Il caso Kevin Käther: il delirio della polizia del pensiero tedesca

Una nostra corrispondente ci ha inviato il seguente contributo sull’affare Kevin Käther, che prontamente traduciamo:

Riassunto dell’affare Kevin Käther
Situazione alla metà di Settembre 2010

Forniamo a seguire le grandi linee e gli ultimi sviluppi dello straordinario affare del giovane revisionista tedesco Kevin Käther che, come un altro giovane tedesco, Dirk Zimmermann, si è autoaccusato di aver distribuito (a tre destinatari) il libro del chimico tedesco Germar Rudolf “Lectures on the Holocaust”[1], ed è stato per questo oggetto di diverse condanne.
. Nel 2008, Kevin Käther spedisce per conoscenza alcune pubblicazioni revisioniste a 3 persone, riconoscendo egli stesso in tale occasione di infrangere la legge tedesca, che proibisce persino la semplice menzione in pubblico di una tale letteratura.
. Viene incriminato.
. Sapendo di non aver il diritto di utilizzare per la propria difesa delle argomentazioni revisioniste in un’aula giudiziaria in seduta pubblica – poiché tutto ciò in Germania è considerato come una diffusione pubblica delle argomentazioni revisioniste! (il che in pratica priva le persone accusate di revisionismo di qualunque possibilità di difesa) – egli chiede le porte chiuse.
. Le porte chiuse gli vengono rifiutate!
. Il suo PRIMO PROCESSO comincia dunque davanti all’Amtsgericht di Berlino e dura 3 giorni (28/10, 16/11, e 09/12/2008). Per difendersi, Käther è in effetti costretto a utilizzare l’argomentazione revisionista per fornire le ragioni che l’hanno spinto a procedere ai suoi tre invii di letteratura revisionista. Cosa che egli fa, malgrado i rischi. I suoi sforzi sono vani e viene condannato per i suoi invii a 8 mesi di prigione senza condizionale!
. PRESENTA APPELLO (processo del 26/5 e del 09/06/2009) davanti al Landgericht di Berlino, che conferma la condanna a 8 mesi senza condizionale.
. Ottiene quello che i tedeschi chiamano un giudizio di “revisione”, che corrisponde circa alla nostra cassazione.
. Lo Strafsenat della camera giurisdizionale di Berlino, che è questo organo di “revisione”, cassa il giudizio di appello del 26/5 e del 09/06/2009, ordinando il rinvio delle parti davanti ad una nuova corte d’appello che dovrà riesaminare il caso tenendo conto che la condanna a 8 mesi è stata annullata. Lo Strafsenat è stato, in effetti, costretto a constatare che l’invio per posta di tre lettere contenenti documenti di natura storica non poteva essere considerato come una diffusione pubblica.

Ma, in modo inatteso, arriva una nuova incriminazione:
· Si apre dunque un QUARTO PROCESSO: a dispetto dell’annullamento in cassazione della condanna di Käther ad una pena detentiva, egli è, in effetti, oggetto di una nuova incriminazione…per aver utilizzato degli argomenti revisionisti durante il primo processo!! [allorchè, ricordiamolo, aveva chiesto le porte chiuse]. E per questo capo d’imputazione l’Amtsgericht di Berlino lo condanna questa volta a 20 mesi di prigione con la condizionale e a 3 anni di libertà vigilata! Presenta appello.
· Ha dunque luogo un QUINTO PROCESSO: al termine di due udienze (il 6 e il 10 Agosto 2010) la sua condanna a 20 mesi con la condizionale è ridotta a 15 mesi con la condizionale, ma la durata di libertà vigilata viene portata da 3 a 4 anni, poiché l’accusato è giudicato difficilmente ravvedibile e qualificato di “Überzeugungstäter”, vale a dire di “criminale ideologico”! Contro questa decisione il nostro infaticabile combattente ha già presentato un ricorso in cassazione e prevede, nel caso, un ricorso alla Corte costituzionale.
· Nell’intervallo, ha ricevuto una nuova convocazione per il 25/10 e il 01/11/2010. Si tratterà dunque del suo SESTO PROCESSO – davanti ad una nuova Corte d’appello di Berlino, incaricata in linea di massima di rendere definitivo l’annullamento della condanna iniziale a 8 mesi di prigione, senza che, peraltro, questa nuova corte d’appello sia tenuta ad assolvere l’imputato. Staremo a vedere! Ma ci si può attendere di tutto. Beninteso, il procedimento iniziato nel 4° processo (Käther ha osato utilizzare un argomento revisionista durante il primo processo) non ha niente a che vedere con tutto questo e segue imperturbabilmente in suo corso.

In questo mese di Settembre 2010, la situazione è questa. In questo caso straordinario, sembra che le giurisdizioni, e in particolare la procura, si siano imbarcate in una corsa folle che non permette loro, a quanto pare, di salvaguardare una parvenza di di diritto nelle incriminazioni deliranti alle quali indulgono nei confronti di un semplice cittadino che continua a rifiutarsi di credere alle accuse di genocidio portate contro il proprio paese e che si rende anche colpevole di quello che si può ben definire in qusto caso un atto di apostasia contro il culto e la nuova religione della Shoah.
[1] http://vho.org/dl/ENG/loth.pdf