STUDENTI E DOCENTI PALESTINESI CONDANNANO IL PROGETTO DI NORMALIZZAZIONE ATTUATO DALL’UNIVERSITÀ ITALIANA[1]
Dichiarazione della Palestinian Students’ Campaign for the Academic Boycott of Israel e della University Teachers’ Association in Palestine, 7 Luglio 2010
Più volte, gli esponenti del movimento di boicottaggio hanno condannato la cooperazione – fatta di atti di normalizzazione - con l’Israele dell’apartheid. Noi, la Palestinian Students’ Campaign forn the Academic Boycott of Israel e la University Teachers’ Association in Palestine, abbiamo – inflessibilmente e pertinacemente – scritto ad artisti, musicisti, scrittori, e a associazioni di studenti esortandoli a cancellare concerti, a rifiutare premi e a disinvestire da aziende che cooperano con il governo e le istituzioni razzisti d’Israele.
Non più di una settimana fa, siamo venuti a conoscenza che l’italiana Direzione Generale per la Collaborazione allo Sviluppo [della Farnesina], con il sostegno dell’UNESCO, ha promosso la collaborazione tra università israeliane e l’Università di Al-Quds - che si trova nei Territori Palestinesi Occupati - in un Master che permette a 20 studenti, israeliani e palestinesi, di approfondire le tematiche, tra le altre cose, relative “alla cooperazione, agli affari umanitari, alla pace, e alla tutela dei beni culturali”. Il programma sarà coordinato dall’Università La Sapienza di Roma[2].
Siamo sgomenti che questo progetto venga attuato nonostante le uccisioni indiscriminate di civili palestinesi, da parte di Israele, a Gaza nel 2009, compiute in atti giudicati “crimini di guerra e crimini contro l’umanità”, e nonostante la distruzione, da parte di Israele, delle università palestinesi di Gaza, e nonostante la sua occupazione militare della Cisgiordania e la sua politica di discriminazione razziale contro la popolazione indigena della Palestina a partire dal 1948.
La maggior parte delle istituzioni accademiche israeliane, incluse la Hebrew University, Haifa e la Tel Aviv University, sono state costruite su terre depredate; esse non riconoscono la Nakba palestinese del 1948, e sono complici della politica di apartheid – attuata dal 1948 - dello Stato di Israele contro i palestinesi – per non parlare dell’assedio di Gaza e dell’occupazione della Cisgiordania.
Far venire in Italia studenti palestinesi per approfondire “la costruzione della pace e la cooperazione” con uno stato che ha ucciso i loro nonni, compiuto la pulizia etnica della terra dei loro antenati e demolito le loro case è un insulto alla lotta dei palestinesi contro l’apartheid e l’occupazione israeliani. Questo atto di normalizzazione mira a confondere i confini tra l’oppressore e l’oppresso, il colonizzatore e il colonizzato, l’occupante e l’occupato, il carnefice e la vittima, e in definitiva mira a sbianchettare i crimini di guerra di Israele, l’ultimo dei quali commesso in alto mare contro pacifisti di una spedizione internazionale impegnata a rompere l’assedio mortalmente ferreo di Gaza. Il detto programma parla di “pace e cooperazione” senza menzionare le putride violazioni di Israele dei diritti umani, e tratta la questione palestinese come se fosse un “conflitto”, e non una colonizzazione e un apartheid. Non dice che Israele è la sola potenza nucleare della regione, e che ha a disposizione il quarto esercito più forte del mondo. Si sostiene che tutto ciò riguardi “la pace e gli affari umanitari” senza nominare la giustizia e la responsabilità. Perciò, è una vergogna, un insulto al sangue versato di decine di migliaia di palestinesi uccisi, inclusi gli studenti, dal 1948.
D’altro canto, noi, come studenti e docenti palestinesi, accetteremmo questo corso solo se non prevedesse la cooperazione con le università israeliane. Chiediamo: è il libro dello storico israeliano Ilan Pappe La pulizia etnica della Palestina, sulla Nakba del 1948, un libro di testo previsto dal Master in programma? Sono previsti un corso sulla fine dell’apartheid in Sudafrica e delle lezioni su cosa possono apprendere gli studenti dalla fine dell’esperienza sudafricana? Include il programma un dibattito sul diritto dei palestinesi all’auto-determinazione e al ritorno?
Israele deve rispettare il diritto internazionale e cessare la sua politica di occupazione, colonizzazione e apartheid. Questo è il nostro concetto di pace equa.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://electronicintifada.net/v2/article11379.shtml
[2] http://www.oics.it/index.php/it/tutte-le-news/638-cooperazione-allo-sviluppo-intesa-con-gli-atenei-israelo-palestinesi