Auschwitz: la perizia necessaria

LEUCHTER, RUDOLF E UNA NUOVA PERIZIA CHIMICA AUSPICATA

di Carlo Mattogno

Prendo spunto dalla puntualizzazione di Andrea Carancini “Zyklon B: l’enormità di James Roth e di Franco Rotondi[1] per qualche ulteriore puntualizzazione.
Non voglio infierire sul povero Rotondi; dopo la pubblicazione dei miei recenti studi
– Le camere a gas di Auschwitz. Studio storico-tecnico sugli “indizi criminali” di Jean-Claude Pressac e sulla “convergenza di prove” di Robert Jan van Pelt. Effepi, Genova, 2009, 715 pagine,
Auschwitz: assistenza sanitaria, “selezione”e “Sonderbehandlung” dei detenuti immatricolati. Effepi, Genova, 2010, 333 pagine,
avrà modo di meditare sulla fondatezza degli argomenti revisionistici su Auschwitz e sulla totale inconsistenza delle sue fonti.
Passo perciò subito al nocciolo della questione. La penetrazione dei cianuri nelle pareti di mattoni è un fatto assodato, visibilmente assodato. A Birkenau il pigmento blu di ferrocianuro ferrico è presente in modo intenso nella parete esterna sud della camera a gas di disinfestazione a Zyklon B del Bauwerk 5b (quella che si vede nella fotografia di G.Rudolf), inoltre altre macchie, molto più piccole ma ben visibili, si trovano nel muro esterno dell’ex camera a gas dell’antistante  Bauwerk 5a, la quale nel 1943 fu trasformata in camera di disinfestazione ad aria calda. Un altro caso eclatante è quello della camera di disinfestazione di Stutthof, che mostra una intensa colorazione blu sia nelle pareti interne, sia nei muri esterni, come risulta da queste due fotografie che scattai nel 1997. Che vi sia un fenomeno di diffusione di cianuri dalla parete interna a quella esterna è pertanto un fatto indubitabile; che invece questo processo di diffusione non abbia lasciato alcuna traccia di cianuri all’interno dei mattoni è quantomeno dubbio. La risposta decisiva potrebbe venire solo dall’analisi chimica di mattoni che presentino il pigmento blu sia sul lato rivolto all’interno sia su quello rivolto all’esterno.
Il metodo della perizia chimica di Fred Leuchter, e poi di Germar Rudolf, consiste notoriamente nel confronto tra campioni prelevati nelle due suddette camere a gas di disinfestazione dei BW 5a e 5b e nelle presunte camere a gas omicide, da cui è risultata una sproporzione enorme: i valori massimi trovati da Rudolf sono dell’ordine di 13500 mg/kg  nelle prime contro 7,2 nelle altre[2]. A questo metodo sono state opposte varie obiezioni, alcune delle quali non del tutto infondate, soprattutto quelle relative alla struttura architettonica e al grado di conservazione degli edifici.
Per superare queste obiezioni è necessario un metodo diverso, consistente nel confrontare locali diversi della medesima struttura architettonica.
Dopo aver letto il rapporto Leuchter, pensai che, se il Leichenkeller 1 dei crematori II e III di Birkenau era stato una camera a gas omicida e il Leichenkeller 2 uno spogliatoio per le vittime, il primo locale avrebbe dovuto presentare nelle sue pareti interne contenuti di cianuri enormemente superiori a quelli eventualmente presenti nel secondo locale, perciò, all’inizio degli anni Novanta, nel corso di una visita a Birkenau, prelevai vari campioni di muratura e di calcestruzzo all’interno del Leichenkeller 1  e del Leichenkeller 2 del crematorio II (le cui rovine sono meglio conservate), indi consegnai i campioni al compianto ing. Franco Deana, che li fece analizzare nel  laboratorio Ecolab di Genova. Il referto analitico (15 gennaio 1993) fu il seguente:
– Leichenkeller 1, soffitto: ‹ 1 mg/kg
– Leichenkeller 1, interno, parete ovest: ‹ 1 mg/kg
– Leichenkeller 2, interno, parete nord: 1,15 mg/kg
– Leichenkeller 2, interno, parete ovest: 1,32 mg/kg.
L’ordine di grandezza dei cianuri contenuti nei campioni risultò praticamente uguale (con una leggerissima prevalenza a favore del  Leichenkeller 2). Secondo Robert Jan van Pelt, nel Leichenkeller 1 sarebbero state gasate 500.000 persone[3],  in – si può ipotizzare – 400-500 gasazioni.
Le pareti interne di questa presunta camera a gas dovrebbero pertanto presentare contenuti di cianuri immensamente superiori a quelli riscontrabili nel presunto spogliatoio, dove potrebbero derivare soltanto da sporadiche disinfestazioni.
Espongo questi dati soprattutto per indicare quella che a mio avviso è la soluzione del problema chimico di Auschwitz. E a questa soluzione si potrebbe pervenire unicamente con una nuova perizia chimica che segua il metodo del confronto tra Leichenkeller 1 e Leichenkeller 2.
Invece di dissipare risorse enormi in insulse celebrazioni memorialistiche, i sostenitori della realtà dell’Olocausto, a parole amanti della verità, dovrebbero eseguire una tale perizia.
E finché non l’avranno eseguita, la mia perizia, per quanto modesta, conserverà il suo valore.


27 gennaio 2011

                                                                                                                                    Carlo Mattogno

Stutthof: camera a gas di disinfestazione. Interno. Copyright di Carlo Mattogno.


Stutthof: camera a gas di disinfestazione. Esterno. Copyright di Carlo Mattogno.



[2] Das Rudolf Gutachten. Gutachten über die “Gaskammern” von Auschwitz, Castle Hill Publishers, Hastings, Gran Bretagna, 2001, pp. 156-157.
[3] R. J. van Pelt, The Case for Auschwitz. Evidence from the Irving Trial. Indiana University Press, Bloomington and Indianapolis, 2002, p. 68, 458, 469.