Vladimir Jabotinsky e il modello della "nazione assoluta"

Vladimir Jabotinsky (1880-1940), nel definire il modello della “nazione assoluta” teorizzava: «Non ci importa se le razze “pure” esistono o no: quello che conta è che le comunità etniche si distinguono una dall’altra per le caratteristiche razziali ed è in questo senso che il termine “razza” ha un significato scientifico ben definito…La “nazione assoluta” deve presentare un’immagine razziale unica, diversa dalla natura razziale dei suoi vicini; dovrà occupare da tempo immemorabile terre chiaramente definite (dalle caratteristiche razziali degli abitanti) e sarà auspicabile che in quelle terre non ci siano minoranze aliene che indebolirebbero l’unità nazionale…»[1].

In un opuscolo pubblicato in Yiddish a Varsavia nel 1933, intitolato Una lezione di storia ebraica, Jabotinsky scriveva: «Ciascuna razza ha un diverso meccanismo spirituale e questo non ha niente a che fare con l’esistenza di razze “pure”. Tutte le razze sono “miste” e questo è vero anche per noi ebrei. Tuttavia la mescolanza è diversa da un caso all’altro…La natura del meccanismo spirituale dipende dalla razza: il livello intellettuale, una più intensa o debole capacità di affrontare nuove esperienze, l’acquiescenza a situazioni date o il coraggio di prendere iniziative, la determinazione o la mancanza di volontà che fa abbandonare qualsiasi lotta dopo il primo tentativo fallito, tutte queste caratteristiche sono prodotte dalla razza».

Fonte: Israel Shahak, STORIA EBRAICA E GIUDAISMO – Il peso di tre millenni, Centro Librario Sodalitium, Verrua Savoia 1997, pp. 140-141 e 157.


[1] Zeev Jabotinsky, Ktavim (Opere), Gerusalemme e Tel Aviv, 1947, vol. 9, pp. 126, 127, 128.