leading authors and editors in the Holocaust denial movement…”.

Traduzione: “Da almeno il 1984 fino al 1992, [Noam] Chomsky fu in corrispondenza con uomo che, durante quel periodo di tempo, fu uno degli autori e redattori di punta del movimento negazionista dell’Olocausto”.

Fermiamoci qui. Davvero L. A. Rollins è stato, dal 1984 al 1992, uno degli autori di punta del “movimento negazionista” (anzi, costui sarebbe addirittura, in assoluto, come ha scritto Meotti, “il maggior negazionista americano”)?

Mark Weber
Se si consulta il database revisionista del sito VHO (che contiene la più grande biblioteca revisionista virtuale del mondo) si scoprono, alla voce “L. A. Rollins”[3], appena 12 risultati (per lo più si tratta di recensioni), che vanno dal 1982 al 1985 (tanto per capirci, alla voce “Mark Weber”[4], che all’epoca era davvero uno dei pubblicisti di punta del revisionismo americano, compaiono 425 risultati)!
Insomma, dopo il 1985 Rollins smise di scrivere per la rivista dell’Institute for Historical Review!!
E questo sarebbe “il maggior negazionista americano”???

Solo un’altra osservazione e poi mi fermo (con personaggi di questo livello non vale la pena dilungarsi). Scrive Meotti: «”Caro signor Rollins”, recita l’incipit di un’altra lettera del 1992», insinuando chissà quali recondite cordialità tra i due corrispondenti.
In realtà, l’originale recita semplicemente “Dear Mr. Rollins”, formula di rito in ogni piana e civile conversazione epistolare. Se consultiamo il vocabolario Ragazzini (edizione 2011), alla voce dear (p. 316), leggiamo, tra l’altro:
“…(nelle lettere, al vocat.; form. [formale]) D. Sir, Egregio Signore”.

E questo è quanto.