Da
SOVRANITÀ LIMITATA – Storia dell’eversione atlantica in Italia, di Antonio Cipriani e Gianni Cipriani, Edizioni Associate, Roma, 1991, pp. 104-106
:
Nel 1964, anno di svolta nella storia del terrorismo atlantico, si coagula un gruppo di potere, che manterrà intatte le proprie capacità di azione almeno fino agli anni Ottanta, quando vennero scoperti gli elenchi della P2. Gli unici personaggi che in qualche modo pagheranno per lo scandalo Sifar saranno il generale Giovanni De Lorenzo [foto], che sarà però premiato con l’ingresso in parlamento; il fedele Giovanni Allavena, nominato consigliere di Stato. La commissione Alessi indicherà tra i responsabili anche il successore di De Lorenzo alla guida del Sifar, il generale Egidio Viggiani, morto da alcuni anni e, in misura minore, il capo di stato maggiore della Difesa Aldo Rossi
. E basta. Tutti gli altri protagonisti della vicenda faranno da quel momento brillanti carriere, soprattutto se nel corso delle inchieste furono testimoni a discarico. Non gli altri, tanto meno quelli che hanno seppur timidamente raccontato qualche cosa.
Manes subirà addirittura una vergognosa persecuzione.Il generale Giovanni Celi, fedelissimo di De Lorenzo, nel 1964 comandante della divisione Ogaden di Napoli, divenne vicecomandante generale dell’Arma al posto di Manes; sarà a sua volta sostituito dal generale Vittorio Fiore, altro delorenziano implicato nelle vicende del piano Solo. Il colonnello Mario De Julio censurato perfino dalla benevola commissione Lombardi, fu promosso comandante della legione di Livorno; il colonnello Dino Mingarelli fu mandato a dirigere la scuola sottufficiali di Firenze da dove, casualmente, negli stessi giorni del golpe Borghese, invierà ottocento allievi in tenuta da combattimento, alla caserma della Cecchignola a Roma. Misure di ordine pubblico in occasione della prevista (e rinviata) visita del presidente iugoslavo Tito nella capitale, è stata la versione ufficiale. Mingarelli avrò poi modo di mostrare meglio la sua fedeltà atlantica con i depistaggi successivi alla strage di Peteano. Altro promosso è il colonnello Romolo Dalla Chiesa, il cui nome comparirà nelle liste della P2, nominato comandante della Legione Lazio; il colonnello Luigi Bittoni, anche lui finito nelle liste P2, divenne comandante dei carabinieri dell’aeronautica; il colonnello Vittorio Meneguzzer, responsabile della sparizione dei fascicoli avvenuta nel 1966, fu per questo punito dalla commissione Beolchini che lo sollevò dall’incarico di comandante della Legione di Ancona e lo mise «a disposizione»; successivamente andò a comandare
la Legione di Messina. Un altro ufficiale punito da Beolchini con dieci giorni di arresti di rigore e la collocazione «a disposizione», il colonnello Mario De Forgellinis, divenne comandante del reggimento dei carabinieri di Napoli. Cosa analoga accadde al tenente colonnello Amedeo Bianchi, messo agli arresti da Beolchini «per il suo atteggiamento passivo»
dopo l’interrogatorio davanti alla commissione, che andò a comandare l’importante gruppo carabinieri di Trento, mentre il colonnello Giuseppe Palumbo, che in seguito sarebbe stato uno degli uomini di punta del cosiddetto gruppo di potere della Pastrengo, divenne comandante della brigata di Padova
.
Il generale Giovanni Allavena, uno dei pochi che pagarono per quelle deviazioni, sarà riabilitato nel 1990 dal presidente della Repubblica, Cossiga [foto], che lo abbraccerà in pubblico dicendo: «Allavena, golpista, vecchio amico mio»
. Non una parola per il giudice
Ottorino Pesce e per il vicecomandante dell’Arma,
Giorgio Manes, vittime degli intrighi legati al piano Solo.
Manes e Pesce, scomodi per la loro onestà, moriranno d’infarto. Ottorino Pesce, al quale era stata sottratta l’inchiesta sul «suicidio» del colonnello Rocca, dopo essere stato oggetto di una campagna denigratoria e definito alternativamente «vietcong del diritto» o «giudice rosso», sarà accompagnato dagli insulti anche dopo i funerali, ai quali partecipò Lelio Basso, e la destra scatenerà una nuova offensiva di stampa contro i magistrati «filocinesi» di «magistratura democratica».