Lettera di Vincent Reynouard a Bernard Fellay

Dalla sua prigione, dove è rinchiuso dal 9 luglio scorso per aver diffuso un opuscolo di 16 pagine che non è piaciuto, il revisionista Vincent Reynouard ha inviato ad una nostra corrispondente copia della lettera che ha inviato il 24 gennaio a Mons. Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità S. Pio X. Eccola:

Monsignore,
in seguito alla mia incarcerazione, il 9 luglio scorso, per “reato di revisionismo”, circola una petizione per ottenere e la mia liberazione e l’abrogazione (in Francia) della legge antirevisionista. Leggendo la lista dei firmatari, ho potuto constatare l’assenza del vostro nome e, più in generale, l’assenza di tutti i nomi dei preti appartenenti alla Fraternità Sacerdotale S. Pio X.

“Il giusto è il primo ad accusar se stesso,
venga pure il suo amico e gli faccia la requisitoria” (PROVERBI, 18, 17).

Ho letto questo proverbio nella Bibbia. La sua pertinenza è innegabile. Dunque ecco la mia domanda: può un cattolico tacere e fare come se non è accaduto nulla quando, a causa di una legge di eccezione che vieta alla parte avversa di esprimersi – violazione flagrante del più elementare principio di giustizia – si getta in prigione un cattolico padre di famiglia numerosa a qualche decina di chilometri soltanto da uno dei vostri priorati?

Attendo la vostra risposta.
Con l’assicurazione della mia preghiera,
V. R.