Nell'Egitto del dopo Mubarak le proteste continuano

LE PROTESTE DEI LAVORATORI AUMENTANO IN TUTTO L’EGITTO[1]

Venerdì, 25 febbraio 2011

Le proteste dei lavoratori sono continuate ieri in vari governatorati[2] mentre centinaia di minatori dell’oasi di Bahariya[3] hanno tenuto dei sit-in per protestare per le scadenti condizioni di vita. Anche circa 50 lavoratori del Ministero dei Beni Religiosi [Waqf[4]] hanno chiesto aumenti di stipendio e dozzine di sorveglianti agricoli temporanei hanno continuato a protestare per ottenere l’impiego permanente.

A Port Said[5], centinaia di residenti del villaggio di Radwan hanno chiesto indagini sulle violazioni riguardanti la vendita di terreni assegnati a studenti laureati (nell’ambito del progetto di Mubarak per giovani laureati) senza autorizzazione ufficiale.

A Beni Suef[6], 1000 tra neolaureati, lavoratori, e insegnanti hanno protestato per il secondo giorno in fila davanti all’edificio del Ministero dell’Istruzione del governatorato. Hanno chiesto opportunità di lavoro vero e permanente. I dimostranti hanno cercato di prendere d’assalto l’edificio ma le forze dell’ordine li hanno fermati. I dimostranti si sono radunati sulla via Saleh Salem, una delle principali strade cittadine che conducono alle strade principali circostanti, e hanno bloccato il traffico. Hanno minacciato di assaltare il sindacato degli insegnanti e di mettere a fuoco l’edificio del Ministero dell’Istruzione se le loro richieste non fossero state accolte.

Ad Alessandria, decine di impiegati del centro di ricerche mediche dell’Università di Alessandria hanno organizzato una protesta di fronte agli uffici amministrativi dell’università. Hanno chiesto contratti permamenti per gli impiegati temporanei, salari più alti, e riforme amministrative immediate per fare pulizia “degli avanzi del vecchio regime”.

Dozzine di residenti del villaggio Nadha di Amriya hanno protestato di fronte alla fabbrica di carbone. I dimostranti si sono lamentati per le emissioni provenienti dalla fabbrica che, dicono, hanno provocato malattie nei residenti. Inoltre, gli studenti della scuola secondaria hanno organizzato una protesta di fronte alla moschea Qa’id Ibrahim, chiedendo di non essere equiparati agli studenti delle scuole professionali al momento della richiesta di iscrizione all’università. Hanno anche chiesto che gli esami siano rinviati a causa degli attuali tumulti.

A Suez[7], i circa 1.200 lavoratori delle aziende siderurgiche nazionali egiziane hanno bloccato la via Al-Adabiya-Ain Sokhna. I lavoratori hanno detto che le agenzie preposte non sono ancora intervenute per risolvere i loro problemi con l’amministrazione e venire incontro alle loro richieste. I lavoratori dell’azienda egiziana Amiron per tubi in acciaio hanno continuato per il quarto giorno consecutivo il loro sit-in nella sede dell’azienda, sperando di ottenere migliori condizioni economiche e lavorative, e una partecipazione agli utili dell’azienda. A Kafr El-Sheikh[8], i conducenti di autobus della città di Desouk hanno continuato a scioperare per protestare contro i costi crescenti della loro assicurazione.

A Daqahlia[9], 1.500 coltivatori hanno protestato contro i provvedimenti del Ministero dei Beni Religiosi. Il ministero aveva illegalmente venduto terreni a commercianti e uomini d’affari in un’asta pubblica. I coltivatori erano affittuari dei terreni da più di 70 anni.

A Damietta[10], decine di impiegati dei distretti sanitari di Farsco e di Zarkaa hanno tenuto una protesta, chiedendo aumenti delle indennità, la ristrutturazione dei salari, e la rimozione del manager amministrativo del distretto.

A Menoufiya, 50 donne parenti dei detenuti della prigione statale di Shibin al-Kom, hanno protestato di fronte al complesso delle corti di giustizia per chiedere che i loro congiunti siano rilasciati o che venga loro permesso di visitarli in prigione.

A Qaliubia[11], circa 300 autisti hann preso d’assalto l’edificio del governatorato, distruggendo il portone principale. Sono saliti al secondo piano, hanno occupato le sale e hanno circondato gli uffici del governatore Adli Hussein.

Ad Asssuan[12], 700 lavoratori della compagnia mineraria Al-Nasr di Edfu[13] hanno presentato un memorandum al sindacato nazionale dei minatori, l’Egyptian Trade Union Federation and the Holding Company for Mining Industries, chiedendo il ritiro della fiducia al presidente del collegio sindacale e del comitato sindacale degli impiegati. I lavoratori hanno chiesto un nuovo comitato amministrativo temporaneo composto da lavoratori.

A Ismailia[14], un certo numero di membri della camera di commercio hanno chiesto lo scioglimento dell’attuale consiglio di amministrazione.

In risposta agli scioperi dei lavoratori, il Ministero della Sanità ha distribuito una circolare amministrativa ai distretti sanitari dei governatorati annunciando che le proteste sono inaccettabili e che con i gruppi che protestano non ci sarà nessuna trattativa.

Il ministero ha confermato che ha costituito un comitato supremo per esaminare i problemi e le proposte di soluzione degli impiegati, per cercare di proteggere le agenzie statali e assicurare la continuità delle loro funzioni.

Da quando ha preso il potere, il Consiglio Supremo delle Forze Armate ha diffuso diverse dichiarazioni facendo appello ai cittadini di cessare gli scioperi e le proteste e di tornare al lavoro.
      


[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.almasryalyoum.com/en/news/labor-protests-escalate-throughout-egypt