Iraq 2003: il petrolio c'entrava, eccome!

I PROMEMORIA DEL GOVERNO INGLESE LEGANO L’INVASIONE AL SUPER PETROLIO[1]

18 aprile 2011

I manifestanti nelle città di tutto il mondo cantavano “Niente sangue per il petrolio” mentre l’invasione occidentale dell’Iraq diventava nel 2002 sempre più probabile.

I promemoria ottenuti in base alle norme del Freedom of Information inglese confermano alcune delle critiche più aspre degli oppositori della guerra. Essi descrivono in dettaglio gli accordi fatti tra il governo inglese e le più grandi compagnie petrolifere del mondo, che predisponevano attività di accesso al petrolio e al gas per l’impegno militare profuso.

L’Independent[2] ha riferito: “Cinque mesi prima dell’invasione del marzo 2003, la Baronessa Symons, allora Ministro del Commercio, disse alla compagnia BP che le imprese inglesi dell’energia dovevano avere una fetta delle enormi riserve di petrolio e di gas dell’Iraq come ricompensa dell’impegno militare di Tony Blair in favore dei piani americani per il cambio di regime.

“Le carte mostrano che Lady Simons accettò di appoggiare l’amministrazione Bush nell’interesse di BP perché il gigante petrolifero temeva di essere “tagliato fuori” dagli accordi che Washington stava tranquillamente raggiungendo con i governi americano, francese e russo e le loro imprese energetiche”.

L’ex Presidente George W. Bush e Blair sono sempre stati categorici nel sostenere che le risorse naturali dell’Iraq non hanno influito nelle loro decisioni, come pure sostengono BP e le altre compagnie energetiche.