Ai fasci di "CasaPound": giù le mani da Ezra Pound!

Leggo, sempre sul blog di Ugo Tassinari, che "CasaPound" si è mobilitata in difesa dell'"italianità" dell'Alto Adige (http://fascinazione.blogspot.com/2011/02/obiettivo-bolzano-continua-la.html?showComment=1299407604199#c4236069627625921828), presuntamente "umiliata" dalla decisione del ministro Bondi di ridimensionare il "Monumento alla Vittoria" e di rimuovere il monumento di "Mussolini a cavallo" (http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=137012).

Prima considerazione: dopo la guerra non ortodossa scatenata nei primi anni '60 in Sud Tirolo dai carabinieri e dai missini legati al generale De Lorenzo (di cui qui: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/05/la-rete-parallela-dietro-gli-attentati-in.html e qui:  http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/07/eva-klotz-il-giorno-della-rivincita.html, sono riscontrabili inquietanti indizi, ma la cui storia completa è stata raccontata nel libro, da me più volte citato, di Antonio e Gianni Cipriani), ci sarebbe solo da vergognarsi, di essere "italiani". Il fatto che non solo i fasci di "CasaPound" ma anche i consiglieri PDL di Bolzano siano così disperatamente attaccati a due monumenti alla violenza colonialista come quelli suddetti (http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=137012), dimostra quanto ancora facciano danno i miti velenosi del Risorgimento (e quanto opportuna sia stata la decisione del ministro).

Seconda considerazione: la volontà da parte dei detti fasci di intitolare la propria associazione a Ezra Pound è doppiamente abusiva. E' abusiva alla luce sia della contrarietà della legittima erede (http://www.corriere.it/cultura/10_aprile_01/ezra-pound-breda_6e7fa504-3d54-11df-9bd9-00144f02aabe.shtml ) sia della figura stessa del poeta, ostile certo - senza se e senza ma - al mondialismo, ma che non fu mai fascista, anche se ammirò Mussolini (che da parte sua, senz'altro lo snobbò, e anche questo va ricordato: http://www.literary.it/dati/literary/battilana/dante_e_pound.html), e che era comunque lontanissimo dal provincialismo dell'Italietta risorgimentale che, passando per il fascismo, è sopravvissuto purtroppo fino a noi. Su tale provincialismo, intrinseco all'idea stessa di "Italia" come ci è stata insegnata, come di quell'Alto Adige che ne è stato per decenni la propaggine avvelenata, vale ancora il giudizio di Dostoevskij: "un piccolo regno di second'ordine" (http://storialibera.it/epoca_contemporanea/risorgimento/articolo.php?id=3665&titolo=Dostoevskij%20sul%20Risorgimento ).

La cosa più grave però è stata quella di aver strumentalizzato il nome di Pound proprio a Bolzano, a poca distanza dal castello di Brunnenburg, dove il poeta visse dal 1958 al 1961: http://archiviostorico.corriere.it/2001/agosto/12/POUND_cantore_tra_sacre_vette_co_0_0108127161.shtml).
A profanare non solo l'eredità spirituale dell'"Omero americano", ma anche dei veri eroi di quelle contrade: gli Andreas Hofer, i Sepp Kerschbaumer [foto] (http://iononstoconoriana.blogspot.com/2011/03/sepp-kerschbaumer-combattente-cattolico.html) ecc. Ovvero, dei patrioti cattolici sudtirolesi martirizzati da Napoleone prima e dallo Stato "italiano" poi.

Pensiamo un attimo all'abisso che separa queste due idee di patria: il patriottismo sostanzialmente incruento (ed eroico) dei genuini irredentisti sudtirolesi e il terrorismo sanguinario e fellone degli atlantisti che, degni eredi dei "conquistatori" savoiardi, nella prima metà degli anni '60 fecero in questa zona le prove generali della strategia della tensione.

Con ciò è detto tutto: i ragazzotti che sono andati a Bolzano a far cagnara, si saranno sentiti certo un po' anche loro dei "conquistatori". Forse sarà anche vero: hanno conquistato un pezzetto di Alto Adige, ma hanno perduto il Sud Tirolo. E anche, almeno un po', Ezra Pound.