Nel suo numero della primavera 2011,
Médias pubblica un’intervista con il vignettista di giornale
Konk. Quello di cui Wolinski dirà essere il più dotato di tutti i disegnatori politici, di cui Plantu e Chenez ammireranno il segno. Konk comincia a sinistra e…al
Monde. Ha 25 anni. L’uomo è modesto: «
Non ho mai pensato di essere un buon disegnatore: ho sempre sofferto. E poi, certe volte, ero contento. Lavorare molto aveva i vantaggi dei suoi inconvenienti…». Perfezionista ma «
molto pigro », ricorda che a quell’epoca «
Ci guadagnavamo il pane molto comodamente…Bastava entrare da Jacques Sauvageot (co-amministratore del
Monde dal 1968 al 1982, ndrl)
per chiedere un aumento: lo si otteneva d’ufficio». «
Dubbioso di professione rispetto al discorso dominante », Konk scopre gli scritti
di Robert Faurisson tramite degli amici al
Monde. Dei colleghi «
ebrei », «
molto turbati da questi testi ». «
Molti si erano lasciati convincere dalle sue tesi prima di rientrare, alla fine, nei ranghi ». Non lui. La sua carrierà ne soffrirà. Addio
L’Evénement du Jeudi e compagnia, addio al
Minute. Dopo,
la Shoah per Konk è «
una vera ossessione »: «
si parla dell’Olocausto, o almeno vi si allude, trenta volte al giorno. È il perno del mondo occidentale »
. Médias, è una novità, permette a Konk di argomentare in un modo proibito dalla legge Gayssot e utilizza il termine «
revisionista » con la premura di precisare la «
repulsione » che questa corrente gli ispira. La rivista distribuisce anche quattro disegni di Konk.