Una messa a punto di Francesco Caloi sul concetto di gnosi

AGGIORNAMENTO DELLA DISCUSSIONE SUL CONCETTO DI GNOSI

di Francesco Caloi

Il tam-tam mediatico ha portato anche sulla mia scrivania un pregevole articolo elettronico di tale Luigi Walt datato 16 dicembre 2008 (http://www.letterepaoline.it/) che mi pare meritevole di qualche nota d’aggiornamento.
L’autore prima s’intrattiene sul tema d’una definizione storica del fenomeno, poi cerca di stabilire lo status d’una definizione storico-filosofica, infine indica l’approdo a una definizione teoretica.
Circa il primo punto ci permettiamo di rilevare la scarsa importanza del fatto che autori identificati come gnostici si riconoscano per tali o dal fatto che ci siano autori incapaci di cogliere il significato obbiettivo filosofico e metafisico d’una qualsiasi professione o scelta religiosa: questi limiti riguardano solo la cultura soggettiva degli autori cui ci si riferisce.
Circa il secondo punto osserviamo la non appropriata attribuzione ad Hans Jonas d’un primato nel riconoscere il carattere gnostico di alcuni fenomeni dell’età moderna e contemporanea, essendo egli stato ampiamente preceduto da Eric Voegelin che ha inquadrato il problema nell’evoluzione metafisico-religiosa dei popoli, indicando così una strada utile per altri studiosi.
Oltre l’opera dell’ebreo Jonas, Luigi Walt segnala giustamente anche un’opera di un altro ebreo, Jacob Taubes [foto], ma senza caratterizzarne l’importanza, come invece ha fatto ripetutamente Piero Vassallo.
Tuttavia è vero che l’opera di Taubes non appare adeguata per un inquadramento generale della storia della gnosi dall’antichità al presente. Lo stesso si dica per altri autori sui quali Luigi Walt s’intrattiene.
Giustamente, invece, Luigi Walt mette in rilievo l’importanza della definizione teoretica ottenuta da don Ennio Innocenti, definizione che è stata l’oggetto della relazione che il Rettore Magnifico dell’Università di La Plata ha tenuto in apertura del Convegno Internazionale sull’Opera di Ennio Innocenti celebratosi a Napoli, presso l’Istituto di Studi Filosofici, nell’ottobre del 2009 (Atti reperibili presso “Magis et Plus”).
In quel convegno l’apporto d’una ventina di relatori ha dimostrato la validità della definizione metafisica proposta da Ennio Innocenti, il quale, in tre volumi, ne ha verificato l’applicazione per tutti i secoli cristiani.
A Luigi Walt sfuggono altri due autori meritevoli di menzione: Magris, per “La logica della gnosi” e Borghese, per “L’epoca dello Spirito” i quali, da autonomi punti di vista, indirettamente concorrono alla verifica avviata da Ennio Innocenti.
Per concludere: in questa arena di discussione storico-filosofica mi sembra che vadano sottolineate soprattutto due contributi: quello di Jonas e quello di Innocenti.
Jonas ha individuato il filo rosso che unisce le varie forme di gnosi fino al IV secolo, ma – a causa di condizionamenti culturali e filosofici da cui non si è completamente liberato – non ha colto l’inevitabile alternativa che aspetta tutti coloro che rinunciano (o non valorizzano) alla verità dell’atto creativo dell’Essere Perfettissimo e Trascendente.
Proprio questa luce ha guidato Ennio Innocenti nel dipanare la matassa degli influssi asiatici, ebraici, ellenistici e poi rinascimentali, massonici, tecnocratici e misticheggianti che hanno attraversato i secoli cristiani non senza contaminare la stessa cultura cristiana.

Francesco Caloi