Il razzismo bestiale di Gilad Sharon (e del giudaismo, e del sionismo...)

Gilad Sharon
Dall’interessante blog PROMISED LAND, letto e tradotto:

RAZZISMO INCREDIBILE E LINGUAGGIO DI ODIO DA PARTE DEL FIGLIO DEL PRIMO MINISTRO SHARON[1]

Dopo gli omicidi di Itamar, Gilad Sharon, figlio del PM Ariel Sharon, ha pubblicato questo pezzo sul più importante tabloid[2] di Israele, Yedioth Ahronot. Più o meno, parla da solo. L’unica cosa che bisogna aggiungere è che di recente, il giovane Sharon è entrato a far parte di Kadima – un partito presuntamente di centro-sinistra guidato da Tzipi Livni.

L’articolo è stato tradotto e pubblicato in inglese sul sito di destra Israel National News[3] (Arutz 7). I grassetti sono miei:

GILAD SHARON: IL NAZIONALISMO DELL’AUTORITÀ PALESTINESE È SOLO UN DERIVATO DEL SIONISMO

Di Gilad Sharon

Non dimentichiamo con chi abbiamo a che fare. Puoi prendere la bestia feroce palestinese e mettergli una maschera, sotto forma di qualche portavoce dall’ottimo inglese. Puoi anche mettergli un tre pezzi[4] e una cravatta di seta. Ma ogni volta, di quando in quando – durante la luna nuova, o quando lo sterco di una cornacchia cade su uno sciacallo ululante, o quando il pane azzimo con l’issopo non viene bene – la bestia feroce sente che questa è la sua notte, e guidata dall’antico istinto, parte per cacciare la sua preda.

Loro ci spiegheranno, e noi spiegheremo a noi stessi, quanto è graziosa e bella la pace. Discuteremo con calore e convinzione profonda se ci debba essere un immediato accordo di pace, o forse una serie di accordi provvisori. Discuteremo di queste e di altre questioni del genere, tutte basate sul presupposto che dall’altra parte anche loro la pensano come noi e che come noi vogliono la pace e la tranquillità.

Ma un tale presupposto è uno stupro della realtà. Una società che può santificare la morte in questo modo, e la cui migliore gioventù è composta da piccoli accoltellatori, semplicemente non è come la nostra. Persino i loro leader…condannano questi atti sostenendo soltando che “danneggiano la causa palestinese. Questi non parlano di morale; è solo una questione di danneggiare la causa. Il loro tre pezzi è macchiato di sangue, e la maschera cade…e l’immagine della bestia che cercano di nascondere si rivela ancora una volta.

"Loro guardano a noi"...
Loro guardano a noi. Noi siamo tutto quello che loro non sono mai stati e che non saranno mai. Noi abbiamo una storia e una cultura millenarie, noi abbiamo una società che funziona e che cresce – mentre loro sono solo il derivato del nostro sionismo. Tutta la loro storia nazionale è nata sulla scia del sionismo. Anche la definizione che danno di se stessi come popolo non ha sussistenza senza di noi.

Guardano a se stessi attraverso la nostra immagine. Più abbiamo successo e progrediamo, più il loro odio aumenta. Noi siamo la prova che è possibile farlo in modo differente[5], che i loro fallimenti non sono il risultato del destino, ma soprattutto di decisioni e azioni.

Per qualunque accordo che potrebbe, o non potrebbe, avvenire, ricordiamo con chi abbiamo a che fare. La nostra sicurezza deve sempre rimanere nelle nostre mani.
FINE

Commento del blogger: tutto ciò (il palestinese “bestia feroce”) non dà il senso di un déjà vu? Avete presente il Pranaitis? Intendo, la famosa antologia talmudica CHRISTIANUS IN TALMUDE IUDAEORUM SIVE RABBINICAE DOCTRINAE DE CHRISTIANIS SECRETA? Edizione italiana internet: IL TALMUD SMASCHERATO – Gli insegnamenti segreti dei rabbini sui cristiani[6]. È un po’ vechiotta ma può fare ancora al caso nostro. Prendete i paragrafi 7-11 (per tacer del resto) del Capitolo II, Articolo II[7]. Intendo, frasi come:

Voi [gli israeliti] perciò siete chiamati uomini ma i Goim non sono chiamati uomini”. Oppure come:

Il rapporto sessuale di un goy è come quello di una bestia”. Oppure come:

Il seme di un goy vale quanto quello di una bestia”.

Ci siamo capiti. Concluderei (per ora) con una citazione dal compianto Israel Shahak, che non mi sembra abbia perso di attualità:

Il prof. Israel Shahak (1933-2001)
Le credenze del giudaismo classico hanno influenzato gran parte della società contemporanea israeliana ma ciò non è conosciuto fuori d’Israele o, se qualcosa trapela sotto forma di notizia, chi non legge l’ebraico non è in grado di collegare i fatti né d’individuarne la matrice culturale. Una volta stabilite le differenze qualitative tra ebrei e non ebrei in base alle categorie del giudaismo classico, chi professa tale versione del giudaismo considera tutte le altre religioni e i loro simboli non soltanto con disprezzo ma persino con orrore, in quanto sono ritenute causa di pericolose, diaboliche influenze. È considerevole la misura in cui tali atteggiamenti vengono riesumati oggi nella società israeliana[8]. 


[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.promisedlandblog.com/?p=3798
[2] Giornale popolare
[4] Giacca, pantaloni e gilet.
[5] Citazione dell’espressione slang “Do it”, farlo, fare l’amore.
[7] Si tratta delle pagine 31-33 dell’edizione citata alla nota precedente.
[8] Israel Shahak, STORIA EBRAICA E GIUDAISMO – Il peso di tre millenni, Verrua Savoia, 1997, p. 147.